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Sinistre con l’elmetto, i dem chiedono l’informativa alla Camera. Rampelli: basta sciacalli, dovrebbero ringraziare Meloni

Dazi

Sinistre con l’elmetto, i dem chiedono l’informativa alla Camera. Rampelli: basta sciacalli, dovrebbero ringraziare Meloni

Politica - di Stefania Campitelli - 14 Luglio 2025 alle 16:20

Il copione è sempre identico, copia e incolla. A ogni occasione le sinistre chiedono lumi alla premier, figuriamoci se non lo fanno per i dazi del nemico Trump di cui Meloni sarebbe suddita. Così all’apertura dei lavori della Camera, Claudio Stefanazzi del Pd si fa avanti e chiede un’informativa urgente nell’aula di Montecitorio da parte della presidente del Consiglio,  sul tema dei dazi. Anche alla luce “delle minacce che il presidente Trump ha rinnovato”. Alla richiesta, neanche a dirlo, si è unito il Movimento 5 Stelle, con Enrica Alifano. È partito un secondo dopo l’annuncio della lettera del presidente Usa sulle tariffe al 30% la crociata delle opposizioni contro il governo ‘amico degli yankee’, che è in imbarazzo e che starebbe zitto.

Dazi, il Pd come sempre chiede un’informativa alla Camera

Come qualcuno tra le file di Fratelli d’Italia ha fatto sommessamente notare le opposizioni non spiccano per coerenza. Quando la premier ha fatto da ‘facilitatore’ con la Casa Bianca doveva lasciare fare a Bruxelles e non invadere il campo. Adesso che la trattativa è nelle mani di von der Leyen è colpa di Meloni. Elly Schlein è stata la prima a indossare l’elmetto in buona compagnia. Da Avs ai 5Stelle passando per i centristi Calenda e Renzi è stata una gara a chi la sparava più grossa. Fin ad arrivare a pretendere le scuse dalla premier. Ora vorrebbero partire in guerra contro Washington, ma sono gli stessi che frenano sul riarmo europeo, valli a campire.

La Commissione Ue sposa la linea italiana dei nervi saldi

Con buona pace delle opposizioni militanti e anti-italiane, però, la Commissione europea ha virato per una risposta improntata ai nervi saldi. Insomma ancora una volta è passata la linea del governo italiano: calma e gesso, nessuna ritorsione, una guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico sarebbe una follia. “La discussione sui dazi è legittima ma credo sia un po’ anticipata. E  così come la pone la sinistra rischia di essere dannosa”. Parola di Fabio Rampelli che, ad Agorà Estate su Rai Tre, ha smascherato il giochetto delle sinistre. “Si potranno tirare le somme ed esprimere giudizi all’indomani del primo agosto. Tutto ciò che avviene ora, soprattutto se non c’è prudenza, rischia di danneggiare il negoziato. Il presidente Meloni sta svolgendo il suo ruolo alla luce del sole e non si è mai sottratta al confronto con il Parlamento. L’Italia – spiega il vicepresidente della Camera – non ha la titolarità per guidare la trattativa, di competenza esclusiva dell’Ue. Ma ha fatto da facilitatore al rapporto tra Trump e von der Leyen per evitare quel ‘muro contro muro’ che avrebbe devastato i nostri interessi”.

Tajani vola a Washington: l’Europa tratterà a testa alta

In conclusione per Rampelli “tutti dovrebbero ringraziare Giorgia Meloni, che non ha sbagliato un colpo. Ovvio, poi, che si sia lavorato sulle reazioni nel caso in cui il negoziato fallisse. Ma è altrettanto ovvio che si cerchi fino all’ultimo giorno di portare a casa un risultato favorevole per l’Italia e l’Europa”. Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che è volato a Washington con l’obiettivo zero tariffe, fin da subito ha invitato alla cautela. “Calma e sangue freddo. L’Europa deve trattare a testa alta sapendo che è interesse di tutti evitare una guerra commerciale. L’Europa ha bisogno dell’America e viceversa”. Meloni colpevole? La Farnesina ricorda alle sinistre smemorate che gli Usa sono un paese alleato. “Come si fa a non avere un ponte con Trump?”.

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di Stefania Campitelli - 14 Luglio 2025