
Mattonopoli a Milano
Sala, sotto assedio, potrebbe lasciare: “Parlerò lunedì”. Quasi certe le dimissioni dell’assessore Tancredi
Si sente assediato, braccato. Beppe Sala è a un bivio: non sa se gettare la spugna o proseguire fino sl 2027, sotto il pressing dell’inchiesta giudiziaria sul mattone. Sicuramente – anche se manca l’ufficialità – il suo assessore Tancredi, che gestisce la rigenerazione urbana, è pronto a dimettersi. Il sindaco di Milani è costretto a perdere il secondo assessore da quando è scoppiata la tempesta giudiziaria. Solo cinque mesi fa aveva dovuto lasciare l’incarico Guido Bardelli (non indagato) per una chat scambiata con il primo dirigente comunale arrestato, Giovanni Oggioni. Per Tancredi la Procura di Milano ha chiesto mercoledì scorso gli arresti domiciliari. Dovrà presentarsi il 23 luglio davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia, farlo senza avere più incarichi istituzionali potrebbe alleggerire la sua posizione.
Ore cruciali per Sala, parlerà lunedì
Il passo indietro potrebbe arrivare lunedì quando Sala andrà in aula a riferire al Consiglio comunale. Ma potrebbe essere anche il contrario. A dimettersi potrebbe essere lo stesso sindaco. Sala si è preso il weekend prima di decidere, tormentato dai dubbi. Consegna del silenzio e 48 ore di riflessioni. Sicuramente non saranno le condizioni richieste dal Pd — dimissioni di Tancredi e cambio di rotta sull’urbanistica — a determinare la scelta finale. I bookmaker danno un 50 per cento di possibilità al passo indietro. Se decidesse di restare al suo posto, lunedì potrebbe essere l’occasione buona per dare qualche indicazione sul successore di Tancredi: una figura terza, di garanzia, sul modello d Franco Gabrielli, che fino a pochi mesi fa è stato il consulente del sindaco per la sicurezza.
Quasi certe le dimissioni dell’assessore Tancredi
Alla tempesta giudiziaria si aggiunge la partita politica con il Pd, che ondeggia tra la solidarietà (più di facciata) e la tentazione ‘moralista’ dell’ala riformista di mollare il sindaco amico. Non a caso la telefonata di cortesia di Elly Schlein è arrivata quando il passo indietro di Tancredi era cosa fatta. Secondo dossier: evitare lo scontro frontale con le toghe, oggetto di una lunghissima riunione tra Sala e il Pd cittadino, con i giornalisti assiepati per ore. Ieri è stata una giornata di incontri serrati per gestire il terremoto a Palazzo Marino. Prima il terzo faccia a faccia con Tancredi, arrivato n scooter alle 14,15, poi la delegazione del Pd e quella di Europa Verde. No comment. Dal primo cittadino non è uscita una parola. “Parlo io, lunedì”, Nessuna fuga in avanti, silenzio stampa per 48 ore. La posta in gioco è pesante: avanti fino al 2027 o tutti a casa e voto anticipato. Nella riunione fiume si sono toccati tutti i temi. Compresa la vendita dello stadio di San Siro. Dossier delicato che consiglia prudenza.