
Rocca, commosso, incontra i familiari di Satnam Singh: “Una vicenda dolorosa che va oltre sicurezza e caporalato: ha poco di umano”
«Qui la vicenda di Satnam è andata oltre il tema della sicurezza sul lavoro e del caporalato. Quella che è mancata è stata proprio l’umanità, quel senso minimo di civiltà, di rispetto di regole base. Questo è stato forse uno dei momenti più bassi e quindi secondo me questa storia merita di essere ricordata non soltanto nella memoria di una vita umana: il tema della sicurezza purtroppo strappa spesso di vite umane, ma proprio per tutto quello che ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità e con comportamenti che hanno poco di umano». Lo ha detto, tra commozione e indignazione, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, al termine dell’incontro con i genitori e i familiari di Satnam Singh, il bracciante indiano deceduto il 19 giugno 2024 nei campi dell’Agro Pontino a causa di un incidente sul lavoro.
«Non si muore per un braccio perso… Quindi pensare a tutto il tempo che si è perduto, al dolore… E vedere le lacrime dei familiari, è uno degli aspetti più terribili della vicenda – ha proseguito Rocca –. Questa è una storia che fa emergere la drammaticità che spesso si verifica delle condizioni in cui vivono i lavoratori del settore agroalimentare, del settore agricolo. E che segnala quindi la necessità di tenere alta la vigilanza. Però ripeto, questa è una storia che racconta molto di più. Che racconta non solo di sfruttamento, ma anche di barbarie».
«È una vicenda – aggiunge il presidente della Regione Lazio – che racconta di persone che dormono nelle stalle; è una vicenda che ci insegna che non dobbiamo voltarci dall’altra parte, ma dobbiamo tenere sempre alta la guardia per far rispettare quei valori base che elevano una comunità. Ecco: questo è quello che serve. È stata una lezione di grande dignità incontrarli. Vedere questa famiglia così unita. Così forte nel ricordo del figlio, e che non conosce la parola risentimento e odio. Ovviamente chiedono giustizia per la morte del figlio. Ma quello con loro è stato un incontro molto toccante, perché quando ci si misura con il dolore, con la perdita, quelli che si vivono sono sempre momenti molto dolorosi».
E allora, «la costituzione di parte civile – ha spiegato il presidente Rocca – è solo un piccolo spicchio di questa vicenda. Perché poi noi abbiamo intenzione, e non soltanto per la morte di Satnam, ma anche per il procedimento, e per lo sfruttamento del lavoro, di costituirci parte civile. Abbiamo stanziato molte risorse sulla formazione. Stiamo assumendo oltre 100 tecnici della prevenzione. Però dobbiamo andare oltre questo, che rappresenta un fenomeno culturale. La storia di Satnam, per quello che incarna, è una storia che si dovrebbe raccontare ai ragazzi. Perché dietro racconta uno spicchio maledetto, e per fortuna minoritario in Italia, che noi non possiamo consentire che cresca. Ma che anzi vogliamo che venga contrastato con tutte le nostre forze».
(Italpress)