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Riforma del Csm, correnti e sorteggio. Ecco i nomi eccellenti di chi ha cambiato idea: da Flick a Violante, da Cartabia a De Raho

Strabismo rosso

Riforma del Csm, correnti e sorteggio. Ecco i nomi eccellenti di chi ha cambiato idea: da Flick a Violante, da Cartabia a De Raho

In pieno terremoto Palamara le testimonianze di alcuni vip di provata fede progressista che invocavano la riforma del Consiglio superiore della magistratura e una terapia d'urto per il "malato grave". Che ne dicono sinistra e Anm che oggi si stracciano le vesti per la riforma Nordio?

Politica - di Gloria Sabatini - 26 Luglio 2025 alle 12:50

Carta canta. Sulla riforma della giustizia, che dopo il via libera della Camera ha incassato anche il primo sì Senato, la sinistra, che oggi si straccia le vesti e grida al “pericoloso” passo indietro, farebbe bene rileggere alcune riflessioni di nomi eccellenti di provata fede progressista (togati, ex ministri della Giustizia, ex presidenti della Camera) che, sotto lo tsunami Palamara, invocavano una riforma strutturale del Csm. Fino a spingersi, come il grillino Federico Cafiero De Raho, per la soluzione del sorteggio. Proprio quella individuata nella riforma Nordio che oggi fa sobbalzare dalla sedia 5Stelle e Pd che gridano allo scandalo.

Csm, quello che dicevano togati ed ex ministri sulla riforma e il sorteggio

Si chiedeva una terapia d’urto per il “malato grave” e perfino l’istituzione di un’Alta corte disciplinare. A rileggere certe dichiarazioni del biennio 2021-2022 sembra che provengano da “pericolosi sovranisti” del governo Meloni. E invece escono dalle labbra di esponenti riconducibili alla sinistra. L’Anm  non ha nulla da dire? Qualcuno dovrebbe consigliare al timoniere del sindacato delle toghe, Cesare Parodi, di muoversi con maggiore cautela. Errare è umano da perseverare…

Ecco le interviste dimenticate dalla sinistra e dall’Anm

Ripercorriamo a volo di uccello alcuni passaggi  significativi desunti dalle cronache giornalistiche. David Ermini, allora vicepresidente del Csm, intervistato da La Stampa (maggio 2022), diceva testualmente che una riforma del Csm andava approvata. “… Proprio perché gli applausi tributati a Mattarella hanno il valore di un impegno preso dal Parlamento. Se si ritornasse a votare con le vecchie regole, quell’impegno sarebbe violato”. Sempre a La Stampa (5 dicembre 2021) Nino Di Matteo, già presidente della giunta distrettuale di Palermo dell’Anm, si esprimeva così. “Avevo sempre diffidato del Csm: isolava e delegittimava, anziché difendere, i magistrati liberi e coraggiosi, non intruppati. Quelli che, come dicevano di me, non ‘coltivano’ le domande per gli incarichi direttivi”. E ancora (sulla vittoria del gruppo 101 alle elezioni dell’Anm di Palermo) diceva che si trattava di un “segnale da non sottovalutare: tanti magistrati chiedono una cura forte per un organismo malato. Il sorteggio temperato, magari per un tempo limitato, è il vaccino per il virus del correntismo”. Sorteggio? Anche lui?

De Raho sponsor del sorteggio “contro le interferenze”

E veniamo a Cafiero De Raho, che in un colloquio con La Stampa (13 dicembre 2021) si esprimeva nettamente per una riforma del Consiglio superiore della magistratura. E avanzava proposte oggi rispedite al mittente come la peste dal suo partito. “Penso che la modalità più lineare e più obiettiva per comporre il Consiglio – diceva appena quattro anni fa – sarebbe quella del sorteggio, che esclude la possibilità di interferenze da parte di chiunque. Mi è chiaro che il quadro porta in altra direzione: si vuole modificare la situazione, ma non nella direzione del sorteggio. Continuo a pensare, però, che il sorteggio corrisponda esattamente alla capacità del magistrato medio. Non mi scandalizzerei, anzi credo che sarebbe la modalità attraverso cui escludere qualunque eccessiva interferenza o condizionamento”.

Flick fautore della “soluzione estrema” della revisione della Costituzione

L’ex ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, anche lui non certo un fan del governo Meloni, intervistato dal Giornale (13 giugno 2021) alla domanda del collega Francesco Specchia se servisse la “soluzione estrema” della revisione della Costituzione per riformare la giustizia rispondeva positivamente. “Serve se vi sono la coesione e una maggioranza, la volontà per una riforma costituzionale che affronti alcuni punti chiave dell’ordinamento, evocati dalla commissione Luciani: l’alta Corte di giustizia per i magistrati; l’elezione in due tempi del Csm; la nomina del suo vicepresidente da parte del Capo dello Stato. Per tutto questo serve una modifica della Carta”. Ma non basta, l’ex Guardasigilli aggiungeva un’altra ipotesi. “Per gli illeciti disciplinari è competente il Csm, che a me (e non soltanto a me) sembra più opportuno sostituire con un’Alta Corte di giustizia costituita da persone sagge, fuori del gioco correntizio, senza problemi di carriera o di rapporti interpersonali, competente anche per tutte le magistrature e magari anche per l’avvocatura”.

Cartabia: va eliminato il correntismo, occorre una svolta culturale

Un’altro ex Guardasigilli, Marta Cartabia ( La Stampa, 25 aprile 2021) riflettendo sulle correnti si diceva convinta che non si potessero né dovessero eliminare, “quello che va eliminato sono le degenerazioni, le logiche spartitorie. Insomma, il “correntismo”, che è un problema innanzitutto culturale. Come in molti ambiti, anche per la riforma del Csm gli interventi giuridici possono accompagnare una trasformazione culturale, ma gli uni non bastano senza l’altra. Detto questo, qualcosa si può fare. Ho chiesto alla Commissione guidata da Massimo Luciani di studiare i possibili ambiti di intervento, dal sistema elettorale del Csm ai criteri di attribuzione degli incarichi direttivi.

Sabella: serve il sorteggio dei componenti del plenum

Alfonso Sabella, già sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo di Gian Carlo Caselli e assessore alla Legalità di Roma Capitale con Veltroni sindaco, parlando con il Riformista ( 3 dicembre 2021) è tranchant. “O dobbiamo credere che le correnti dell’Anm siano realtà eversive e andrebbero sciolte con un decreto del ministro dell’Interno oppure occorre interrompere questo circuito vizioso tra le correnti dell’Anm e il Csm per recuperare la funzione di assoluta garanzia di autonomia e indipendenza che deve avere. L’unico modo per invertire la rotta è un trattamento chemioterapico d’urto, ossia il sorteggio dei componenti del plenum… Ciò dovrebbe passare per una riforma costituzionale, per quello dicevo che la magistratura da sola non è in grado di riformarsi”. E ancora: “Ammetto comunque di non provare alcuna simpatia per l’Anm, quindi non mi straccerei le vesti se un giorno ciò accadesse. Il Paese può sopravvivere anche senza di lei. Il problema vero è un altro: mi rendo conto che la politica non vuole affrontare questo discorso e si gira dall’altra parte, tuttavia bisogna non dimenticare che le correnti dell’Anm si muovono fuori da qualunque regola, o norma di legge. Si tratta di soggetti che determinano il presente e il futuro del Paese ma lo fanno come associazioni private”.

Violante: la politica ha ceduto il passo alla magistratura

Infine un’illuminante intervista a Luciano Violante a La Verità (6 luglio 2020). “Leggi occhiute e pervasive hanno attribuito soprattutto alla magistratura penale, ma anche ad altri organi dello Stato, funzioni di sorveglianza e di controllo sull’intera società italiana. La politica – diceva l’ex presidente della Camera – ha ceduto il passo, delegando alla magistratura molte delle sue funzioni. Oggi le toghe decidono persino chi può stare nelle liste elettorali e chi no. … Oggi la magistratura per delega della politica fa parte del sistema di governo del Paese”. Nessun dubbio sulla riforma del Csm. “Il vicepresidente deve essere nominato dal Capo dello Stato…”. E poi: “Si deve costituire un’Alta Corte per la responsabilità disciplinare di tutta le magistratura…e questa Corte deve decidere anche sui ricorsi contro le nomine interne”.

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