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Dopo gli Usa

Rientro in Israele amaro per Netanyahu: processo per corruzione e minaccia degli ultra-ortodossi di far cadere il governo

Il primo ministro è accusato di avere ricevuto soldi da Hollywood oltre a una serie infinita di regalie. In aula si è difeso attaccando il procuratore. Stallo anche sui negoziati: lui si dice fiducioso, ma Hamas va all'attacco

Esteri - di Renato Sandri - 14 Luglio 2025 alle 17:36

Quinto giorno di controinterrogatorio per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nell’ambito del processo in cui è accusato di corruzione. Al tribunale di Tel Aviv, Netanyahu, di rientro dagli Usa, ancora una volta ha affermato che la sua relazione con il magnate di Hollywood Arnon Milchan era basata su una vera amicizia e non, come sostiene l’accusa, perché Milchan cercava «i suoi favori inondandolo di regali di lusso». Il processo si svolge in un momento particolarmente delicato per il premier israeliano, alle prese con la difficile trattativa per il cessate il fuoco con Hamas, le accuse internazionali per la situazione umanitaria a Gaza e con alcune forti tensioni interne al governo.

Netanyahu «fiducioso» sulle trattative per il cessate il fuoco, ma Hamas lancia accuse

«Stiamo parlando e speriamo di sistemare tutto entro la prossima settimana», ha dichiarato Donald Trump in queste ore a proposito dei colloqui in corso. Lo stesso Netanyahu poco prima aveva espresso ottimismo in un’intervista a Fox News, affermando che si sta «lavorando a un accordo» e aggiungendo di essere «fiducioso che lo raggiungeremo». Di contro Hamas, in una dichiarazione sul proprio canale Telegram, lo ha accusato di essere «abile nel bloccare un ciclo di negoziati dopo l’altro e non è disposto a raggiungere alcun accordo».

I problemi interni con gli ultra-ortodossi: pronti ad abbandonare il governo

Ma l’insidia politica maggiore in questo momento è interna: i partiti ultra-ortodossi – secondo quanto riporta Haaretz, citando fonti interne ai partiti in questione – abbandoneranno il governo, provocandone il crollo, se non verrà presentato nelle prossime ore un disegno di legge per esentare gli ultra-ortodossi haredim dal servizio militare. I leader politici si sarebbero incontrati nelle loro abitazioni per parlarne, aggiunge la testata, spiegando che il promotore della mossa sarebbe il leader di Shas, Arye Deri. Un contesto nel quale l’essere sottoposto a un processo per corruzione non è certo d’aiuto per il premier.

Netanyahu: «Con Milchan solo amicizia»

«Quando Arnon ha festeggiato il suo compleanno, non ha invitato tutte queste persone», he detto il premier israeliano, riferendosi a diversi politici di spicco dell’epoca che, a differenza di lui, non erano presenti. «Se lo interrogaste, dovreste chiedergli se aveva un legame del genere, di profondità, con tutte queste persone – e vi dirà inequivocabilmente di no. Il legame tra noi era unico, profondo e molto, molto amichevole», ha detto Netanyahu al procuratore Yonatan Tadmor. Netanyahu è accusato del reato di frode e violazione della fiducia con l’accusa di aver usato la sua influenza per cercare di avvantaggiare Milchan su diverse questioni, ricevendo allo stesso tempo sigari, champagne e gioielli per un valore di centinaia di migliaia di shekel dal miliardario americano.

L’attacco al Procuratore: «Da lui visione cinica e ristretta»

Il premier ha attaccato personalmente  il Procuratore Tadmor, definendo la sua visione del mondo «ristretta» e «cinica», incapace di «comprendere il quadro generale di questi accordi commerciali, ricchi di obiettivi più ampi di pace e prosperità regionale». Il primo ministro ha affermato che era «così che vedeva lui il rapporto».

Tadmor ha insistito sul fatto che «in fin dei conti, si tratta di affari il cui scopo è fare soldi». Tadmor ha fatto riferimento alla vicinanza tra Ratan Tata e Netanyahu. L’imprenditore indiano era proprietario del multimiliardario Tata Group e una figura chiave nel rafforzamento dei legami tra Israele e India.

Netanyahu ha sottolineato che, per quanto ne sa, in rapporti come questi «i vantaggi commerciali si manifestano più avanti, e non nel periodo di tempo preso in considerazione dal processo».

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di Renato Sandri - 14 Luglio 2025