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Conti in rosso per Italia Viva: il bilancio si chiude con perdite per quasi 1,5 milioni

I finanziatori gli fanno ciao

Renzi vede “rosso”: Italia Viva chiude il bilancio del 2024 con quasi un milione e mezzo di perdite

Sui conti hanno pesato le spese per le europee, una cifra "monstre" per pubblicità e propaganda e la contrazione dei contributi dei sostenitori, privati e imprese. Tra i parlamentari Maria Elena Boschi è la più generosa, il leader nella media

Politica - di Natalia Delfino - 3 Luglio 2025 alle 17:43

Conti in rosso per Italia Viva, che chiude il bilancio 2024 con un disavanzo d’esercizio di 1 milione 417mila 460 euro. Sul bilancio hanno pesato le spese per le europee, ma anche, secondo quanto emerso, una contrazione dei contributi dei sostenitori, privati e imprese, che con le loro donazioni davano respiro ai conti del partito di Matteo Renzi, compensando le uscite, anche elettorali.

Italia Viva chiude il bilancio con quasi un milione e mezzo di perdite

Il “Rendiconto 2024”, chiuso al 31 dicembre, è stato pubblicato sul sito di Italia Viva, nella sezione “Trasparenza” e rilanciato dall’agenzia di stampa Adnkronos, che sottolinea come siano gli stessi «vertici del partito» a certificare la riduzione dei contributi privati. Scorrendo le varie poste si scopre che l’anno scorso il movimento lanciato dall’ex premier nel 2019 ha registrato «passività, compresi i fondi, pari a 1 milione 512mila 984 euro», di cui “debiti verso fornitori” per un milione 460mila 687 euro.

A pesare sulle finanze sono in particolare i 3 milioni 498mila 954 euro, secondo il gergo tecnico, di “oneri della gestione caratteristica”, ovvero, i “costi per l’acquisto di beni” (cancelleria, materiale di consumo) e i “costi per servizi”, che comprendono varie voci (dalle spese condominiali e postali a quelle per l’energia elettrica).

Il peso della propaganda: spesi quasi 1,7 milioni

Nel dettaglio, Iv ha sborsato una cifra monstre, 1 milione 689mila 644 euro, in “pubblicità e propaganda”; 464mila 755 euro per “spese di rappresentanza, viaggi, trasferte, alberghi e ristoranti”; circa 100 mila euro per il sito internet aziendale; poco più di 81mila euro per il personale e appena 1.164 euro per il condominio. Il partito renziano, si legge nella relazione sulla gestione, può contare invece su oltre un milione di euro (per l’esattezza, 1 milione 116mila 947 euro) dalla destinazione del 2 per mille dell’Irpef; su 376mila 879 euro di “disponibilità liquide”.

Calano i contributi dei sostenitori

In calo rispetto al passato i “contributi provenienti da persone fisiche”, per lo più parlamentari, pari a 648mila 68 euro (che comprendono l’importo di 32mila 700 euro “relativo a crediti vantati dal partito non ancora incassati alla data di chiusura dell’esercizio”) e i “contributi da altri soggetti”, stimati in 260mila 940 euro. Tra i proventi, le quote associative annuali di 40mila 312 euro.

Il «disavanzo di esercizio pari a 1 milione 417mila 460 euro», scrivono il presidente di Italia Viva Renzi e il tesoriere Bonifazi nella nota integrativa al bilancio, «ha determinato il passaggio della consistenza del patrimonio netto da una situazione positiva a una posizione negativa pari a 857 mila 032 euro». «Tale risultato – spiegano – è riconducibile principalmente ai rilevanti oneri sostenuti per il finanziamento dell’attività politica connessa alla campagna elettorale per le elezioni europee del 2024, i quali non hanno trovato un corrispondente riscontro in termini di contribuzioni volontarie e liberalità da parte dei sostenitori del partito».

Chi sono i principali finanziatori di Italia Viva

Carte alla mano, tra i principali “finanziatori” di Italia Viva resta con 50mila euro Davide Serra, un fedelissimo dell’ex segretario Pd e uno degli esponenti di spicco del cosiddetto giglio magico. Con il fondatore di Algebris figura pure la moglie Anna Claudia Barassi sempre con 50mila euro. Con un “obolo” di 20mila euro risulta l’imprenditore monegasco di origini italiane, Manfredi Lefebvre d’Ovidio De Clunieres, armatore e uomo d’affari, presidente ed ex proprietario della società di crociere di lusso Silversea Cruises.

Diecimila euro arrivano da Giovanni Tamburi, fondatore di Tip e tra i principali investitori privati italiani. Ha bonificato 18mila euro (10mila più 8mila euro in cumulativa) l’imprenditore Gianfranco Librandi, ex parlamentare Iv ora di Forza Italia, che attraverso la sua azienda Tci, leader mondiale nella produzione di componenti elettronici per l’illuminazione, ha versato alle casse renziane altre 40mila euro. Hanno staccato, rispettivamente, un assegno di 30 mila euro e 24 mila euro, la Ferdani srl e la Cabiria Branduniverse srl.

In lista compaiono anche l’Ospedale San Carlo Di Nancy Gvm Car di Roma con 2mila 500 euro e con la stessa somma il Maria Beatrice Hospital srl di Firenze. Oltre 130mila euro sono state investite per sostenere «iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne».

Tra i parlamentari la più generosa è Boschi, Renzi nella media

Con più di 20mila euro in due tranche (15mila 580 euro e 5mila euro) l’ex ministro e attuale capogruppo alla Camera, Maria Elena Boschi, la classifica dei parlamentari-finanziatori. La seguono Bonifazi e Giachetti con 9mila euro; Maria Chiara Gadda con 8mila euro; la presidente dei senatori Raffaella Paita con 7mila euro, l’ex sottosegretario Ivan Scalfarotto con 4mila 500 euro. Ammonta a 6mila euro il contributo del leader Renzi come di Enrico Borghi.

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di Natalia Delfino - 3 Luglio 2025