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Putin Iran arricchimento uranio nucleare

Il pressing dello zar

Putin cambia linea sul nucleare iraniano: «Teheran accetti l’accordo con gli Usa sull’arricchimento zero»

Secondo fonti vicine al dossier, Mosca lavora dietro le quinte con Trump per spingere la Repubblica islamica a cedere: anche Israele sarebbe informato. Ma gli ayatollah fanno resistenza

Esteri - di Alice Carrazza - 12 Luglio 2025 alle 20:24

Vladimir Putin cambia il copione sul nucleare iraniano, e spinge per l’arricchimento zero. È quanto avrebbe comunicato sia a Donald Trump che agli stessi iraniani, secondo fonti rivelate da Axios. Un’indicazione che stride con la linea ufficiale del Cremlino, tradizionalmente a fianco di Teheran nella difesa del “diritto sovrano all’arricchimento”.

Mosca fa un passo indietro: stop all’arricchimento per l’Iran

Pubblicamente, Mosca ha sempre protetto la narrativa iraniana. In privato, raccontano tre funzionari europei e una fonte israeliana, Putin avrebbe imboccato la via opposta: incoraggiare Teheran ad accettare un accordo che vieti del tutto l’arricchimento dell’uranio. Una linea, quella dello zero enrichment, che per il regime degli ayatollah rappresenta una linea rossa invalicabile, ma che per Putin, dopo la guerra-lampo di dodici giorni con Israele, sarebbe divenuta l’unica posizione razionale.

“Lo ha detto anche a Trump”

Due delle fonti europee citate da Axios riferiscono che Mosca ha aggiornato il governo israeliano sul cambio di passo. “Sappiamo che è questo ciò che Putin ha detto agli iraniani”, ha dichiarato un alto funzionario. La stessa posizione è stata ribadita nelle telefonate della scorsa settimana, sia al presidente americano che all’omologo francese Emmanuel Macron.

Secondo un altro addetto ai lavori con conoscenza diretta dei colloqui, “Putin sosterrebbe un’intesa senza arricchimento. Ha esortato gli iraniani a muoversi in quella direzione per rendere i negoziati con gli americani più favorevoli. Ma gli hanno detto che non ne vogliono sentir parlare”.

Dall’altra parte del tavolo, Donald Trump avrebbe chiarito di voler riaprire il dossier nucleare e proporre un nuovo accordo. Una delle richieste centrali sarà proprio “nessuna concessione” sul tema, ora fatta propria anche da Mosca.

Cosa c’è dietro la nuova postura di Putin

L’elemento più significativo non è solo la proposta in sé, ma chi la propone. L’Iran, da mesi, è uno dei principali fornitori militari della Russia nella guerra contro l’Ucraina: droni d’attacco — i famosi Shahed — missili a corto raggio, tecnologia a basso prezzo. Eppure, alla prova dei fatti, il sostegno di Mosca a Teheran si è limitato a qualche dichiarazione cauta sulla stampa. Teheran ha incassato la delusione in silenzio, ma il segnale è di sicuro stato colto.

Fonti vicine al dossier hanno riferito che la Russia, in caso di intesa, si sarebbe detta disposta a prelevare tutto l’uranio altamente arricchito dall’Iran. In cambio, fornirebbe uranio al 3,67% per uso civile e piccole quantità al 20% per la ricerca medica e il reattore di Teheran. Una formula già nota agli esperti, ma oggi rilanciata con nuova insistenza.

Diplomazia in attesa

Intanto, Steve Witkoff, l’inviato speciale della Casa Bianca, sarebbe in contatto con il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi per valutare la possibilità di una riapertura formale dei negoziati, frenati al quinto round. Si era parlato di un incontro a Oslo, ma secondo diverse fonti, l’ipotesi sarebbe stata congelata. Si cerca ora una sede alternativa, meno esposta, meno storica e più flessibile.

Dal canto suo, Araghchi ha ribadito che “la Repubblica islamica rimane disposta a costruire questa fiducia attraverso la diplomazia, ma prima di ciò, le nostre controparti devono convincerci che vogliono la diplomazia e non che essa serva da copertura per altri obiettivi”.

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di Alice Carrazza - 12 Luglio 2025