
Si torna in aula venerdi
Processo a Ciro Grillo, i difensori all’assalto: “La ragazza non è credibile”. Lunedì la sentenza
Nessun rinvio del processo sul presunto stupro di gruppo in Costa Smeralda, anzi una accelerata. I giudici del tribunale di Tempio Pausania hanno aggiunto giovedì 10 luglio una quarta udienza per lunedì 14 luglio; quando dovrebbero entrare in camera di consiglio per poi emettere la sentenza, probabilmente nella stessa giornata. Il rischio di uno stop è stato scongiurato. Il collegio presieduto da Marco Cocco ha infatti respinto le richieste della difesa per uno slittamento motivato dall’esigenza di studiare l’ultima corposa memoria – circa 650 pagine – presentata alcuni giorni fa dai legali di parte civile.
Documentazione di cui gli stessi difensori avevano chiesto di estromettere dal fascicolo dibattimentale. Niente da fare: i giudici hanno deciso di acquisire la memoria, pur stralciando alcune parti perché lesive del diritto di difesa. L’udienza è quindi entrata nel vivo delle arringhe con gli avvocati Enrico Grillo ed Ernesto Monteverde, difensori di Grillo Jr, a processo con i tre amici genovesi Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta: tutti accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa italo norvegese, all’epoca 19enne, e di una sua coetanea. I due legali non hanno dubbi: i rapporti sessuali sono stati consenzienti e la presunta vittima non è credibile. “Ha gridato al lupo al lupo qualche volta di troppo e per questo credo che anche i suoi amici non le abbiano creduto. Quante probabilità ci sono che una persona sia vittima di due episodi con elementi a tratti simili?”, ha chiesto provocatoriamente l’avvocato riferendosi a un secondo presunto stupro in Norvegia denunciato dalla ragazza, che poi però ha ritrattato.
Punto centrale del suo intervento, la quantità di alcol consumato dalle due giovani la sera tra il 16 e il 17 luglio del 2019 prima al Billionaire e poi a Porto Cervo nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo, dove si sarebbe consumata la violenza. “Ero ubriachissima”, aveva ribadito più volte in aula la studentessa. Ma la difesa non ci sta. “Tutti i ragazzi dai primi interrogatori hanno sempre dato la stessa versione sul quantitativo di alcol consumato quella sera. L’unica che invece parla di un quantitativo più elevato ed ingente è la presunta vittima – ha chiarito l’avvocato -. La mia impressione è che la ragazza abbia un disagio forte giovanile”.
L’avvocato Monteverde ha ripreso la linea difensiva del suo collega: “Quello che dice questa ragazza non è mai quello che poi fa e ha la propensione a non dire la verità. Non è credile e voi giudici avete gli elementi per definirlo. I periti stessi hanno detto che lei ha un problema a dire di no. Dal nostro punto di vista anche solo la richiesta di condanna è sbagliata e noi abbiamo presentato ai giudici ragionevoli dubbi”. Si torna in aula venerdì 11, sabato 12 ma anche lunedì 14 luglio per il proseguo delle arringhe e a seguire le eventuali repliche. Poi i giudici dovrebbero entrare in camera di consiglio per emettere la sentenza.