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Un nuovo corso in Europa

Procaccini: “Bene Frederiksen sui migranti. Finalmente anche tra i socialisti c’è chi afferma la linea della legalità”

La premier danese illustra il programma per il semestre di presidenza e rifiuta l'impostazione open borders: "La migrazione è una priorità assoluta. I cittadini europei hanno il diritto di sentirsi sicuri". L'eurodeputato di FdI: "Ora la sinistra rischia di svenire"

Europa - di Alice Carrazza - 8 Luglio 2025 alle 14:34

«Lei non sa da quanto tempo noi Conservatori aspettavamo queste parole da una leader socialista». Con questa frase che non lascia margini di dubbio, Nicola Procaccini – copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo – ha salutato con favore l’intervento della premier danese Mette Frederiksen a Strasburgo, lodando il coraggio con cui la leader socialdemocratica ha posto la questione migratoria al centro della presidenza di turno del Consiglio Ue, assunta dalla Danimarca fino a dicembre.

L’Europa cambia linea sull’immigrazione

Un elogio inaspettato, ma non immotivato. Frederiksen, dal podio dell’Europarlamento, ha pronunciato parole che un tempo avrebbero provocato scompensi tra le file della sinistra continentale: «Dobbiamo rafforzare le nostre frontiere esterne. Dobbiamo ridurre l’afflusso di migranti in Europa. Dobbiamo rendere il processo di rimpatrio più facile e, naturalmente, anche più efficiente». Parole che per anni sono valse anatemi, accuse di xenofobia e dileggi assortiti contro chi, come la destra europea, osava pronunciarle.

Frederiksen ha imparato da Meloni

«Ciò che è stato mainstream tra le nostre popolazioni per molti anni è ora finalmente mainstream anche per molti di noi politici. Forse non nel Parlamento, ma per fortuna, e ne sono davvero felice, nel Consiglio europeo». Frederiksen non ha usato perifrasi per dare una stoccata ai suoi stessi “compagni”. Ha detto a chiare lettere ciò che ormai è innegabile: il baricentro del dibattito sull’immigrazione è cambiato, e chi governa non può più permettersi di far finta di nulla. Per essere all’altezza della realtà, deve studiare e replicare il modello delle destre, come quello italiano del governo Meloni.

Ai compagni nostrani vengono i brividi

Procaccini lo sottolinea: «Solo per aver usato le sue stesse parole, siamo stati insultati, dileggiati, combattuti dalle sinistre in questo Parlamento. Purtroppo in altre Nazioni europee, i socialisti continuano a perseguire una folle dottrina immigrazionista “no borders”. Penso alla Spagna o all’Italia, dove gli esponenti del Partito democratico rischierebbero di svenire sentendo un suo ministro definire “incredibilmente positivo” il protocollo Italia – Albania».

Una sinistra che guarda a destra… e si spacca

La leader danese incarna oggi una delle più profonde fratture all’interno della sinistra europea: quella tra il socialismo identitario e il realismo di governo. A Copenaghen, il suo partito è sotto attacco da parte dei suoi stessi alleati di area, accusato di essersi piegato a logiche da “destra estrema”. Ma a Strasburgo la sua linea è stata accolta con rispetto trasversale e persino ammirazione da chi, come il gruppo Ecr, l’ha sempre sostenuta – pur senza il cappello progressista.

E mentre la Danimarca assume la guida politica dell’Unione, la posta in gioco è alta. Bruxelles ha appena presentato un sistema comune per i rimpatri, ma la sua approvazione entro l’anno resta improbabile. Frederiksen, tuttavia, ha già mostrato di voler imprimere una svolta: «La migrazione è una priorità assoluta per molti europei, me compresa. I cittadini europei hanno il diritto di sentirsi sicuri nei propri Paesi».

Lotta alla criminalità: l’altra faccia del fenomeno migratorio

Proprio mentre si pronunciavano le intenzioni, a sud, sulle coste calabresi, si passava all’azione: una maxi-operazione internazionale contro i trafficanti di esseri umani. L’indagine “Medusa”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ha portato all’arresto di 25 persone e all’individuazione di una rete che, tra il 2017 e il 2022, ha traghettato oltre duemila migranti clandestini verso l’Italia, incassando decine di milioni di euro. Le rotte? Quelle orientali: dalla Turchia fino alle coste reggine, passando per organizzazioni ben oliate con basi in Georgia, Ucraina e Moldavia. Un’inchiesta che mette a nudo ciò che Frederiksen ha indicato come priorità: sicurezza, legalità, frontiere.

Il punto di frizione: l’ambientalismo ideologico

Procaccini tuttavia non le risparmia una critica all’agenda green, che considera un punto debole del governo Frederiksen: «La volontà di modificare al rialzo la tassazione europea sull’energia per famiglie e imprese rivela la matrice di sinistra del suo governo, che interpreta l’ambientalismo come un surrogato del socialismo, che impone, tassa, vieta, obbliga, comprime la neutralità tecnologica e la libertà delle persone. Tutto questo senza citare mai neppure una volta la parola nucleare».

E non è un dettaglio: il commissario europeo all’Energia è Dan Joergensen, danese come Frederiksen, che secondo Procaccini rappresenta la parte più dogmatica di una visione ecologista che rinuncia all’innovazione tecnologica in favore di una rigidità punitiva.

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di Alice Carrazza - 8 Luglio 2025