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Il ministro Valditara. Il caso di Nadir, il ragazzo bocciato alla maturità, riaccende i riflettori sulle politiche per l’integrazione a scuola

Il caso

Nadir e la maturità, Valditara: «13 milioni e mille docenti per gli studenti stranieri che non conoscono l’italiano. La sinistra? Fa solo propaganda»

La vicenda di un ragazzo pakistano bocciato all'esame perché non padroneggiava abbastanza la nostra lingua riaccende i riflettori sul tema dell'integrazione e riporta alla mente le polemiche di Pd & compagni sulle classe di transizione. Proveranno imbarazzo?

Politica - di Annamaria Gravino - 7 Luglio 2025 alle 15:18

Nadir ha vent’anni, è arrivato nel 2020 dal Pakistan e quest’anno ha sostenuto la maturità. Non l’ha passata a causa del gap linguistico. I suoi compagni di classe e gli insegnanti hanno scritto una commovente lettera aperta per denunciare quella che ritengono essere stata un’ingiustizia, descrivendo l’impegno e i sacrifici del ragazzo per superare il traguardo. Il Corriere di Bologna, che racconta la vicenda, dà ampio conto anche delle critiche al sistema scolastico mosse dai docenti che hanno seguito Nadir nel suo percorso e che ora chiedono una revisione del sistema. In realtà, il ministero dell’Istruzione quella revisione l’ha già avviata, come strategia complessiva per favorire l’integrazione e mettere i ragazzi come lui in condizione di non rimanere indietro – nonostante gli sforzi – per il deficit di conoscenza dell’italiano.

Valditara al Secolo: «13 milioni e mille docenti per aiutare i ragazzi stranieri»

Sentito dal Secolo d’Italia, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha ricordato che: il governo ha stanziato 13 milioni di euro per il potenziamento della conoscenza della lingua italiana con corsi extracurricolari in favore dei ragazzi stranieri che ne abbiano necessità; per l’anno scolastico che si aprirà a settembre è prevista l’assunzione in organico di 1000 docenti specificamente formati per insegnare l’italiano ai ragazzi stranieri di primo arrivo che non conoscano la nostra lingua; che con Agenda Nord sono state messe in campo politiche attive per affrontare le criticità delle scuole situate nelle periferie delle città del Centro-nord, dove si inizia a registrare un aumento della dispersione implicita e un calo delle competenze nelle materie di base, a seguito di un sempre più forte impatto degli studenti stranieri.

I ragazzi stranieri di primo arrivo «frequenteranno le lezioni di italiano in classi specifiche con dei docenti che sono stati appositamente formati, mentre per tutte le altre materie saranno in classe con i loro compagni», ci ha spiegato il ministro, chiarendo che quella attivata è una strategia su due livelli: l’intervento immediato per il potenziamento linguistico e, attraverso Agenda Nord, l’intervento rafforzato in dieci punti per potenziare la didattica, da una particolare formazione dei docenti, alle scuole aperte tutto il giorno e a un incremento del tempo pieno, da un maggior numero di docenti di italiano, matematica e inglese al coinvolgimento delle famiglie.

Le polemiche della sinistra sulle classi di transizione

Bisogna fare un ulteriore passo indietro, però, per capire fino in fondo le implicazioni politiche del caso di Nadir e dei ragazzi come lui che frequentano le scuole italiane. Si tratta per la verità di uno sforzo di memoria piccolo: i fatti risalgono ad appena un anno fa, quando nella primavera del 2024 Valditara pose il problema di sistema, proponendo quelle classi di transizione per gli studenti stranieri di prima generazione che ora diventano realtà. Apriti cielo: Pd, M5S, Cgil e sindacati di base lo accusarono di fare propaganda ideologica, di voler promuovere classi ghetto, di dare un colpo mortale all’integrazione.

Oggi, leggendo la storia di Nadir, viene in mente quel vecchio detto per cui “il medico pietoso fa la piaga purulenta”. La sinistra non perde mai occasione per dimostrarsi medico pietoso, specie sui temi legati all’immigrazione: dal no ai rimpatri al no alle classi di transizione. Poi ci ritroviamo con la ferita della bocciatura di Nadir e vediamo, misurato sulla vita di un ragazzo che ce l’ha messa tutta, cosa significa voler curare i problemi sociali con l’ideologia del “buonismo”. Che non si contrappone al “cattivismo”, ma al pragmatismo, ovvero alla capacità di leggere i fenomeni per quello che sono e di dare risposte pratiche per la loro soluzione.

Il ministro: «La sinistra fa solo ideologia, noi diamo risposte concrete ai bisogni dei giovani»

«La sinistra purtroppo fa solo politiche ideologiche e non risolve i problemi, mentre noi diamo risposte concrete ai bisogni dei giovani», commenta oggi Valditara, più interessato a parlare delle risposte date che a rivangare le polemiche che furono. Resta, comunque, sul piatto una domanda: chissà se a sinistra, pensando a Nadir, qualcuno proverà imbarazzo, maturando finalmente la consapevolezza che il primo bersaglio di certe polemiche non sono le politiche del governo, ma la voglia dei ragazzi come lui di farcela.

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di Annamaria Gravino - 7 Luglio 2025