
Scandalo del mattone
Moratti: “Sala ha sottovalutato gli allarmi. Troppa leggerezza e distanza dai cittadini, Milano è alla paralisi”
Distanza tra amministrazione e cittadini, incapacità di leggere i segnali di allarme, scollatura tra sinistra e vocazione sociale. Letizia Moratti, già sindaco di Milano, commenta con amarezza lo tsunami giudiziario che si è abbattuto sul capoluogo lombardo. Intervistata da Marco Cherubini per Adnkronos, lancia l’Sos. Milano rischia di perdere la spinta propulsiva del dopo Expo 2015 di fronte a una giunta schiacciata tra grandi opere incompiute, cantieri bloccati e malcontento in crescita. “Senza un cambio di passo, la città rischia di diventare sempre più divisa tra centro e periferie”, avverte Moratti.
Moratti: Sala ha sottovalutato i segnali di allarme
Pur valutando positivamente l’accelerazione straordinaria impressa da Expo 2015 l’ex sindaco punta i riflettori su come si sia capitalizzato quel patrimonio. “Alcuni interventi infrastrutturali e urbanistici hanno avuto effetti positivi” dice citando opere come Pedemontana, BreBeMi, Tem, i prolungamenti e le nuove linee metropolitane. E ancora le realizzazioni di City Life, avviata da Albertini, e Porta Nuova. “Milano ha riqualificato diverse aree prima abbandonate al degrado, attraendo importanti investimenti. Negli ultimi 15 anni però le amministrazioni di centrosinistra hanno smarrito la dovuta attenzione ai profili sociali che la crescita anche impetuosa della città accompagna”.
La sinistra ha dimenticato i profili sociali della crescita
Moratti non ha dubbi. “Sala ha sottovalutato per troppo tempo i segnali di allarme, benché resti convinta che non dovesse rassegnare le dimissioni a seguito dell’inchiesta. La reazione è arrivata tardi e più per effetto delle inchieste che per autentica volontà di affrontare davvero un problema strutturale. La città è ferma da mesi. Più di 100 cantieri sono bloccati, migliaia di famiglie restano nel limbo di investimenti e mutui avviati e case che non ci sono. E anche le imprese, grandi e piccole fino agli artigiani, sono in enormi difficoltà per questo immobilismo”.
Il centrosinistra ha gestito con leggerezza il potere urbanistico
Il centrosinistra ha gestito con leggerezza, e non da oggi, il potere urbanistico – spiega l’ex sindaco esponente di punta di Forza Italia – accentrando scelte strategiche in poche mani. “Quando lo sviluppo urbano viene percepito come imposto e non condiviso, si rompe il patto tra amministrazione e cittadini. La città deve continuare a crescere e svilupparsi, ma con attenzione a chi ci vive. È questo aspetto profondamente umano è venuto a mancare nei decenni di guida di centrosinistra della città”. Moratti ricorda che la sua giunta promosse il Piano di Governo del Territorio (Pgt) con l’obiettivo di fare di Milano una città giardino d’Europa. Un metodo nuovo all’insegna di partecipazione pubblica, apertura alle osservazioni dei cittadini, bilanciamento tra diritti privati e interesse pubblico; trasparenza e regole. “Mi sarei aspettata – confessa . nei successivi 15 anni di amministrazioni di sinistra un ancor maggior impegno su questi temi. Invece…”
“È il momento per il centrodestra di costruire una proposta seria”
“Per il centrodestra è il momento di costruire una proposta seria, civica, aperta ai migliori talenti della città”, dice all’Adnkronos elencamdo i principali dossier sul campo: casa, lavoro, mobilità e sicurezza. “E poi serve ricostruire un rapporto di fiducia con le periferie, che oggi si sentono abbandonate. Continuare a parlare con la gente, come abbiamo sempre fatto, a differenza dell’attuale amministrazione Sala”. L’urbanistica può ancora rappresentare il motore della Milano del futuro ma deve cambiare. “Non possiamo più parlare solo di metri cubi o skyline: oggi l’urbanistica deve costruire comunità, verde, servizi, qualità della vita. La Milano degli ultimi anni ha prodotto diseguaglianze crescenti. Le periferie sono rimaste ai margini mentre il centro si trasformava. Negozi chiusi e vetrine spente sono indice di crisi economica e sociale e causa anche di insicurezza, la mancanza di alloggi per gli studenti universitari sono un grave fardello per una città che vanta poli accademici di eccellenza”.
L’urbanistica torni strumento di coesione, non di frattura
Per Moratti, dunque, è tempo che l’urbanistica torni a “essere strumento di coesione, non di frattura, sulla scia dei sindaci del passato. Serve tornare all’anima profonda di Milano: quella delle scuole civiche, delle istituzioni sociali. Questa crisi può essere un’occasione per cambiare mettendo al centro dell’attenzione e delle scelte la persona, i cittadini, senza rinunciare a crescita e sviluppo”.