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Migranti, la Ue svolta a destra: triplicati i fondi per i controllo delle frontiere. E la Grecia sospende gli asili

Von der Leyen e il bilancio

Migranti, la Ue svolta a destra: triplicati i fondi per i controllo delle frontiere. E la Grecia sospende gli asili

Esteri - di Monica Pucci - 16 Luglio 2025 alle 19:01

La Ue svolta a destra sulla gestione dell’immigrazione. La componente sovranista che fa pressing sulla maggioranza di Ursula von der Leyen e la spinta dei centristi sul modello Italia nel controllo degli ingressi e nella creazione di hub extraeuropei, hanno determinato un deciso cambio di passo rispetto agli anni passati. Nel progetto di budget finanziario le risorse per arginare il controllo dei migranti alle frontiere vengono triplicate, e la dimostrazione di come la misura sia attesa da molti Paesi europei la dà l’enfasi che la presidente Ue Von der Leyenassediata invece dagli agricoltori – mette nell’annunciare le nuove misure.

Migranti, il nuovo approccio della Ue

“Stiamo triplicando gli investimenti nella gestione delle migrazioni e delle frontiere, perché le frontiere europee sono una responsabilità condivisa. Stiamo triplicando i fondi di solidarietà, così da poter agire rapidamente e con decisione quando si verificano disastri”. Parole chiare, quelle di Ursula von der Leyen, parole che segnano una svolta a tutti gli effetti nell’approccio alla gestione dei fenomeni dei migranti. Nella conferenza stampa sui criteri di ripartizione dei 2 mila miliardi di euro per il quadro finanziario pluriannuale, ossia il bilancio Ue per il periodo 2028-2034, adottata oggi dall’esecutivo Ue. Quella sui migranti è però l’unica buona notizia da Bruxelles.

Da parte del governo italiano ci sono “forti riserve” – secondo quanto si apprende da fonti di governo – sul nuovo bilancio europeo presentato oggi da Ursula von der Leyen.

La novità principale della proposta consiste nell’accorpamento di diversi fondi in “piani di partenariato” che ogni Stato membro “sviluppa secondo le priorità europee, integrando i fondi diversi in modo più efficiente”, come spiega von der Leyen. “Oggi spesso vediamo diversi fondi sovrapporsi per uno stesso obiettivo, ma con criteri, tempistiche e requisiti diversi. È difficilissimo trovare, tra questi diversi fondi, quello giusto per ogni esigenza. Questa ridondanza porta a uno spreco di potenziale che non riusciamo a sbloccare per le regioni e gli Stati membri”.  Una proposta che non piace alla destra conservatrice italiana. “Von der Leyen ha voluto forzare sul fondo unico, nonostante la contrarietà di gran parte dei governi e del Parlamento europeo. Ora andremo a verificare le cifre reali e inizieremo un negoziato che si preannuncia lunghissimo e durissimo. Apprezziamo l’opera del vicepresidente Fitto per salvaguardare e modernizzare le politiche di coesione. Vogliamo invece decisamente di più sull’agricoltura, che in questa fase storica non può e non deve subire nuove penalizzazioni. Infine siamo molto preoccupati per le nuove risorse proprie, che rischiano di tramutarsi in nuove tasse ai danni di cittadini e imprese”, dichiara in una nota Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia e coordinatore per Ecr in commissione Agricoltura del Parlamento europeo.

Un braccio di ferro iniziato già venerdì scorso quando il dibattito su cifre, voci, e ripartizioni, è entrato nel vivo, con una parte dei commissari, a partire dal vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, impegnata a difendere i confini di alcuni pilastri dell’attuale bilancio: dai finanziamenti per le regioni meno sviluppate (che saranno pari a 218 miliardi) al Fondo Sociale. Sulla Coesione “l’esigenza di semplificazione e flessibilità è evidente”, ha sottolineato Fitto dicendosi allo stesso tempo “certo” che il confronto con il Pe e i 27 “migliorerà” la proposta.

“Il Parlamento Ue non accetterà alcuna riduzione del controllo parlamentare e del legittimo controllo e scrutinio democratico sulla spesa dell’Ue o, peggio, una rinazionalizzazione delle principali politiche dell’Unione”, hanno tuonato i leader della ‘maggioranza Ursula’ Manfred Weber (Ppe), Iratxe Garcia Perez (S&D), Valery Hayer (Renew), e Bas Eickhout e Terry Reintke (Verdi). Tra le novità, è spuntata il ‘Catalyst Europe’, ovvero la possibilità che gli Stati investano negli obiettivi Ue ricevendo prestiti garantiti dall’Ue per 150 miliardi di euro. Per alcuni si tradurrà in prestiti a condizioni più vantaggiose rispetto alle condizioni di mercato. L’annunciato del nuovo Fondo di Competitività europeo riceverà 451 miliardi. Sarà incentrato sul rafforzamento dell’industria della difesa europea, sulla promozione dell’innovazione e sul sostegno alla transizione. All’interno ci sarà una voce da 131 miliardi per difesa e spazio, cinque volte quanto nel Qfp attuale. Per i programmi globali saranno previsti poi 200 miliardi, 100 dei quali per l’Ucraina. E saranno triplicati i fondi per i confini esterni per il controllo dei migranti.

La novità dalla Grecia: niente asilo e avvisi alle Ong

La Grecia, intanto, sospende per tre mesi l’esame delle domande di asilo di coloro che fanno ingresso nel Paese via mare dalle coste libiche. Sarebbero già oltre 7.300 le persone sbarcate, in arrivo da Somalia, Sudan, Egitto e Marocco, in forte aumento rispetto alle 4.935 dell’intero arco del 2024, scrive oggi Avvenire. Venerdì scorso il parlamento greco ha approvato una legge che sospende per almeno tre mesi la valutazione delle richieste d’asilo delle persone migranti che partono dal Nord Africa. La legge viola varie norme europee e di diritto internazionale. È stata voluta dal governo di centrodestra del primo ministro Kyriakos Mitsotakis.

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di Monica Pucci - 16 Luglio 2025