
Lo scandalo che non esiste
«Mia moglie è stata minacciata»: Urso svela la verità dietro la fila saltata con l’aiuto della scorta. Basterà a chiudere le polemiche?
Il ministro rivela il retroscena finora mantenuto privato per ragioni di salvaguardia e rispetto delle indagini e ribadisce: «È compito della scorta valutare le condizioni di sicurezza»
Un elemento finora inedito smonta la polemica montata intorno al presunto caso della moglie del ministro Adolfo Urso che avrebbe saltato la fila al check-in con l’aiuto della scorta, per quella che l’opposizione ha indicato ora come «arroganza del potere» (Angelo Bonelli), ora come «cafonaggine e prepotenza» (Carlo Calenda). Ad aggiungerlo è stato lo stesso ministro, in una lettera inviata a Repubblica, alla luce della «rilevanza attribuita al video di Zingaretti (l’attore Luca, fratello dell’eurodeputato dem Nicola, ndr)», che aveva “denunciato” l’accaduto parlando di «vergogna». L’elemento è questo: la moglie di Urso è stata oggetto di pesanti minacce arrivate al ministero.
Urso chiude le polemiche: «Mia moglie in passato è stata minacciata»
Si tratta di un aspetto della loro vita che Urso e la moglie, pur avendo denunciato alla autorità competenti, avevano preferito mantenere privato, ma che consente di inquadrare il caso della “fila saltata” in un’ottica differente da quella immaginata da Zingaretti e alimentata dalla sinistra. La vicenda, inoltre, rappresenta anche un monito su quanto sia scivoloso lasciarsi prendere da facili pulsioni anti-casta.
Due proiettili al ministero e «l’esplicito riferimento» alla moglie
«Vista la rilevanza da lei attribuita al video di Zingaretti in merito al fatto che ho deciso di accompagnare mia moglie e mio figlio sino al check-in per la consegna dei bagagli, prima di recarmi al ministero, sono costretto a rivelarle che, in data 27 ottobre 2023, è giunta al Mimit una lettera minatoria con due proiettili in cui si faceva esplicito riferimento alla possibilità di colpire mia moglie, se non avessi cambiato atteggiamento in riferimento alle mie attività istituzionali sulle procedure di golden power che, come noto, sono coperte da riservatezza», ha scritto Urso in una lettera inviata a Repubblica.it.
«È compito della scorta valutare le condizioni di sicurezza»
Nella lettera inoltre il ministro riporta una precisazione sull’intervista che ha rilasciato al quotidiano e pubblicata questa mattina sul cartaceo. «Caro direttore – scrive – non è corretto affermare che non abbia risposto alla domanda se ritenevo giusto scavalcare la fila, perché la risposta era già contenuta nell’affermazione precedente in cui evidenziavo che “è compito della scorta la valutazione delle condizioni di sicurezza“, la quale deve decidere in totale autonomia, come prescrive la circolare interna del servizio scorte».
Il ministro costretto a rivelare una vicenda finora tenuta riservata per la presenza di «inquietanti elementi»
Tornando alle minacce ricevute dalla moglie, Urso aggiunge che «nello specifico, la lettera minatoria faceva riferimento a decisioni precedentemente assunte, sostenendo di conoscere luoghi di residenza e abitualmente frequentati, nonché altri inquietanti elementi che mi hanno imposto di non rendere pubblica la denuncia, che subito feci al Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma per consentire all’autorità giudiziaria di compiere i dovuti accertamenti». «Anche per questo – conclude il ministro delle Imprese e del Made in Italy – io e mia moglie abbiamo deciso di mantenere una particolare discrezione e cautela. Mi auguro che lei comprenda».