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Orali della maturità, la storia e l’esempio edificante di Cristian, 19enne con sindrome di down che non parla ma affronta la sua prova con tenacia e dignità

Una lezione di vita

Maturità, maturi o immaturi: questo il dilemma. E Cristian, 19enne con sindrome di down che non parla, dà una lezione a furbetti e disobbedienti

Orali degli esami di Stato, la storia e l'esempio edificante del maturando di Quinto di Treviso che, con tutte le sue difficoltà, ha affrontato la prova con tenacia e dignità. Un monito e una lezione di vita per coetanei "ribelli", convinti o no che siano

Cronaca - di Bianca Conte - 14 Luglio 2025 alle 17:24

Mentre le cronache estive si riempiono delle lagne e dei piagnistei accusatori di giovani studenti che affrontano l’esame di Stato con la stessa spavalderia con cui si presentano nel weekend in discoteca – salvo poi sfoggiare con protervia una inossidabile “scena muta” di fronte alla commissione spacciata per “disobbedienza civile” – arriva una notizia dal Veneto che tocca le coscienze. Commuove. E sferza l’opinione pubblica come uno schiaffo morale inferto con la sola forza della volontà in difesa di un diritto e di un dovere che è dignitoso rivendicare e affrontare. E allora: dal Gazzettino arriva, rilanciata con orgoglio dal governatore Luca Zaia sui suoi social, la vicenda di Cristian Carniel, 19enne di Quinto di Treviso con la sindrome di Down. Cristian non parla: eppure, ha sostenuto al massimo del suo impegno, l’esame orale della maturità.

Cristian, 19enne con la sindrome di down, che non parla ma affronta l’orale della maturità

Sì, avete letto bene. Mentre tanti suoi coetanei, dotati di ogni facoltà e con anni di studio sulle spalle, decidono con arroganza di non proferire verbo, o balbettano scuse inconsistenti a sostegno di un mutismo spacciato per militanza civica, Cristian si è presentato davanti alla commissione. Con l’aiuto della sua insegnante di sostegno, ha affrontato quella prova che “da sempre” ambiva a sostenere. Dunque, il giovane ha realizzato il suo sogno. E i suoi amici, i veri amici, quelli che sanno riconoscere il valore autentico, lo hanno premiato con l’Oscar della maturità. «Sei una forza, Cristian», scrive Zaia dall’alto di un posizione istituzionale, ma posizionandosi sulla stessa lunghezza d’onda del maturando e dei suoi amici. E non si potrebbe essere più d’accordo.

Orali della maturità, l’esempio di Cristian, un monito per coetanei furbi o ribelli che siano

Perché quella di Cristian è una storia che dovrebbe far riflettere, e non poco, quella fetta della “bella gioventù” che affronta i momenti cruciali della vita con una sufficienza disarmante. Quasi che il diritto allo studio e all’esame fosse un fastidio. Un obbligo da liquidare con il minimo sforzo e la pretesa di una massima resa. O peggio, con il gesto plateale di un silenzio ostinato e rivendicato come prova “di maturità”. Che cos’è la scena muta, se non una fuga dalle responsabilità mascherato col pannicello caldo della ribellione? Una via di fuga dalle responsabilità individuata e ostentata da chi si appresta a varcare la soglia del mondo adulto?

Un monito per tutti i “disobbedienti”

Ci si riempie la bocca di diritti, di “libertà di espressione” e di “non sentirsi giudicati”, ma poi, di fronte a un banco d’esame, dove è richiesta solo un po’ di preparazione e quel minimo di coraggio per esporre ciò che si è imparato, ecco il vuoto. Un vuoto che fa rumore, che stride con l’impegno di insegnanti, famiglie e di una società nel suo complesso che investe nella loro formazione.

Orali della maturità, il messaggio di Cristian arriva forte e chiaro

E poi c’è Cristian. Cristian, che pur non potendo usare la voce nel senso comune del termine, con il suo gesto e le sue intenzioni ha parlato forte e chiaro. Ha espresso la sua determinazione con il suo desiderio. Attraverso la veemenza della sua presenza. Cristian, che ha dimostrato che la vera forza non sta nell’eludere le sfide, ma nell’affrontarle con dignità, con l’aiuto necessario e previsto per legge, ma sempre con la forza della propria volontà. La sua prova d’esame è stata una sinfonia di coraggio, un inno alla resilienza che dovrebbe risuonare nelle orecchie di chi, pur avendo tutto, sceglie di non dare (e dire) nulla.

I social si commuovono e plaudono alla sua forza di volontà

Tanto che sui social, i commenti degli utenti non mancano di rilanciare l’esempio di questo giovane uomo e la forza simbolica del suo coraggioso gesto. «Questa è la vera sfida, non quella dei bambocci che credono di fare atti rivoluzionari facendo scena muta volontaria all’orale», scrive qualcuno su Facebook. E qualcun altro rilancia: «Io consiglierei di fare una gran riflessione a chi si reputa “normodotato” ed ha deciso di non sostenere l’esame orale! Bravo Christian buona vita!»…

Maturi o immaturi, questo il dilemma

Sì, perché la storia di Cristian è un esempio per tutti. Un modello di inclusione tracciato tra mille difficoltà nel segno dell’impegno e della tenacia. Una lezione di vita universale impartita da un ragazzo diversamente abile a tutti i suoi coetanei, disabili o non che siano. È un monito a chi crede che la strada più facile sia sempre la migliore. A chi confonde la protervia con la personalità. Le prove della vita come una sfida a diritti e doveri. E allora Cristian, con il suo silenzio eloquente, ha gridato più forte di mille parole, zittendo con la sua forza interiore il chiacchiericcio insulso di chi spreca (o rinnega) le proprie opportunità e il proprio dovere.

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di Bianca Conte - 14 Luglio 2025