
Le Regionali
Marche, si vota il 28 e 29 settembre. Il presidente Acquaroli firma il decreto, crisi di nervi di Ricci…
La firma del decreto è arrivata nel pomeriggio: il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha firmato il decreto che stabilisce ufficialmente la data delle prossime elezioni regionali: si voterà domenica 28 e lunedì 29 settembre 2025. Con questa decisione, la Regione avvia formalmente l’iter che porterà i cittadini marchigiani al rinnovo del Consiglio regionale e alla scelta del prossimo presidente. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 7 alle ore 23 nella giornata di domenica 28 settembre 2025 e dalle ore 7 alle ore 15 nella giornata di lunedì 29 settembre 2025.
Marche, la data del voto e l’annuncio di Acquaroli
“La scelta di questa data è una scelta di buon senso – così ha affermato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli – che consente infatti di rispettare sostanzialmente la scadenza naturale del mandato coniugando l’esigenza di evitare la concomitanza della presentazione delle liste nelle settimane centrali del mese di agosto e quella di agevolare l’avvio ordinato della nuova legislatura, con una migliore programmazione delle attività amministrative ed un tempo congruo per l’approvazione del bilancio di previsione, senza il rischio di ricorrere all’esercizio provvisorio. L’auspicio è quello di un’ampia partecipazione al voto, vero esercizio della democrazia”.
Il candidato del centrosinistra, Matteo Ricci, sembra preso da una crisi isterica: “Ancora una volta hanno messo i presunti interessi di partito prima degli interessi della comunità. Non era necessario votare a settembre interferendo con la stagione turistica e l’avvio della scuola. Si poteva risparmiare ai marchigiani una campagna elettorale durante le ferie ma almeno abbiamo finalmente la certezza della data. Come avevo già detto: ci potevano far votare anche a ferragosto, questa volta vinciamo noi! Sta crescendo la voglia di dare un cambio di Marche alla nostra regione: per una regione forte, conosciuta e che guarda la società con gli occhi dei più deboli”.