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Italia paradiso dei super ricchi

Effetto crescita

“Manie-Meloni” in Francia: i ricchi investono in Italia, i pensionati sbarcano al Sud. “Le Figaro” incorona il “Paese delle occasioni”

Il Belpaese è oggi la terza meta preferita dai grandi patrimoni globali, dietro solo a Emirati e Stati Uniti. «Un sistema simile a quello svizzero, ma con il vantaggio di vivere in un luogo infinitamente più piacevole»

Economia - di Alice Carrazza - 16 Luglio 2025 alle 15:04

Se una volta l’Italia era il rifugio pittoresco di pensionati olandesi e insegnanti francesi in cerca di sole, pasta e basilico, oggi è diventata una meta d’élite. Tanto che i salotti finanziari d’oltralpe non parlano d’altro. Il titolo di Le Figaro è emblematico: “Italia, il nuovo paradiso per i super ricchi stranieri”. Sì, l’Italia. La stessa prima del 2022 veniva sbeffeggiata come fanalino di coda della competitività europea, oggi invece fa gola a milionari e investitori internazionali. Non (solo) per il patrimonio artistico e culinario. Ma per i numeri, e per il sistema, fisco compreso. Ma i “paradisi” a tasse zero o rifugio per l’evasione, come le Maldive, le Cayman, Lussemburgo e Andorra, non c’entrano nulla. Qui si parla di regimi fiscali in linea con la Ue, di facilitazioni per chi porta soldi dall’estero e di attrattività degli investimenti, così come di remunerazione di capitali, a cominciare dai Btp italiani, molto appetiti dai fondi internazionali.

I  ricchi guardano all’Italia, la Francia ci invidia

In Francia il fenomeno ha scatenato un’ondata di curiosità – e di invidia. Perché la “manie-Meloni”, partita come un’ossessione mediatica, si è trasformata in attrazione fiscale. I super ricchi non leggono più i tweet dei compagni radical chic: oggi, fanno i conti. E quelli, portano dritti a Roma.

La dolce vita al prezzo giusto

Secondo Henley & Partners, la società leader nella pianificazione fiscale internazionale, l’Italia è diventata la terza destinazione preferita dai grandi patrimoni mondiali, preceduta solo dagli Emirati Arabi Uniti e dagli Stati Uniti. Ma, si sa, Dubai soffoca e New York stanca. Roma, invece, incanta. La dolce vita è un’eccellenza tutta italiana ed è inimitabile. Questo flusso porta nuovi investimenti in immobili, imprese, e consumo di lusso, specialmente in grandi città.

Nel 2024, gli investimenti diretti esteri verso il Paese sono cresciuti del 5%, mentre nel resto d’Europa calavano. Un dato limpido, riportato dalla nuova edizione dell’Ey Attractiveness Survey Italy, che la premier Giorgia Meloni ha commentato così: «Un segnale chiaro di fiducia verso la nostra Nazione». Una crescita non effimera, ma strutturale: la scelta dell’Italia come luogo dove produrre, vivere e — per molti — anche morire.

Meno burocrazia: paghi una volta e non ci pensi più

Tra le formule più ambite c’è il forfait annuale per nuovi residenti: 200.000 euro per coprire, per 15 anni, tutti i redditi di fonte estera. «Un sistema simile a quello svizzero, ma con il vantaggio di vivere in un Paese infinitamente più piacevole», osserva il fiscalista milanese Vito Paciello su Le Figaro Il regime fiscale italiano prevede l’esenzione totale dalle imposte di successione e donazione sui beni detenuti all’estero. Un dettaglio non secondario per chi ha superato la boa dei settant’anni e pianifica dove godersi gli ultimi decenni — o, per dirla come i francesi, où mourir tranquille.

Investire, vivere e contribuire

Un sogno per tutti, non soltanto per i milionari inattivi. L’Italia continua ad attrarre anche manager, dirigenti e professionisti altamente qualificati. Fino al 2023, questi potevano contare su una esenzione Irpef fino al 90% del reddito da lavoro prodotto in Italia. Ma il governo Meloni, pur mantenendo l’attrattività, ha deciso di tarare il sistema su criteri più equilibrati.

Dal 2024, il beneficio è limitato al 50% del reddito da lavoro, fino a un massimo di 600.000 euro annui. Al di sopra, scatta l’aliquota massima del 43% più addizionali locali. Resta comunque la possibilità di prorogare di tre anni il vantaggio, se si acquista un immobile da adibire ad abitazione principale.

Niente più di elargizioni a pioggia, ma incentivi pensati per chi intende radicarsi davvero sul territorio. Chi vuole solo ottimizzare le imposte, può rivolgersi ad altri lidi. Chi vuole investire, vivere e contribuire, qui trova le porte aperte.

Pensionati, borghi e imposta al 7%

Il Sud non è stato dimenticato. Dal 2019, i pensionati stranieri che si trasferiscono in un comune con meno di 20.000 abitanti in una delle otto regioni meridionali — dalla Calabria alla Sardegna — possono godere di un’imposta sostitutiva fissa del 7% per dieci anni su tutti i redditi esteri. Una misura che ha attratto migliaia di ex funzionari nord-europei e professionisti americani in cerca di un’ultima vita tra i vicoli e gli ulivi. «Ne stanno arrivando tanti», hanno confidato al Secolo alcuni imprenditori locali della Sardegna, appena una settimana fa. «Forse anche grazie a una sintonia crescente tra Trump e Meloni».

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di Alice Carrazza - 16 Luglio 2025