
Dazi, la Grandeur perduta
Macron falco a metà: spara a zero contro Trump ma dai “volenterosi” in poi non ne ha azzeccata una
Il presidente francese esibisce i muscoli ma è sempre più solo. Nel giorno dell'anniversario della presa della Bastiglia annuncia un innalzamento delle spese militari senza precedenti. Ma l'Europa chiede nervi saldi
La casa brucia e monsieur le président mostra i muscoli con gli Usa e la Russia. Sui dazi trumpiani Emmanuel Macron è il più barricadero dei leader europei, che invece invocano nervi saldi per portare a casa una trattativa soddisfacente, governo Meloni in prima linea. All’indomani della lettera di Donald Trump che fissa i dazi al 30% il presidente francese, alla ricerca della Grandeur perduta, è partito a suon di dichiarazioni roboanti all’insegna della ritorsione.
Dazi, Macron gioca al muro contro muro
Macron ha scelto il muro contro muro ma è sempre più solo. Nella complessa trattativa con il presidente Usa, che gioca al rialzo per poi abbassare l’asticella come da manuale, Bruxelles è impegnata a tenere dritta la barra del timone con gli ambasciatori dei Paesi membri al lavoro per mantenere compatta la Ue scongiurando le macroniane fughe in avanti. Ma Parigi non molla. Il presidente francese, dopo aver espresso la “forte disapprovazione” della Francia su X, invitando l’Ue a “difendere con risolutezza gli interessi europei”, è tornato a chiedere alla Commissione europea di “accelerare la preparazione di contromisure credibili, mobilitando tutti gli strumenti a sua disposizione”. Compreso il meccanismo anti-coercizione (che autorizza misure commerciali unilaterali, limitazioni agli investimenti e persino restrizioni agli appalti pubblici per aziende di Paesi terzi ritenuti ostili).
Monsieur le président un falco a metà
Si atteggia a generale pronto a sferrare l’attacco decisivo. Ma il suo esercito è già pronto ad ammutinarsi e non intende andare a morire per i dazi Usa. Eppure il novello Napoleone, ieri, parlando alle Forze armate, è tornato ancora una volta a stigmatizzare “la guerra commerciale tra alleati”. Ma come per il battesimo dei volenterosi il presidente francese è destinato a una nuovo fallimento. Ormai una lunga collezione di gaffe e stop and go. Dal suo viaggio a Washington oscurato dalla videochiamata di Giorgia Meloni al sogno della consorteria europea guidata in tandem con Starmer che si è già schiantata contro gli scogli della realpolitik.
Promette un innalzamento senza precedenti delle spese militari
Proprio nel giorno dell’anniversario della Presa della Bastiglia Macron annuncia l’innalzamento delle spese militari: altri 3 miliardi e mezzo l’anno prossimo, e 3 miliardi ancora nel 2027. Un aumento senza precedenti. Durante la tradizionale parata sugli Champs-Elysees, Macron, in piedi a bordo della camionetta di comando, sogna in grande. “La Francia, e l’Europa tutta, non sono mai state così in pericolo dalla Seconda Guerra Mondiale, tra libertà minacciata e una pace da costruire alle porte del Vecchio Continente”.