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L’Ue vuole aumentare di un euro il costo delle sigarette. I tabaccai: “Un favore al contrabbando”
La Commissione illustrerà il suo progetto il 16 luglio. Nel mirino anche tabacco, sigari e sigarette elettroniche. Italia, Svezia, Grecia e altri Paesi sulla linea del no
L’Ue vuole aumentare il costo delle sigarette. Mediamente di un euro a pacchetto. Una decisione, quella di Bruxelles, che vede praticamente tutti gli Stati schierati contro e che fa registrare anche la dura nota della federazione dei tabaccai.
La decisione Ue sulle sigarette
L’Unione Europea prepara una stretta fiscale senza precedenti sul tabacco. Accise in aumento fino a oltre il 1.000%, nuove tasse su sigarette elettroniche e tabacco riscaldato, ma anche una valanga di misure parallele per finanziare il prossimo bilancio Ue. L’obiettivo: aumentare le risorse proprie e frenare il consumo di prodotti nocivi.
Un pacchetto da 5 euro potrebbe così salire fino a 6,20 euro. Il tabacco da arrotolare subirebbe un aumento del +258%, mentre per sigari e sigarilli l’accisa crescerebbe addirittura del +1.090%. Ma la stretta coinvolge anche i prodotti alternativi: le sigarette elettroniche verrebbero tassate tra 0,12 e 0,36 euro al millilitro, e il tabacco riscaldato intorno ai 108 euro per 1.000 unità, circa la metà rispetto alle sigarette tradizionali.
Anche l’Italia schierata contro
La Svezia ha già definito inaccettabile l’ipotesi di usare le tasse sul tabacco per finanziare il bilancio Ue. Secondo i documenti trapelati e le prime reazioni politiche, anche l’Italia, assieme ad altri Paesi produttori come Grecia e Romania, teme effetti negativi su settori economici già fragili.
I tabaccai contro l’Ue: “Decisione che favorisce il contrabbando”
Per l’Unione italiana Tabaccai si tratta di “una misura che non tiene conto delle già insormontabili difficoltà operative delle rivendite italiane, né del crollo dell’economia del settore in molte aree del Paese”. “Abbiamo già visto in passato cosa comportano rincari simili – afferma il presidente dell’Uit Pasquale Genovese – e cioè il rischio concreto è un boom del contrabbando e la perdita secca di gettito fiscale per lo Stato”.
La Commissione presenterà il suo piano il prossimo 16 luglio. Le perplessità di tanti Paesi membri è che si infligga un colpo mortale al settore e si alimenti il mercato della criminalità.