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Acquaroli, Ricci

Marche al voto

L’insipienza di Ricci sfida l’autorevolezza di Acquaroli: dietro il candidato Pd un’armata Brancaleone

Politica - di Andrea Verde - 12 Luglio 2025 alle 10:04

Il Corriere Adriatico è implacabile: “Circa duemila persone arrivate nel capoluogo per ascoltarlo, colpo d’occhio assai meno d’effetto rispetto alla carica dei cinquemila che il 13 giugno avevano riempito l’Eurosuole di Civitanova per la convention di Acquaroli”. Il comizio in piazza è stato per decenni il momento solenne in cui il leader di un partito si rivolgeva ai cittadini per presentare il proprio programma e sostenere le proprie idee. È il momento chiave della campagna elettorale, dove si cerca di coinvolgere e persuadere l’elettorato.

Un comizio prevede un palco e un microfono ed è importante che il microfono sia posizionato correttamente per evitare feedback o distorsioni. Una buona acustica é fondamentale per la riuscita del comizio insieme alla postura dell’oratore. Nella convention di Acquaroli era stato curato ogni minimo dettaglio, dal palco “trumpiano”, alle luci, dall’acustica al look del governatore. Un discorso studiato a tavolino, quello di Acquaroli, che riuscì a coniugare i tre segreti di una buona eloquenza: descrizione, azione, emozione.

Convention a confronto tra Acquaroli e Ricci

Acquaroli e Ricci a confronto: trova le differenze. La seduzione è la conseguenza della convinzione; Acquaroli snocciolò i numerosi risultati ottenuti seducendo, non nominando mai il rivale e guardando negli occhi una platea visibilmente emozionata. La sala fu ipnotizzata e l’ovazione finale fu il giusto premio di una prestazione magistrale. Matteo Ricci si presenta in maniche di camicia arrotolate, microfono in mano e viene interrotto per ben due volte dai tecnici audio per via dell’acustica imperfetta (errori da matita blu).

Mani in tasca, gomiti sul palco, sguardo nel vuoto, discorso a braccio infarcito dei soliti slogan, pochi contenuti, nessuna visione se non smantellare tutto il lavoro svolto dal centrodestra. Insulti alla destra e autocelebrazione: “Sono uno che viene dalla gavetta, cresciuto a pane e politica, e rappresento così le mie Marche contro lo squadrismo, i soldi e il potere di questa destra squadrista”. E ancora: “Noi siamo quella parte politica che si ostina a guardare la società con gli occhi dei più deboli, noi siamo quella parte che è felice quando gli altri stanno meglio”. Non poteva mancare il solito richiamo all’antifascismo, dimenticando tuttavia di menzionare il voto contrario del Pd al Parlamento Europeo sulla mozione per ricordare le vittime di Tito.

Il candidato Pd: 19 sigle, 7 liste, un’armata Brancaleone

Mettere insieme 19 sigle, raggruppate in sette liste, ha richiesto compromessi che rischiano di produrre un’impasse in caso di vittoria; come conciliare la necessità di smaltire i rifiuti con il No al termovalorizzatore e con le discariche marchigiane oramai giunte a livelli di saturazione? Che atteggiamento assumerà di fronte al progetto del governo e dell’attuale giunta regionale per la realizzazione dell’alta velocità marchigiana? Intende bloccare tutto per rilanciare il by-pass tra Pesaro e Fano, un progetto dal costo di 1.8 miliardi di euro, bocciato da Acquaroli, che creerebbe un enorme danno acustico e ambientale a tutto il territorio causando la svalutazione degli immobili? Intende bloccare l’avvio dei lavori del nuovo Ospedale di Pesaro per riproporre il modello dell’ospedale unico? E come intende finanziare le mirabolanti promesse di finanziamenti a pioggia?

Ricci naviga a vista ed evita accuratamente di entrare nel merito dei problemi, così come ogni confronto. Pensa di continuare ad alzare i decibel, trasformando ogni apparizione televisiva in rissa? Come concilierà le opposte visioni di AVS, Cinquestelle e Italia Viva? Come gestirà i conflitti che inevitabilmente scaturiranno all’interno di una coalizione che sembra un’armata Brancaleone? Dalla kermesse anconetana emerge un leader nervoso, con poche idee e confuse, che non riesce a convincere nonostante le giravolte a cui ci ha abituato negli anni. Calenda lo ha definito una banderuola senza spessore politico che sta usando il Parlamento europeo come una cassa d’integrazione di lusso. Acquaroli non dà peso alle intemerate di Ricci mantenendo un aplomb anglosassone sicuro che alla fine i risultati ottenuti gli daranno ragione.

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di Andrea Verde - 12 Luglio 2025