
La decisione dei giudici
L’ex brigatista Leonardo Bertulazzi tornerà in Italia: lo ha deciso la Corte argentina. Ora dovrà scontare 27 anni
L’ex brigatista rosso Leonardo Bertulazzi tornerà in Italia dall’Argentina per scontare una condanna a 27 anni di reclusione emessa nel 1997. Dovrà scontare la pena per i reati che vanno dal sequestro di persona all’associazione sovversiva e alla banda armata. La Corte Suprema argentina ha dato parere favorevole dopo quasi un anno, visto che l’ex terrorista era finito in manette il 29 agosto 2024. Adesso, come in ogni procedura di estradizione, la decisione finale spetterà al presidente Javier Milei. Bertulazzi, classe 1951, viveva a Buenos Aires da anni: era già stato arrestato nel 2002 a seguito di un’attività di indagine condotta dagli uomini della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, insieme ai poliziotti della Digos di Genova e all’Interpol, ma nel 2004 riuscì ad ottenere lo status di rifugiato.
Leonardo Bertulazzi, al via l’estradizione in Italia dopo 45 anni
L’ex terrorista Leonardo Bertulazzi è latitante dal 1980 e apparteneva alla colonna genovese delle Brigate rosse. Assieme a Mario Moretti e Riccardo Dura partecipò al sequestro dell’ingegnere navale Pietro Costa, il 12 gennaio 1977 a Genova. La vittima fu liberata dopo 81 giorni di prigionia. Il rapimento servì come autofinanziamento, tanto che i 50 milioni di lire furono utilizzati come per l’acquisto dell’appartamento di via Montalcini 8 a Roma, dove venne tenuto prigioniero Aldo Moro. Come riporta Il Giornale, nonostante la decisione della Corte suprema argentina, l’avvocato di Bertulazzi, Rodolfo Yanzon, ha raccontato che «le forze dell’ordine hanno proceduto al suo arresto immediato con il fine dell’estradizione nonostante sia in corso un appello sul riconoscimento dello status di rifugiato».
Chi era l’ex terrorista genovese?
Bertulazzi era figlio di un maresciallo dell’esercito. Si trasferì con la famiglia a Genova dal Veneto all’inizio degli anni Sessanta, crescendo nel quartiere di Prà. Aveva iniziato a fare politica mentre frequentava il liceo scientifico Fermi di Sampierdarena. Poi scelse di iscriversi alla facoltà universitaria di Lettere entrando in contatto con Lotta continua. Dopo l’ultima esperienza prese la decisione di aderire alle Brigate rosse con il nome di battaglia “Stefano”.