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I dati Europol restituiscono una fotografia chiara sulla minaccia terrorismo in Europa: è jihadista e di estrema sinistra, ma gli arresti sono a destra

I dati Europol

L’Europa strabica sul terrorismo: la minaccia è jihadista e di estrema sinistra, ma gli arresti sono a destra

La fotografia scattata dal rapporto Te-Sat 2025 è chiara: il pericolo islamista è concreto, quello anarchico è costante e destabilizzante, ma le attenzioni repressive si concentrano sulla destra. Leggere i numeri per credere

Politica - di Guglielmo Pannullo - 13 Luglio 2025 alle 09:00

L’ultima edizione del rapporto Te-Sat 2025 di Europol, dedicata alla situazione e alle tendenze del terrorismo nell’Unione europea, offre dati talmente eclatanti da far sorridere amaramente chi ancora crede a una giustizia imparziale delle istituzioni europee. I numeri parlano da soli.

I dati ufficiali del rapporto

Anno Attacchi jihadisti Arresti jihadisti Attacchi estrema destra Arresti estrema destra Attacchi estrema sinistra Arresti estrema sinistra
2022 6 266 4 45 18 19
2023 14 334 2 26 32 14
2024 24 289 1 47 21 28

Quei conti che non tornano

Nel 2022:

  • per ogni attacco jihadista si sono registrati 44,3 arresti (266 arresti per 6 attacchi);
  • per l’estrema sinistra, 1,05 arresti per attacco (19 arresti per 18 attacchi);
  • per l’estrema destra, 11,25 arresti per attacco (45 arresti per 4 attacchi).

Nel 2023:

  • per ogni attacco jihadista si sono registrati 23,8 arresti (334 arresti per 14 attacchi);
  • per l’estrema sinistra, 0,44 arresti per attacco (14 arresti per 32 attacchi);
  • per l’estrema destra, 13 arresti per attacco (26 arresti per 2 attacchi).

Nel 2024:

  • per ogni attacco jihadista si sono registrati 12 arresti (289 arresti per 24 attacchi);
  • per l’estrema sinistra, 1,33 arresti per attacco (28 arresti per 21 attacchi);
  • per l’estrema destra, ben 47 arresti per un solo attacco.

Una sproporzione imbarazzante, che fa pensare più a un accanimento ideologico che una reale minaccia: una sorta di “terrorismo preventivo” applicato solo a una parte politica. Mentre le frange anarchiche incendiano infrastrutture (ben 15 attacchi completati in Italia, pag. 14 del rapporto), la destra viene messa nel mirino prima ancora di muovere un passo, con arresti di massa a fronte di azioni isolate.

«Interessante questa statistica dell’Europol sugli attacchi terroristici in Europa (credo che il concetto di attacco sia inteso in modo abbastanza estensivo). Lasciando da parte gli estremisti islamici, che sono ingiocabili, mi colpisce il rapporto attacchi/arresti nell’estrema destra e nell’estrema sinistra. Quando ragioniamo su chi è protetto da chi, chi subisce più repressione, chi è più caro ai tutori dell’ordine pubblico, finalmente abbiamo una base concreta da cui partire. E il risultato è impietoso», ha commentato sui propri social il giornalista Adriano Scianca, tra i primi a portare attenzione sul rapporto di Europol.

Non manca l’ironia grottesca in questo scenario. A pagina 36 del rapporto si legge che tra gli arrestati per terrorismo ci sono anche un ragazzo di 12 anni, accusato di pianificare un attacco attribuito all’estrema destra, e un signore di 76 anni. Si passa così dalle scuole medie alle case di riposo: la “minaccia fascista” va affrontata già tra i banchi o tra le flebo. Altro che “combattere il radicalismo”, qui si sfiora l’assurdo.

Nel frattempo, chi incendia, distrugge e attacca davvero — cioè l’estrema sinistra — viene trattato con guanti di velluto. In tre anni: 71 attacchi e solo 61 arresti. Nello stesso periodo, l’estrema destra ha realizzato 7 attacchi (di cui solo uno nel 2024) e 118 arresti. La proporzione è drammaticamente invertita.

Eppure, come si legge a pagina 42, gli anarchici hanno colpito soprattutto in Italia, con una strategia di destabilizzazione economica che ha avuto come bersaglio principale le imprese. Ma nulla: il loro rapporto attacco/arresti rimane bassissimo. Forse perché il loro retroterra ideologico è più digeribile dalle burocrazie europee e, probabilmente, anche italiane?

D’altronde, per l’Italia, la situazione non è che sia diversa rispetto al quadro europeo. In più occasioni la Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza, realizzato annualmente dal nostro servizio di intelligence e comunicato al Parlamento in genere nel mese di febbraio, ha messo più volte in evidenza come l’attivismo anarco-insurrezionalista sia «il più concreto e insidioso vettore di minaccia» interna (Relazione per l’anno 2023 del 28/02/2024, pag. 92) e per il quale, nel corso degli anni, sono state ampiamente descritte le numerose azioni offensive dirette.

Tornando al rapporto Europol, il jihadismo resta la minaccia più concreta, eppure, sebbene nel 2024 abbia registrato 24 attacchi, provocando 5 morti e 18 feriti (pag. 22), i toni con cui viene trattato sembrano quasi “comprensivi”. Si parla di minorenni «vulnerabili», di dinamiche sociali e digitali che portano alla radicalizzazione. C’è più sociologia che persecuzione del reato. Nessuno scandalo se lo Stato islamico e al-Qaeda hanno minacciato le Olimpiadi e gli Europei di calcio (pag. 22), o se gruppi jihadisti operano indisturbati online e nei circuiti carcerari (pag. 28). Il diritto alla “de-radicalizzazione” è sacrosanto. Quello alla dissidenza politica, se di destra, no.

La fotografia scattata da Europol è chiara. La minaccia jihadista è concreta, quella anarchica è costante e destabilizzante. Ma è sulla destra che si concentrano le attenzioni repressive. Come se non fosse l’ideologia o il pericolo reale a orientare l’azione delle forze dell’ordine, bensì l’orientamento politico di chi viene attenzionato.

Serve un’interrogazione parlamentare in seno alle istituzioni europee? Probabilmente sì, quantomeno per fare chiarezza e capire se a livello comunitario esiste una linea politica – implicita od esplicita – ben precisa. Serve una riflessione pubblica? Sicuramente. Perché un’Europa dove si arresta più per le idee che per le azioni è un’Europa che ha perso il senso della giustizia. E che coccola la sinistra mentre criminalizza chi non la pensa come lei.

Il documento integrale è disponibile qui 

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