
Sinistra wokista in piazza
L’arrivo di Valditara a Pesaro scatena le isterie della sinistra: dall’Anpi alla Cgil patetica sceneggiata contro il ministro
Mentre il sindaco Biancani ringraziava il ministro Valditara per aver scelto Pesaro come città ospitante dell’evento “Scuola Futura”, i giovani Dem, Sinistra Italiana, M5S, Flc, Possibile (Civati), Arcigay, i docenti resistenti, Cgil, l’immancabile ANPI, i consiglieri regionali Marta Ruggeri (Cinquestelle), Micaela Vitri (Pd) e il consigliere comunale di Urbino Oriano Giovannelli, inscenavano una protesta dal carattere surreale contro il ministro a 700 metri da Villa Caprile, luogo dell’evento.
In tutto una ventina di persone; più sigle che manifestanti. Le contestazioni riguardavano la mancanza dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole e il consenso informato, fortemente voluto dal ministro, che prevede una richiesta di consenso alle famiglie nel momento in cui a scuola vengono affrontati soggetti particolarmente sensibili.
A Pesaro giovani dem e prof rossi contro il ministro Valditara
Per i giovani dem e per gli “insegnanti resistenti” si tratta di un approccio paternalista. In realtà l’attuale governo ha fissato delle linee molto chiare per quanto riguarda l’insegnamento: la scuola é un luogo di formazione repubblicana e non di indottrinamento. Le teorie del genere, cavallo di battaglia della sinistra woke e fulcro del DDL Zan respinto dal parlamento la scorsa legislatura, non trovano spazio nell’attuale sistema scolastico. I manifestanti hanno denunciato le politiche del governo Meloni e del ministro Valditara criticando una visione ideologica ed autoritaria dell’istruzione.
Il ministro, intrattenendosi con gli studenti che hanno potuto mostrare i progetti nati all’interno di “Scuola Futura”, ha sottolineato la qualità della scuola italiana ed ha ricordato come il Governo investa 670 milioni di euro nella scuola marchigiana e per l’edilizia scolastica 500 milioni. La Flc-Cgil accusa il ministro di una visione ideologica ed individualista nella definizione delle nuove linee guida del primo ciclo d’istruzione sull’educazione civica. Evidentemente a sinistra si accusa il colpo per lo scandalo generato dal libro di storia per le scuole superiori “Trame del tempo”, edito da Laterza, che contiene passaggi molto critici verso l’esecutivo e accusa “Fratelli d’Italia di aver raccolto l’eredità del fascismo”.
Le cose che la sinistra wokista non perdona al ministro dell’Istruzione
A Valditara non viene perdonato di aver bloccato la scrittura inclusiva nelle scuole (quella con gli asterischi e la schwa per “rispettare” chi non si sente né maschio, né femmina o un po’di entrambi). La sinistra wokista vorrebbe insegnare ai bambini che il genere è separato dal corpo negando la realtà corporale. Una follia che si è sviluppata negli Stati Uniti (prima dell’avvento di Trump) e in Inghilterra per cui era comune indicare, nelle scuole, per quale nome, maschile, femminile o neutro si volesse essere identificati. In Italia qualcosa di simile esiste con le “carriere alias”, fortemente contestate da FdI, che permettono che un nome scelto venga a sostituire il nome anagrafico, quello scritto nei documenti ufficiali e dato alla nascita in base al sesso biologico. In questo modo si pensa che correggendo la lingua si può trasformare la realtà.
Il mondo diviene un’illusione e la fluidità di genere implica che si possa essere questo, quella o un’altra cosa dall’oggi al domani. Se il DDL Zan fosse stato approvato e se Giorgia Meloni non avesse vinto le elezioni, probabilmente le sorti della scuola sarebbero state differenti. Avremmo probabilmente seguito l’esempio spagnolo dove la ministra Irene Montero volle una legge grazie alla quale ogni cittadino può cambiare il proprio genere all’anagrafe, con pieno riconoscimento legale, liberamente dai sedici anni in su, con il consenso dei genitori se sotto i sedici anni. E può ripensarci quando vuole, a seconda dell’umore o della moda del giorno.
Ma il sindaco Biancani prende le distanza dai contestatori
Valditara ha precisato alla platea di Pesaro che nel 2024 il ministero ha promosso un importante progetto di educazione alle relazioni e che i risultati sono molto incoraggianti: si tratta di educazione civica e non certo di cultura gender.
Il sindaco Biancani, insieme alle autorità, non ha permesso ai pochi ma rumorosi manifestanti di rovinare la prima giornata di visita del ministro, obbligandoli a manifestare a 700 metri dall’evento e di fatto sconfessandoli. Che sia l’ennesima presa di distanze da Ricci, che ieri non si è espresso, mentre tutte le sigle riconducibili a lui manifestavano?