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L’Alto commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, elogia il Piano Mattei. Foto d’archivio con Giorgia Meloni

L'intervento

L’Alto Commissario Onu per i rifugiati elogia il Piano Mattei e gela la sinistra: «Ottima gestione dell’hotspot di Lampedusa»

Filippo Grandi saluta come «cosa positiva» il decreto Flussi e invita a distinguere tra richiedenti asilo e migranti economici, con investimenti mirati: «Il Piano italiano per l'Africa diventi europeo»

Politica - di Sveva Ferri - 15 Luglio 2025 alle 08:46

L’elogio per la gestione di Lampedusa, il plauso alla visione del Piano Mattei come risposta strutturale alle migrazioni e del decreto Flussi come «cosa positiva». E, tema che è a monte di tutti i ragionamenti sull’accoglienza, la necessità di distinguere tra rifugiati e migranti economici. Arriva dall’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, il sostanziale riconoscimento della validità delle politiche strategiche del governo italiano in fatto di migranti.

Grandi: «Impressionato dall’ottima gestione dell’hotspot di Lampedusa»

Intervistato dal Corriere della Sera, Grandi ha raccontato che «sono stato a Lampedusa e sono rimasto bene impressionato dall’ottima gestione dell’hotspot, che ora è stato affidato dal governo alla Croce Rossa. E l’ho detto al ministro Piantedosi, auspicando che sia d’esempio per altri centri in Italia».

L’elogio dell’Alto Commissario Onu al Piano Mattei

Certo, Grandi resta anche focalizzato su una impostazione che dà molta importanza al tema dell’accoglienza e dei salvataggi in mare, ma riconosce che si tratta di una questione che va affrontata a livello europeo e che per stabilizzare i flussi «bisogna anche investire nelle opportunità per queste persone, lungo le rotte». «Tanti non andrebbero oltre, se nel cammino trovassero queste opportunità. Che poi è la vera intuizione del Piano Mattei proposto dal governo Meloni», ha detto l’Alto Commissario Onu per i rifugiati. «Ma deve diventare un piano europeo, l’Italia da sola non può fare la differenza», ha aggiunto il capo dell’Unhcr, sottolineando un aspetto più volte evidenziato dalla stessa premier Giorgia Meloni e che è stato già suggellato con il vertice con Ursula von der Leyen del 20 giugno a Roma in cui è stato chiuso l’accordo tra Piano Mattei e il Global Gateway europeo.

Il tema dei rifugiati alla Conferenza sull’Ucraina

Grandi, dopo aver fatto una panoramica della situazione in Nord Africa, a partire da Paesi come Libia e Tunisia, sottoposti anche alla pressione che arriva da altre zone del Continente, come il Sudan, ha poi parlato dell’Ucraina e della Conferenza di Roma, cui ha preso parte. «Uno dei meriti della Conferenza è stato che si è discusso del ritorno dei rifugiati, o almeno di una parte di essi. Si è riconosciuto che senza ritorno la ricostruzione sarà difficile», ha detto, introducendo indirettamente il tema della differenza tra rifugiati e migranti economici, poi oggetto di una specifica domanda di Paolo Valentino, che firma l’intervista.

«Il decreto Flussi è una cosa positiva»

«Chi si muove non sono più i dissidenti che nel 1951 fuggivano da Stalin. Oggi le persone si muovono a ondate e per una quantità di ragioni», ha sottolineato Grandi, spiegando che, sì, «con i giusti sistemi» è possibile mantenere una distinzione. «È vero che i migranti economici spesso abusano del sistema d’asilo. Ma se si vuole alleggerire la pressione su quest’ultimo, occorre lavorare su quello migratorio», ha ammesso, aggiungendo che «il decreto Flussi è una cosa positiva: stabilisce una quota migratoria annuale che consente alle persone di muoversi non attraverso i canali dell’asilo, ma quelli regolari». I numeri, ha precisato, «sono ancora insufficienti», ma il meccanismo comunque «aiuta a separare le due cose».

La necessità di distinguere tra richiedenti asilo e migranti economici

Poi una citazione di Emma Bonino, che «diceva sempre: il problema non sono i rifugiati, sono i migranti, da come gestiremo la migrazione economica dipende la possibilità di salvare il sistema del diritto d’asilo che è ancora necessario». «Tutto questo implica però una direzione, che non è quella di ridurre gli aiuti internazionali, semmai di renderli più strategici. I tagli indiscriminati di questa fase non aiutano», ha concluso l’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati. E il pensiero torna al Piano Mattei.

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di Sveva Ferri - 15 Luglio 2025