
Tasse e vip
La vita è bella, per Benigni, quando il fisco gli dà ragione: dopo due condanne per evasione, l’assoluzione…
La vita è bella, quando il fisco ti dà ragione, deve aver pensato ieri Roberto Benigni, venuto a capo, solo in terzo grado di giudizio, di un complicato contenzioso con l’Agenzia delle Entrate. Come informa oggi Il Sole 24 Ore, la Cassazione ha stabilito che la vendita di una quota rappresentativa dell’intero capitale di una società rinveniente da un conferimento d’azienda non è riqualificabile come se fosse una cessione d’azienda: si deve applicare quindi l’imposta di registro in misura fissa (e non, come pretendeva l’Agenzia.
Il contenzioso fiscale di Roberto Benigni e della moglie
Nello specifico, la società Scipio S.r.l. in liquidazione aveva ceduto a Benigni e Braschi il 100% del capitale sociale della società Immobiliare Antoniniana S.r.l.; secondo l’Agenzia delle Entrate non si era trattato di una cessione di quote sociali, bensì di una cessione di azienda, alla quale andava perciò applicata l’imposta di registro in misura proporzionale. I giudici di merito di primo e secondo grado avevano dato ragione al fisco.
La Cassazione, invece, ha accolto il ricordo del premio Oscar, ribadendo il principio secondo cui “la cessione totalitaria di quote societarie (come nel caso in giudizio) è soggetta ad una disciplina codicistica diversa da quella che regola la cessione d’azienda”, sotto diversi profili, e quindi l’imposta di registro va applicata in modo fisso. La Suprema Corte ha deciso direttamente nel merito e ha annullato integralmente l’avviso di accertamento ricevuto dal premio Oscar, rispetto al quale quindi l’attore e regista non deve quindi pagare nulla.