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Dopo l’ultimatum di Trump a Putin, la stampa ufficiale russa minimizza: zio sam spara bolle di sapone

Il day after

La stampa russa ironizza su Trump: zio Sam spara bolle di sapone. Il Ft: «Ha incoraggiato Zelensky a colpire Mosca e San Pietroburgo»

Il Cremlino definisce "serie" le dichiarazioni del presidente Usa sull'ultimatum per la pace in Ucraina, ma i media ufficiali le minimizzano: il solito giochetto russo che punta sulla confusione

Esteri - di Viola Longo - 15 Luglio 2025 alle 13:10

All’indomani dell’ultimatum di Donald Trump, Mosca cerca di sminuire la minaccia del presidente Usa di imporre dazi secondari al 100% nel caso non si arrivi a una pace in Ucraina entro 50 giorni. A farlo non è direttamente il Cremlino, che anzi parla di affermazioni «serie», ma l’agenzia di stampa di Stato Ria Novosti. L’agenzia, una delle principali del Paese, ha pubblicato una foto generata con l’intelligenza artificiale in cui uno zio Sam piuttosto costernato si ritrova con una pistola in mano che spara bolle di sapone: «Washington non ha le carte per minacciare Mosca», è il titolo dell’articolo, a sua volta canzonatorio, poiché cita una frase pronunciata dallo stesso Trump durante quel primo incontro nello studio ovale con Volodymyr Zelensky, che ebbe un esito disastroso.

I media ufficiali russi dopo l’ultimatum di Trump: zio Sam spara bolle di sapone

«Gli Stati Uniti hanno di nuovo — per l’ennesima volta! — cambiato la loro politica riguardo alle forniture di armi all’Ucraina. Ieri le fornivano, oggi non le forniscono, domani le forniranno di nuovo. La nostra strategia di stritolare gli armamenti occidentali e di denazificare fisicamente l’Ucraina sta funzionando bene e non c’è motivo di abbandonarla», si legge nell’editoriale, che si fa beffe anche dei dazi secondari annunciati ieri da Trump.

Un riscontro politico alla linea mediatica di Mosca si trova poi nelle parole dell’ex presidente russo, oggi vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale, Dmitry Medvedev, il quale su X ha definito «teatrale» l’ultimatum di Trump, aggiungendo che «alla Russia non è importato niente».

Il solito giochetto del Cremlino

Il Cremlino, invece, ufficialmente parla di dichiarazioni «serie» da parte di Trump, ma continuando a fare la solita melina. «Le dichiarazioni del presidente Trump sono molto serie. Ovviamente, abbiamo bisogno di tempo per analizzare quanto detto a Washington e, se o quando il presidente Putin lo riterrà necessario», ha detto il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, rilanciando nuovamente la palla in campo avversario: «Kiev – ha sostenuto Peskov – interpreta le decisioni prese a Washington e in altre capitali della Nato come un messaggio a continuare la guerra piuttosto che a cercare la pace».

Trump ribadisce: «Deluso da Putin»

Intervistato dalla Bbc, oggi Trump ha ribadito di essere rimasto «deluso» da Putin e di «non aver chiuso con lui». «Faremo una bella conversazione. Gli dirò: “Bene, penso che siamo vicini a farcela”, e poi lui abbatterà un palazzo a Kiev», ha aggiunto Trump, tornando su quanto già detto a proposito del fatto che le conversazioni con Putin si risolvono in semplici parole, poi contraddette dai fatti.

Le indiscrezioni del Ft: Trump ha chiesto a Zelensky se è in grado di colpire Mosca e San Pietroburgo

Secondo indiscrezioni del Financial Times, Trump avrebbe discusso con Zelensky la possibilità di colpire Mosca e San Pietroburgo, nel corso della telefonata intercorsa tra i due il 4 luglio. «Volodymyr, potete colpire Mosca? E anche San Pietroburgo?», avrebbe chiesto Trump. «Assolutamente. Possiamo, se ci date le armi», sarebbe stata la risposta di Zelensky.

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di Viola Longo - 15 Luglio 2025