
Instagram vs realtà
La Roma “verde” di Gualtieri è una natura morta: la città oltre le pose social del sindaco influencer
Il primo cittadino rivendica il milione di alberi piantato nella Capitale, ma associazioni e cittadini avvertono: "È solo greenwashing, quelle giovani piante muoiono senza manutenzione"
Fra fondi del Giubileo e fondi del Pnrr, Roma ha ricevuto negli ultimi anni un’indiscutibile iniezione di liquidità. Il sindaco Roberto Gualtieri, nel tentativo di rilanciare la Capitale, le sue infrastrutture, i suoi affacci e le sue aree verdi, sembra però inciampare sempre più spesso in ostacoli che non aveva previsto – o che, perlomeno, non ha mai comunicato ai suoi numerosi follower, con cui interagisce quotidianamente attraverso video che lo ritraggono in ogni veste: narratore, intrattenitore, cantante, musicista, ballerino, comico. Raramente politico. Un autentico uomo-orchestra a portata di clic.
La strategia comunicativa del sindaco è chiara: sovraesposizione mediatica ben curata, contatto costante con i cittadini, narrazione personalistica dei progetti in corso. Un format che ambisce a rassicurare, emozionare, coinvolgere. Una sorta di versione 3.0 delle celebri “chiacchiere al caminetto” di Roosevelt, che forse avrebbe avuto qualcosa da imparare da Gualtieri. Ma questa campagna elettorale permanente funzionerà? Ai posteri l’ardua sentenza. Certo è che la sovraesposizione, alla lunga, produce un “effetto nausea”: vedere ogni giorno lo stesso volto ripetere gli stessi gesti, con lo stesso format e lo stesso tono, può diventare controproducente. Tanto più quando la realtà quotidiana contraddice la narrazione ufficiale. Ai reels infiocchettati corrispondono ore nel traffico, autobus in ritardo, cassonetti traboccanti, piazze appena inaugurate trasformate in isole di calore, alberi piantati nel periodo sbagliato e probabilmente mai innaffiati.
Insomma, a una presunta cura del territorio non corrisponde una reale manutenzione, nemmeno nelle cose più elementari. Chi segue con attenzione la cronaca capitolina avrà senz’altro notato il moltiplicarsi degli annunci sulle nuove piantumazioni: numeri faraonici, promesse di verde urbano dilagante, retorica ambientalista e amore per il bello. La realtà, però, è ben diversa. Già nel 2023, a Monte Antenne, decine di alberi non sopravvissero all’estate, a pochi mesi dalla messa a dimora. Il sistema d’irrigazione previsto non è mai stato attivato — o almeno non risulta che lo sia stato. All’epoca, il Comune replicò alle proteste affermando che “una percentuale di fallanza è fisiologica per ogni piantumazione”, dichiarazione tecnicamente corretta, ma resa grottesca dall’assenza totale di manutenzione.
Oggi la situazione appare addirittura peggiorata. Al recente annuncio del sindaco, in occasione della presentazione del primo rapporto sul monitoraggio della strategia capitolina per l’adattamento climatico – dove ha dichiarato che a Roma “si stanno piantando un milione di alberi” e che il tasso di mortalità è “inferiore alla media” – ha fatto eco la mobilitazione di centinaia di cittadini che, con prove fotografiche alla mano, hanno documentato la reale condizione – non solo del verde – in città: piazza Esedra, piazza San Giovanni, Terme di Diocleziano, piazza dei Cinquecento, piazza San Silvestro, piazza Risorgimento, piazza Augusto Imperatore… l’elenco è lungo.
Tra le iniziative più simboliche, quella dell’associazione Fare Verde Roma che, a piazza della Repubblica, ha deposto delle “lapidi” sotto gli alberi recentemente piantati e già secchi. “L’amministrazione comunale continua a tagliare alberi adulti, spesso secolari, per rimpiazzarli con nuove piante che poi non vengono curate”, denunciano gli attivisti. “È un evidente greenwashing: alberi giovani che non raggiungeranno mai l’età adulta vengono lasciati morire nel silenzio, mentre si celebra una narrazione ecologista che non trova riscontro nella realtà. Così, le nostre piazze storiche si trasformano in isole di calore invivibili, ma molto instagrammabili per l’influencer Gualtieri”.
Abbiamo raccolto il commento del consigliere capitolino di Fratelli d’Italia, Stefano Erbaggi, componente delle Commissioni Ambiente, Cultura e Urbanistica: “La situazione, oltre a essere indecorosa, è sintomatica di un problema ben più profondo: a Roma – dichiara Erbaggi – manca una vera cultura del governo e dell’amministrazione del bene pubblico. Fermo restando che chi pianta è responsabile dell’attecchimento dell’albero o della pianta – e nella stragrande maggioranza dei casi questo soggetto è Roma Capitale – è evidente che, con questa gestione fallimentare, il sindaco ‘taglia nastri’ sta sprecando centinaia di milioni di euro in alberature trapiantate nel periodo sbagliato, utili solo a fare da sfondo ai suoi video su TikTok”.
“La gestione del verde – prosegue Erbaggi – è una cosa seria. Roma vantava una delle migliori scuole di giardinieri d’Italia, simbolo di una tradizione paesaggistica che oggi rischia di scomparire, travolta dall’improvvisazione e dalla propaganda. Come Fratelli d’Italia stiamo effettuando un censimento sullo stato delle nuove alberature piantate nel primo semestre dell’anno, con l’obiettivo di documentare e dimostrare l’inefficienza dell’amministrazione Gualtieri. Presenteremo il dossier in Campidoglio per evidenziare, con dati e immagini, come questa gestione non sia né efficiente né efficace”.
“Il lavoro che stiamo portando avanti è frutto dell’impegno del gruppo consiliare di FdI e della collaborazione di tanti cittadini, che ci stanno fornendo testimonianze e segnalazioni dirette. Non si tratta di un’azione sterile o meramente oppositiva – conclude – ma di un’iniziativa civica e costruttiva, finalizzata al bene della nostra comunità urbana”.
Alla transizione ecologica priva di sostanza e carica di greenwashing ideologico tanto cara alla sinistra, corrisponde una realtà fatta di annunci, balletti, giustificazioni telegrafiche, impiego superficiale di risorse pubbliche, incuria e incapacità gestionale. Il filosofo statunitense Ralph Waldo Emerson scriveva: «La natura indossa sempre i colori dello spirito». Nel pieno del Giubileo, lo spirito di Roma sembra dipinto nei toni spenti e aridi del deserto.