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Giuseppe Parlato

Convegno della Fondazione An

La lezione di Giuseppe Parlato, l'”accademico combattente” che ha restituito la destra alla storia nazionale

In una a Sala convegni gremita, storici, ministri, parlamentari e tanti allievi dell'indimenticabile professore hanno dato vita a una serata di alto profilo culturale e umano. Il suo metodo storico, il suo rigore, le vie tracciate nei suoi libri sono l'eredità più evidente. Il lavoro fondamentale per radunare l'Archivio delle destra che il Mic sta digitalizzando

Politica - di Antonella Ambrosioni - 2 Luglio 2025 alle 11:57

La Destra ricorda Giuseppe Parlato, uno dei maggiori studiosi italiani del fascismo e dei movimenti politici del Novecento, scomparso il 2 giugno scorso all’eta di 73 anni. A tratteggiarne la figura, presso la Fondazione An, politici ai vertici delle Istituzioni, come il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ministri come Alessandro Giuli, a capo del Mic, tanti parlamentari, come Roberto Menia, Paola Frassinetti, ma anche intellettuali d’area, giornalisti, accademici. E soprattutto tanti allievi del “professor Parlato”, innamorato della sua professione di storico e di insegnante che ha sempre incoraggiato i giovani verso la curiosità e il rigore della ricerca. Tante persone hanno affollato la Sala Convegni della Fondazione Alleanza nazionale a Roma. In pomeriggio in cui il caldo non ha dato tregua, i tanti  partecipanti all’incontro “Storia e Memoria: l’eredità di Giuseppe Parlato” a un certo punto hanno trovato solo posti in piedi e fuori dalla Sala Convegni. Giuseppe Parlato, scomparso un mese fa, l’ha meritata tutta questa stima e questo affetto.

Durante l’incontro fortemente voluto ed  introdotto dal vicepresidente della fondazione An e deputato di Fratelli d’Italia Antonio Giordano,  moderato dal direttore responsabile del Secolo d’Italia, Antonio Rapisarda, si sono alternati interventi di grande ricchezza culturale e umana che hanno commosso i familiari di Parlato, presenti in sala. Il tratto umano e il metodo dello studioso sono stati evidenziati anche attraverso tanti ricordi personali. Paola Frassinetti ha ricordato come Parlato non abbia mai mancato di fornirle il suo sostegno nel suo incarico di sottosegretario al ministro dell’ Istruzione e del Merito. “Soprattutto nel promuovere la conoscenza del capitolo delle foibe nelle scuole”. Roberto Menia ha ricordato con commozione quanto lo studioso si sia speso per Trieste all’epoca in cui il parlamentare ricopriva l’incarico di assessore alla Cultura. Ricorda quando l’ordine di giornalisti non volle che venisse ricordato il nome di Almerigo Grilz, ma Menia riuscì ugualmente a fargli intitolare una via. Parlato ne fu entusiasta: “Hai avuto coraggio”, gli disse. Parlato ha dato un contributo fondamentale alla rivitalizzazione del Museo del Risorgimento di Trieste. “Era l’unico che poteva parlare del cognizione del  orientale dell’Italia, sostendendo dibattiti serrati. Perché aveva studiato tanto”.

Giordano: “La passione insopprimibile per la storia della politica”

Antonio Giordano ha focalizzato i due termini del titolo del convegno: Storia e Memoria. “Non ci può essere cultura senza memoria e ciò che lega i due concetti è l’identità. Il lavoro di analisi di Parlato, il suo metodo storiografico, sono lì a dimostrarlo”, ha detto ricordando la sua presenza sostanziale durante i corsi di Formazione organizzati dalla Fondazione An. “Era un uomo tutto d’un pezzo, rigoroso, stimato, con una passione insopprimibile per la storia della politica”. E’ stato uno storico a tutto campo, “capace di incassare attacchi dagli avversari sulle sue tesi, rispondendo sempre con un pensiero, una tesi, un’analisi”, ha ricordato Antonio Rapisarda. Roberta Angelilli ha avuto il privilegio di essere allieva di Giuseppe Parlato. Ne ha ricordato l’attitudine alla ricerca rigorosa. “Non era amante della provocazione ma con il suo equilibrio riusciva ad essere molto empatico con gli studenti. Con pazienza non parlava ex cathedra, ma il suo scopo era condividere con  gli studenti tesi e percorsi. I suoi insegnamenti mi hanno cambiato la vita”, ha detto Angelilli, ex europarlamentare, oggi vicepresidente della Regione Lazio e assessore alla Sviluppo.

Parlato, La Russa: “Ascoltandolo sapevamo di arricchire la capacità di comprendere il passato”

Di grande spessore gli interventi “politici” che hanno reso omaggio al metodo, ai libri, al lavoro fatto per organizzare gli Archivi delle destre. “Chiederò agli organi di Fratelli d’Italia ma anche agli altri partiti del centrodestra, di fare opera di informazione, non obbligo, a sindaci e consiglieri comunali per inserire nelle biblioteche comunali i libri di Giuseppe Parlato”. Lo ha promesso  il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Ha poi aggiunto che “quando il professore parlava sapevamo che, ascoltandolo, avremmo arricchito la nostra memoria e capacità di comprendere il passato. Pur essendo un uomo che possiamo definire di destra, il suo pensiero riusciva a essere privo dalla ‘nebbiolina’ dell’appartenenza che, per quanto uno si sforzi, se sei parte e se sei stato militante, non puoi cancellare. Lui per il suo percorso, per storia e per la capacità di interpretare la funzione dello storico in modo corretto, ha saputo parlare di argomenti che per altri erano tabù. Ad esempio del neofascismo”.

Il ricordo del presidente del Senato

Poi un ricordo: “Quando l’ho invitato alla commemorazione del 75esimo anniversario della prima seduta del Senato, lui disse una cosa che è sotto gli occhi di tutti: e cioè che la dodicesima disposizione transitoria della Costituzione segnalava che fosse impossibile ri-avere l’esperienza di un partito fascista o uno stato fascista. Ma nel secondo comma, lui disse, prevedeva che bastasse una legislatura, quindi 5 anni, perché le persone coinvolte ad alto livello non avessero altre conseguenze. Cioè – riassume La Russa- il professor Parlato, davanti al presidente della Repubblica, disse che quando si parla di pacificazione non si inventa niente che i padri costituenti non avessero già previsto nel secondo comma. Il tema è ancora all’ordine giornaliero pubblico. Anzi oggi il tentativo di confondere storia e dibattito politico e di interpretare la storia secondo le proprie visioni e convenienze, è molto più forte di quanto avvenisse nel passato”.

Giuli: “Ci ha insegnato a non avere complessi di inferiorità”

Parlato è “colui che ci ha insegnato a studiare, a non avere complessi di inferiorità”: è la frase che sceglie il titolare della Cultura, Alessandro Giuli, per ricordare l’ex presidente della fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Ma ne sceglie un’altra ancora più calzante di “accademico militante”. “Al mio posto ci dovrebbe essere Giuliano Sangiuliano – esordisce -. Il ministro che diede a Parlato la giusta collocazione, alla direzione” dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea. “Io ho visto Parlato da ministro, fino alle ultime ore di vita -dice emozionato-: ho visto una luce indomita nei suoi occhi. E’ stato un accademico di lignaggio, un allievo tra i principali di Renzo De Felice, un accademico combattente. Da lui ho imparato il rigore della ricerca, della stesura dei testi. Ha insegnato molte cose ai giovani, ci ha insegnato che bisogna studiare, che non dobbiamo avere mai complessi di inferiorità, anche in stagioni in cui vivevamo in un sistema che ci escludeva”.

Gasparri: “Diede un contributo importante anche alla percezione di noi stessi”

Per Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, “Parlato diede un contributo importante anche alla percezione di noi stessi”. “Ci ha fatto riflettere su tante cose -ricorda – . L’Msi quando nacque la Nato si schierò con la Nato, perché c’era l’Occidente e c’era la Russia, il movimento sociale votò in Parlamento a favore. Parlato nei suoi testi spiegò come Junio Valerio Borghese stesso guardava agli americani. Nel ’44  l’ex capo della Decima Mas prende contatti con gli americani, non per tradire, ma per realismo”. Per Gasparri da quel punto di vista già si capisce la nostra “collocazione occidentale. E quel dibattito è sempre lo stesso”, assicura, testimonando quanto la  ricerca di Parlato abbia offerto già in passato vie interpretative e chiavi di lettura avanti sui tempi.

Gianni Scipione Rossi: “Ha restituito la storia delle destre alla storia nazionale”

“Ho perso un amico”, esordisce lo storico, saggista, ex direttore Rai Gianni Scipione Rossi. Che poi ha voluto incentrarsi su alcuni libri fondamentali per la ricerca storica e per il suo metodo. Il vicepresidente della fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice ha citato i lavori sul fascismo di sinistra e sul corporativismo, ricordando il libro di Parlato, ‘Fascisti senza Mussolini‘. “Con lui ho condiviso 40 anni lavoro”. Anni indimenticabili di scambi di idee, carte, documenti. Di qui l’annuncio di un libro postumo che si spera possa vedere la luce presto. “Si tratta di un libro sugli anni’50”. Lo studioso ricorda quanto Parlato “sia stato lo storico perfetto per studiare il mondo delle destre. La sua ricerca era fondata sulle valutazioni non sui pregiudizi. Servono i documenti, le carte, diceva. E lui lo ha fatto organizzando e mettendo insieme un Archivio storico delle destra che prima non esisteva. Oggi chi vuole fare ricerca seria può farlo meglio che nel passato grazie all’opera di Parlato” ha detto Gianni Scipione Rossi. “E’ grazie a lui se tale storia è stata restituita alla storia nazionale”.

Giubilei, l’ultima telefonata

E’ in seguito intervenuto Francesco Giubilei, direttore scientifico della Fondazione An ricordando la disponibilità di Parlato ad ogni iniziataiva culturale. Studioso attento fino all’ultimo, Giubilei ricorda l’acquisto da parte di Parlato di  un suo testo, a metà maggio, un mese prima della sua morte. “Gli telefonai: potevi dirmelo, te lo avrei inviato, gli dissi. Lui mi rispose: ‘ I libri degli amici si comprano'”. Sono poi intervenuti i suoi allevi: Andrea Ungari, professore ordinario all’università Guglielmo Marconi, Danilo Breschi professore associato dell’Università internazionale di Roma e Simonetta Bartolini, professoressa ordinaria di letteratura italiana contemporanea nella stessa università. Serata di grande cultura, grande umanità, grande eredità.

 

 

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di Antonella Ambrosioni - 2 Luglio 2025