
La tragedia di Montalto
Indagato il papà del ragazzo morto sepolto dalla sabbia. La sua rabbia. “Atto dovuto? No, disumano!”
“Atto dovuto? No, disumano”. Il primo commento del papà di Riccardo Boni, devastato dalla morte del figlio diciassettenne morto sepolto da un tunnel scavato nella sabbia, è rabbioso. Ha appena saputo che il suo nome sul registro degli indagati per il reato di omicidio colposo. “Ma come, indagato? Ma questo è disumano! Omicidio colposo? È assurdo, io non ho ucciso mio figlio”, ha detto ai carabinieri che gli hanno spiegato bene l’essenza del provvedimento: Riccardo Boni era minorenne e dunque, secondo la legge, la responsabilità di quel che accade è in capo ai genitori. Un atto dovuto, quindi, per consentire a chi indaga di svolgere tutti gli accertamenti, a cominciare dall’autopsia. Due gli articoli del codice penale richiamati nel fascicolo aperto dalla Procura di Civitavecchia: il 589, appunto, che regola l’omicidio colposo e l’articolo 40 («non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo»).
L’avviso di garanzia al papà di Riccardo Boni, morto sepolto dalla sabbia
Riccardo Boni, il 17enne morto sepolto in un buca da lui scavata sulla spiaggia di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, poteva essere salvato? L’esame autoptico servirà a fornire elementi di chiarezza sui tempi del decesso. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, coordinati dal Procuratore Alberto Liguori, Riccardo era appena arrivato in quel campeggio di Montalto di Castro, dove doveva passare un mese insieme alla famiglia, ma dove invece, per un tragico gioco, ha trovato la morte. Nel primo pomeriggio di giovedì si è allontanato dai genitori per andare a giocare con i fratellini di 5 e 8 anni. La madre intenta a lavare i piatti, il padre si era concesso un po’ di riposo su una sdraio. Una giornata di relax che però si è trasformata in tragedia: Riccardo è rimasto sepolto sotto chili di sabbia di una buca di oltre un metro e mezzo scavata, nel corso del pomeriggio, a poca distanza dal mare. A quell’ora in spiaggia non c’era nessuno per dare l’allarme, i fratellini erano andati via. Il più piccolo, redendosi conto che qualcosa era accaduto, ha lanciato l’allarme. Dopo quasi 40 minuti di ricerche, dopo aver dato ascolto al figlio più piccolo, la folla di soccorritori si è trasferita sulla spiaggia dove poco dopo è stata localizzata la buca, hanno scavato nella sabbia, ma ormai per Riccardo non c’era più nulla da fare. Dopo alcuni istanti i soccorritori hanno estratto il suo corpo senza vita.