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Accorsi perennial

L'ultima frontiera

Il culto dei “perennial”. Se a cinquant’anni non sei Accorsi, sei fuori dal mondo. Ma dov’è finito il fascino del tempo?

Sono tutti alla ricerca dell'eterna giovinezza: la bellezza diventa regime, il corpo manifesto. E così ci si aggrappa al fitness, alle diete e alle formule miracolose. Si teme la vecchiaia, eppure è proprio in essa che sopravvive l’ultima forma di libertà

Società - di Alice Carrazza - 27 Luglio 2025 alle 07:00

Ore cinque del mattino. Mentre il Paese si sveglia tra mutui da pagare e figli da vestire, c’è chi è già sudato. Corre. Letteralmente. Con le sue cuffiette wireless, le scarpe in carbonio e il battito sotto controllo. È l’Italia dei perennial. O meglio: di quelli che non vogliono invecchiare mai. «Eccoti qui decidi che la fase dell’eterna adolescenza è finita e che è ora di crescere e crescerai. E allora tutto cambia e questa volta cambierà», recitava Stefano Accorsi nel film L’ultimo bacio di Gabriele Muccino. Era il 2001. Nella pellicola si chiamava Carlo, aveva 29 anni. Oggi invece ne ha 54, un corpo che sembra uscito da una campagna Adidas e una nuovo ruolo: è il leader proclamato, oggettivamente, dei “resistenti anagrafici“.

Accorsi e l’eterno ritorno: il leader dei perennial

Questa nuova categoria è composta da costoro che rifiutano la biologia come fosse una sconfitta. Così: allenamento all’alba, personal trainer in FaceTime, postura e pose da manuale. «Adoro svegliarmi presto e godermi i primi raggi del sole, il silenzio che c’è. E poi fare sport all’aria aperta, meglio se in due anche da remoto perché la condivisione è importante e aiuta tantissimo, o no», scrive Accorsi su Instagram.

Al di là dell’immancabile carisma dell’attore italiano, oggi il fisico è diventato un progetto e la bellezza una disciplina.

Il corpo come progetto e la bellezza come religione

Gianluca Vacchi, 57 anni, dorme in una camera iperbarica e si congela a -110°C ogni mattina. Jude Law, 52, alterna otto settimane di massa a dodici di funzionale e digiuno intermittente. Brad Pitt, 61, custodisce l’addome di Fight Club. David Beckham, 50, fa calisthenics, full body strength e upper body, qualunque cosa significhi davvero.

L’aristocrazia del muscolo

È la nuova aristocrazia del corpo: levigata, resistente, ostinatamente presente. Ma priva di voce. Ciò che manca è il racconto inciso sulla pelle, la traccia del tempo. I volti non parlano più: si esibiscono, si postano, si condividono. Come icone, non come persone.

La paura della maturità

La maturità prima era vanto. La ruga segno di saggezza. Ora, questo fa paura. Accorsi – e con lui un’intera generazione – ha sostituito il senso con il metodo. L’addome non è solo un muscolo: è una bandiera. Il perennial non è un edonista: è un militante del proprio corpo. Lo cura come si presidia una frontiera. Non si rilassa: si mantiene.

L’illusione dell’eterno presente

Ma l’illusione resta. L’illusione che basti la volontà. Che il tempo si arresti e la realtà biologica si cambi con qualche allenamento e ritocchino in più. È qui che la perfezione si rivela per quello che è: un’esibizione solitaria. Un selfie vuoto.

Così chi invecchia nel silenzio o nella libertà di lasciarsi andare è oggi fuori gioco. Quasi sospetto. Ma forse proprio in quella imperfezione c’è l’ultimo gesto umano. Una difesa, non del passato, ma dell’autenticità che sceglie solo la verità di essere mortali.

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di Alice Carrazza - 27 Luglio 2025