
Dazi
Il coro patetico delle sinistre: “Resa a Trump, colpa di Meloni”. Ma la firma è di von der Leyen, grande amica degli indignados
Da Schlein a Conte è una gara a chi la spara più grossa. Furfaro senza freni: Meloni da sovranista a zerbino di un miliardario. La replica tranchant di FdI: è il nervosismo di un partito ridotto a fare lo zerbino di Conte. Il dramma di non contare nulla
Sudditanza, fallimento, resa incondizionata. Da sinistra è un coro stonato di attacchi ad alzo zero al governo Meloni, colpevole della chiusura della trattativa Usa-Ue sui dazi. Si distinguono Elly Schlein e Giuseppe Conte ma non sono da meno i pasdaran di Avs. E il prode Marco Furfaro. “L’accordo con Trump è una disfatta totale. Non un negoziato, non una trattativa, ma una resa incondizionata. Avallata – tuona il responsabile welfare del Nazareno – da chi si riempie la bocca di sovranismo, ma in questi mesi ha fatto da zerbino a un miliardario americano che vuole disintegrare l’Europa”. Parole rispedite al mittente da Fratelli d’Italia su X. “Comprendiamo il nervosismo di chi, in Italia, fa parte di un partito che è finito a fare lo zerbino di Giuseppe Conte. Giorgia Meloni continua a lavorare senza sosta per difendere gli interessi dell’Italia. Il dramma di non contare nulla”.
Dazi, sinistra “scordarella”: tutta colpa di Meloni
A sinistra è una gara a chi la spara più grossa, non proprio campioni di coerenza. Quando la premier volò in missione a Washington per facilitare l’avvio del tavolo Trump-von der Leyen venne accusata di pericolosa ingerenza negli affari europei, di commissariare Bruxelles, di andare a difendere i suoi interessi. Oggi che la trattativa è stata chiusa dalla presidente della commissione Ue, che ne ha la competenza specifica, Meloni avrebbe dovuto fare di più, magari trattare one one con il presidente americano, e dovrebbe chiedere scusa per la sua sudditanza alla Casa Bianca.
Schlein all’attacco: una resa agli americani
“Quello raggiunto dall’Ue con Trump ha i tratti di una resa alle imposizioni americane. Il governo italiano, insieme ad altri governi nazionalisti totalmente subalterni a Trump, hanno spinto per una linea morbida e accondiscendente che ha minato l’unità europea e indebolito la posizione negoziale dell’Ue”. Così Elly Schlein che, ancora una volta pretende di dare lezioni alla premier. “Noi avevamo ottenuto risorse per l’Italia, mentre i nazionalisti li regalano a Trump”. La verità è che la sinistra non solo finora è stata la prima fan della presidente della commissione Ue ma ha impedito il rinnovamento dell’architettura europea, intrappolata dai lacci e lacciuoli dei dazi ‘interni’ (dalla Pac al Green Deal)
Conte: una sconfitta su tutta la linea
Giuseppe Conte la sorpassa a sinistra. “Come in ogni duello c’è un vincitore – il presidente americano Trump – e uno sconfitto, anzi due: l’Unione europea e Giorgia Meloni”. Così il leader 5Stelle che, megafono alla mano, gioca al militante sovranista. “La nostra patriota della domenica in questi mesi ha vaticinato che sarebbe stata un ‘ponte con gli Stati Uniti’ e che la partita per il nostro Paese sarebbe finita zero a zero. La realtà dei fatti è un pugno nello stomaco che ci restituisce una sconfitta su tutta la linea”.
Gozi e Nardella si accodano al coro degli indignati
Nella lista degli indignati si fa notare anche Sandro Gozi, europarlamentare di Renew Europe. “Giorgia Meloni si conferma non all’altezza, tanto quanto Ursula von der Leyen. Entrambe hanno scontato sin dal principio un atteggiamento di ossequiosa sudditanza che ha via via ridotto il margine di negoziazione”.
L’ordine di scuderia è sparare a zero contro Meloni “suddita” di Trump. E tutti si accodano. “L’alleanza con gli Usa si è trasformata in una inaccettabile sudditanza”, sentenzia l’ex sindaco di Firenze, Dario Nardella oggi eurodeputato. Angelo Bonelli si tutta volentieri nella mischia. “L’accordo per imporre dazi al 15% su diversi prodotti europei è un atto di forza che mette in ginocchio l’economia dell’Ue, con effetti devastanti sull’Italia”.
Fidanza: von der Leyen è la stessa che hanno sempre sostenuta
Un copia e incolla di dichiarazioni che nascondono malamente le contraddizioni delle sinistre. “Gioverebbe ricordare agli indignados del Pd – fa notare Carlo Fidanza capodelegazione di FdI a Strasburgo – che si tratta della stessa von der Leyen a cui i Trattati attribuiscono la competenza esclusiva sul commercio. Rivendicata con forza proprio dalla sinistra che strepitava contro Giorgia Meloni, accusata ieri di voler dividere l’Europa trattando unilateralmente con Donald Trump. E oggi, con sprezzo del ridicolo, dell’esatto contrario. Si tratta anche della stessa von der Leyen che il Pd ha ripetutamente votato e sostenuto in tutti i passaggi parlamentari, nella scorsa e nella attuale legislatura europea”.