
L'anticipazione dal Qatar
Hamas dice sì al cessate il fuoco: il piano Trump funziona. Con l’accordo aiuti immediati a Gaza
Hamas avrebbe accettato il piano elaborato dall’inviato americano Steve Witkoff, per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi rapiti in Israele, seppur con ”lievi e formali modifiche”. Lo rende noto l’emittente televisiva del Qatar al-Araby spiegando che i negoziatori di Hamas hanno dato risposta positiva ai mediatori.
Che cosa prevede la bozza di accordo tra Israele e Hamas
Secondo l’emittente del Qatar, Hamas ha accettato tutte le questioni chiave contenute del testo elaborato dagli Usa e ha richiesto solo piccole modifiche nella formulazione del documento La bozza di accordo è stata approvata all’inizio di questa settimana dal ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer durante la sua visita a Washington.
Il magazine saudita “Al Majalla” ha pubblicato il presunto testo integrale dell’accordo di cessate il fuoco tra il movimento islamista palestinese Hamas e Israele, con la mediazione e la garanzia diretta del presidente statunitense Donald Trump.
L’intesa prevede un cessate il fuoco di 60 giorni, il rilascio scaglionato di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, il progressivo ridispiegamento dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza, l’invio di aiuti umanitari e l’avvio di negoziati per una tregua permanente.
Il documento stabilisce un’immediata cessazione di tutte le attività militari offensive da parte israeliana, con la sospensione del traffico aereo (incluso quello di sorveglianza) per 10 ore al giorno, estese a 12 ore nei giorni degli scambi di ostaggi e prigionieri.
Il piano Trump funziona: Hamas accetta con piccole modifiche la tregua
Il presidente Trump – che si impegna personalmente a garantire il rispetto dell’accordo – annuncerà l’intesa pubblicamente e guiderà l’impegno degli Stati Uniti per una soluzione definitiva del conflitto. A sostenere la tregua saranno anche Egitto e Qatar, indicati come garanti, mentre il ruolo di inviato speciale sarà affidato all’ambasciatore Steve Witkoff, che presiederà i negoziati sul campo.
Secondo l’accordo, Hamas rilascerà 10 ostaggi israeliani vivi e 18 corpi tratti dalla cosiddetta “Lista dei 58” in cinque fasi distinte, che inizieranno con il rilascio nel primo giorno di cessate il fuoco di 8 ostaggi vivi. Il rilascio del restante gruppo di ostaggi potra’ avvenire solo se i negoziati – da avviare il primo giorno della tregua – si concluderanno con successo entro il periodo stabilito. In caso contrario, il cessate il fuoco potrebbe essere prorogato per consentire ulteriori discussioni.
Parallelamente al rilascio degli ostaggi israeliani, verranno liberati prigionieri palestinesi detenuti da Israele, secondo un meccanismo concordato tra le parti e in assenza di cerimonie pubbliche. Il decimo giorno, Hamas fornirà prove di vita o di morte e referti medici sugli ostaggi ancora trattenuti, mentre Israele consegnerà informazioni sui prigionieri arrestati a Gaza dopo il 7 ottobre e sui cittadini gazawi deceduti.
L’intesa prevede anche un immediato invio di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, già a partire dall’accettazione ufficiale dell’accordo da parte di Hamas
Piano per Gaza: frizioni nel governo israeliano
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il capo di stato maggiore delle Idf Eyal Zamir si sono scontrati ieri sera durante un incontro a porte chiuse tra i responsabili della sicurezza e i ministri sui futuri piani militari per la Striscia di Gaza. Lo riporta l’emittente israeliana Chanel 12, secondo la quale Netanyahu avrebbe ordinato a Zamir di preparare un piano per trasferire la stragrande maggioranza della popolazione nella parte meridionale di Gaza.
“Volete un governo militare? Chi governerà due milioni di persone?”, gli ha risposto Zamir. “L’Idf e Stato di Israele”, ha risposto Netanyahu alzando la voce contro Zamir. “Non voglio un governo militare, ma non sono disposto a lasciare spazio a Hamas in alcun modo. Non lo permetterò”, ha sottolineato il premier israeliano. Netanyahu ha detto che l’alternativa al piano di evacuazione è quella di prendere il controllo dell’intera Striscia di Gaza, comprese le aree in cui le Idf non hanno operato fino ad ora per paura di mettere a rischio gli ostaggi.
“L’alternativa all’evacuazione verso sud è quella di attraversare l’intera Striscia e catturarla tutta, e questo significa uccidere gli ostaggi, cosa che non voglio e non sono disposto a fare”, ha affermato il premier israeliano, secondo quanto ha riferito l’emittente. Zamir ha risposto a Netanyahu che un piano del genere potrebbe portare a una perdita di controllo. “Dobbiamo parlarne, non abbiamo ancora accettato. Controllare queste persone affamate e arrabbiate potrebbe portare a una perdita di controllo e, di conseguenza, potrebbero rivoltarsi contro le Idf”, ha avvertito Zamir.
Netanyahu ha respinto le sue preoccupazioni e ha tagliato corto: “Preparate un piano di evacuazione: voglio vederlo quando torno da Washington”, dove lunedì incontrerà il presidente americano Donald Trump.