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Giustizia, la solitudine dei “giudici militanti”. Ancora veleni dall’Anm contro la riforma che piace agli italiani

Separazione delle carriere

Giustizia, la solitudine dei “giudici militanti”. Ancora veleni dall’Anm contro la riforma che piace agli italiani

Oggi a Palazzo Madama un nuovo passo in avanti verso la riforma voluta dal ministro Nordio e dal governo, Continua l'assedio ideologico delle toghe politicizzate

Politica - di Stefania Campitelli - 22 Luglio 2025 alle 15:14

C’è chi ha nostalgia velata del tintinnar di manette, c’è chi approfitta dello scandalo del mattone di Milano per attaccare la riforma della giustizia con la separazione delle carriere e il doppio Csm. Una pagina nuova che il ministro Carlo Nordio e il governo vogliono scrivere malgrado l’assedio delle toghe politicizzate. Oggi al Senato il via libera a una riforma storica, attesa da decenni. L’asse giudici-militanti e sinistra in cerca di spallate però non ha funzionato, la narrazione della riforma peggiorativa che toglie garanzie ai cittadini, come ripete da giorni il presidente dell’Anm Cesare Parodi, non ‘buca’.

Riforma della giustizia, l’Anm non ‘buca’

Oggi un nuovo passo in avanti verso la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti, storico cavallo di battaglia del centrodestra, che segna l’approdo  del sogno berlusconiano. Mai più, come diceva il Cavaliere, “il pubblico ministero che entra con il cappello in mano nell’ufficio del giudice”. La proposta di legge presentata dal governo ha già ottenuto l’approvazione in prima lettura alla Camera il 16 gennaio 2024, con il sostegno della maggioranza e di alcuni partiti di opposizione. In caso di approvazione al Senato, il testo dovrà tornare alla Camera dopo almeno tre mesi per una seconda votazione, e successivamente di nuovo al Senato. Se nella seconda lettura non si raggiungono i due terzi dei voti in entrambe le Camere, potrebbe essere indetto un referendum popolare, opzione molto possibile.

I veleni di Parodi e l’assenso degli italiani

“Nel momento in cui la giustizia funzione male – si difende dai microfoni di Sky tg24 Parodi – si presenta questa riforma come un qualcosa che dovrebbe far funzionare meglio tutto l’apparato. E  che invece serve solo a riscrivere determinate etichette, a ridefinire i rapporti di forza, di potere, di ordinamento. Tutto questo ci preoccupa molto”. Parole che riecheggiano nelle levate di scudi dell’opposizione. Pd, 5Stelle e Avs. I giudici proseguono a testa bassa, stesso linguaggio da contropotere, stessa retorica, stessi strumenti di sempre, ben sperimentati con il ventennio berlusconiano. Ma l’Italia è cambiata, il mondo è cambiato, e certe resistenze oggi somigliano a recite da macchiette. A differenza del ’92 quando Mani Pulite poteva contare sul tifo incondizionato dell’opinione pubblica, questa volta i magistrati sono soli. E le difese ideologiche della casta allontanano la magistratura dal paese reale.

Una riforma storica per una giustizia più equa

“La separazione delle carriere fra giudici e magistrati dell’accusa garantirà una maggior indipendenza della magistratura, più giusta ed efficiente. Così come l’istituzione di un’Alta Corte indipendente, con la funzione di giurisdizione disciplinare, svolgerà un maggior controllo sull’operato della magistratura, fino ad oggi ‘autodisciplinato'”. Così sì Manuela Repetti di FdI. “Oggi, seppur in ritardo, anche Sala e il Pd riconoscono che qualcosa non funziona, e che spesso le inchieste si apprendono dai giornali. La riforma della separazione delle carriere va proprio nella direzione di rendere questo servizio più efficiente”. Parola di Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, ai microfoni del Tg1.

Gasparri: leggetevi i libri di Sallusti e Palamara

“Oggi è una giornata storica – dichiara Maurizio Gasparri – perché, con il secondo voto sulla riforma costituzionale della giustizia, prende corpo uno degli obiettivi programmatici del centrodestra. A chi dice che in questo modo si recano dei danni al Csm consigliamo la lettura dei libri di Sallusti e Palamara, in cui vengono raccontate le nefandezze del Consiglio superiore della magistratura, ridotto dalle correnti organizzate in un luogo di mercimonio. Chi guida l’Anm non può che condividere questo obiettivo. Perché sicuramente le pratiche spartitorie del Csm, in molte occasioni, hanno danneggiato magistrati valenti per premiare fedeli esecutori delle volontà delle correnti organizzate, soprattutto di quelle della sinistra. Il Csm arrivò molti anni fa, addirittura, a bocciare un eroe della legalità come Giovanni Falcone. Poi è andato sempre peggiorando. Il sorteggio porrà fine alle correnti e a capitoli di vergogna”.

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di Stefania Campitelli - 22 Luglio 2025