
Guerra e pace
Gentiloni attacca il Pd? “Colpa della Meloni”. L’intervistona a orecchie tappate della Schlein al “Corriere”
La domanda, l’unica nella quale non si parlava della Meloni, è arrivata a metà intervista. Un dettaglio non da poco quello fatto notare, oggi, sul “Corriere“, alla segretaria del Pd Elly Schlein, ovvero che una parte del partito, capitanata da Paolo Gentiloni, non condivide la linea del no al riarmo e soprattutto considera puerile quella polemica sull’uso dei soldi pubblici “sottratti alla sanità per darli alla difesa”.
Schlein e la fuga dalla domanda su Gentiloni
La domanda è testuale, per quanto non chiusa da un punto interrogativo. “A proposito delle spese militari: Paolo Gentiloni sostiene che è sbagliato dire, come fa il Pd, che le spese militari tolgono risorse alla sanità pubblica”. La Schlein, che per tutta l’intervista aveva accusato la Meloni di essersi piegata a Trump sui dazi, sulle armi, su Gaza e su tutto il mondo, riesce nell’impresa di non nominare Gentiloni e di accusare… Meloni. “Questo è un governo che sta già tagliando la sanità pubblica senza il coraggio di ammetterlo e accettare a testa bassa l’aumento al 5 per cento come ha fatto Meloni per non urtare l’amico Trump, in questo Paese rischia di tradursi in altri tagli su welfare, sanità, scuola, pensioni. Meloni scaricherà come un’ipoteca gli impegni presi sulle prossime generazioni e… sui prossimi governi. Ci tengo a specificarlo, visto che ci saremo noi”. E il fatto che Gentiloni la pensi come la Meloni, più o meno, o che comunque non la pensi come la segretaria del Pd. Niente, meglio tapparsi le orecchie, come del resto sembra fare l’intervistatrice, che di Gentiloni non gli chiede più nulla, ma gli propone un assist su Sanchez, senza far presente i guai politici e giudiziari del premier e della sua coalizione.”C’è un’economia che sta andando bene in Europa e che sta galoppando. Ed è proprio quella spagnola. E come hanno fatto? Per esempio hanno fatto un accordo tra imprese e sindacati, con la regia del governo, per ridurre drasticamente i contratti precari, oltre ad aver aumentato del 50 per cento il salario minimo. Questo in Italia vorrebbe dire dare sollievo a quei tre milioni e mezzo di lavoratori che sono poveri, a cui invece Meloni continua a voltare le spalle…”. Rieccola, la Meloni.