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La Camera ha votato compatta l’insindacabilità delle opinioni di Meloni

Ai tempi dell'opposizione

Non diffamazione, ma opinioni legittime: l’Aula della Camera vota l’insindacabilità per Meloni, Donzelli e Delmastro

Per la premier e il deputato voto unanime. Sul sottosegretario la sinistra vota contro: il caso ruotava intorno alla memoria delle foibe e vedeva come controparte un giudice. FdI: «Ipocriti e in malafede: hanno adottato un metro di valutazione politica»

Politica - di Federica Parbuoni - 16 Luglio 2025 alle 13:58

Non fu diffamazione, ma espressione di libere e insindacabili opinioni. L’Aula della Camera ha dichiarato l’insindacabilità delle opinioni espresse da Giorgia Meloni, Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro relative a tre diversi casi all’attenzione della Giunta per le autorizzazioni, la quale nella propria relazione si era espressa in quella direzione. Dunque, si chiudono qui i procedimenti giudiziari per diffamazione a carico dei tre esponenti di FdI, all’epoca dei fatti all’opposizione. Sia per Meloni che per Donzelli il voto è stato all’unanimità. Sul caso di Delmastro che riguardava le opinioni espresse dall’allora deputato in merito a una vicenda che ruotava intorno alla diffusione della memoria delle foibe, invece, la relazione della Giunta a favore dell’insindacabilità è passata a maggioranza.

Voto unanime sull’insindacabilità delle opinioni espressa da Meloni

In particolare, il parere richiesto alla Camera su Meloni riguardava la richiesta di autorizzazione trasmessa alla Giunta di Montecitorio dal Tribunale di Roma in merito a una denuncia per diffamazione del 2021, presentata da Fabrizio Pignalberi che – come si legge nella richiesta – «lamentava di essere stato ingiustificatamente accusato dall’indagata di essere un truffatore, attraverso un post in data 2.6.2021 sul canale twitter». Secondo quanto risulta dalle cronache, Pignalberi nel 2023 è stato poi condannato per esercizio abusivo della professione di avvocato. «Se ci fosse stato un esame più attento all’epoca la querela poteva essere archiviata perché era evidente si trattasse di una truffa e non ci sarebbe stato bisogno di arrivare in Aula», ha sottolineato intervenendo in Aula il deputato di FdI, Dario Iaia. Il voto a favore di Meloni, si diceva, è stato unanime.

Anche sul caso Donzelli vs Panzironi tutti d’accordo: opinioni legittime

Ugualmente per Giovanni Donzelli, che era finito al centro di un procedimento giudiziario per una querela presentata da Adriano Panzironi, giornalista pubblicista noto come “guru delle diete”. Panzironi querelò Donzelli per diffamazione in relazione a un’intervista rilasciata nel 2019 e successivamente ripresa da un blog online, nella quale – come si legge negli atti trasmessi alla Camera – «il sig. Panzironi sarebbe stato descritto come un soggetto che esercita abusivamente la professione medica e promuove cure prive di fondamento scientifico, anche per patologie gravi». A maggio di quest’anno Panzironi è stato condannato dal Tribunale di Roma per l’accusa di esercizio abusivo della professione medica.

Delmastro scoperchiò un caso legato alle foibe: Pd, M5S e Avs l’avrebbero voluto a processo

Per quanto riguarda, infine, Delmastro il caso riguardava le opinioni espresse dall’allora deputato in merito a un procedimento della Corte dei conti su una proposta della Regione di distribuire nelle scuole la graphic novel Foiba Rossa sulla storia di Norma Cossetto. Poi arrivò il Covid e non se ne fece più nulla. «Ciononostante – si legge nella relazione della Giunta per le autorizzazioni – la Corte dei Conti del Piemonte avviò nel 2021 un’istruttoria per danno erariale, firmata dal Procuratore regionale Quirino Lorelli». Delmastro commentò la vicenda sui social con un video sui propri social, nel quale esprimeva il proprio giudizio negativo sulla vicenda e puntava l’indice contro Lorelli, il quale presentò la denuncia poi finita all’attenzione della Giunta. Pd, M5S e Avs hanno votato contro l’insindacabilità, ovvero per la procedibilità giudiziaria nei confronti di Delmastro.

FdI: «Sinistra ipocrita e in malafede: adotta un metro di valutazione politica»

Emblematiche le motivazioni addotte dal vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi per motivare il voto contrario all’insindacabilità: «Lorelli ha sfiorato un mondo nero che Delmastro vuole coprire e difendere, ma il potere non può diventare strumento di intimidazione, men che meno nei confronti degli altri poteri dello Stato». È stato il deputato di FdI, Stefano Benvenuti Gostoli, durante le dichiarazioni di voto a sottolineare che «spiace constatare che la sinistra in Parlamento abbia utilizzato un metro di valutazione politica nel caso di specie e non tecnico-giuridico come invece avrebbe dovuto fare. Si conferma ancora volta una sinistra ipocrita e in malafede».

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di Federica Parbuoni - 16 Luglio 2025