
I dati dell'Isee d'Oltralpe
Francia, è record di povertà. Crescono le disuguaglianze: mai così alte dal 1996. E Macron rischia un’altra sfiducia
Tempi sempre più duri per il presidente francese, che ora dovrà cercare in tutti i modi di difendere un esecutivo totalmente indebolito e che rischia di cadere sulla legge finanziaria
Il tasso di povertà è salito al 15,4% della popolazione nel 2023 in Francia. Un record dal 1996. A registrarlo sono i dati di creazione dell’indicatore dell’Insee, l’istituto di statistica, che parla oggi anche di una “forte crescita” delle disuguaglianze. Mentre Macron rischia di andare incontro alla sfiducia del governo Bayrou.
Il record di povertà in Francia
In un solo anno, stando all’Insee, il tasso di povertà è cresciuto di 0,9 punti, che in numeri assoluti significa che 9,8 milioni di francesi si trovano con redditi mensili inferiori alla soglia di povertà, fissata al 60% del reddito medio (1.288 euro per una persona sola). Sono 650.000 le persone finite in un anno al di sotto di questa soglia, “un livello mai toccato da circa 30 anni”, precisa il capo del dipartimento risorse e condizioni di vita all’Insee, Michel Duée. Secondo l’esperto, l’aumento della povertà è dovuto “al blocco degli aiuti straordinari, in particolare la scala mobile e il bonus per il rientro dopo l’estate, istituiti nel 2022 per sostenere il potere d’acquisto”. Dall’indagine dell’Insee emerge anche una “forte” crescita delle diseguaglianze nel 2023, conseguenza del calo del livello di vita dei nuclei più modesti e dell’aumento di quelli più ricchi.
La marmellata non riuscita di Macron
Per il presidente della Repubblica, Emanuel Macron, reduce da un sondaggio in cui il 78% dei connazionali dice di non apprezzarlo, un altro dato negativo. In tredici mesi, dallo scioglimento delle Camere voluto subito dopo le europee alla marmellata organizzata al secondo turno pur di frenare il Rassemblment National, l’inquilino dell’Eliseo ha raccolto solo cocenti delusioni. Il governo Bayrou, nato nel dicembre del 2024, ha resistito a una mozione di sfiducia da parte dei comunisti di Mèlenchon ma il Rn ha già detto che se la legge finanziaria non avrà determinati canoni non la voterà. A quel punto Macron non potrà che – passato l’anno necessario che gli detta la Costituzione – sciogliere nuovamente il Parlamento. Prima delle presidenziali del 2027 che designeranno il suo successore.
Leggi anche