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Fidanza: “La sfiducia? Un’idea velleitaria, ma nessun appoggio a von der Leyen a scatola chiusa”

Strasburgo

Fidanza: “La sfiducia? Un’idea velleitaria, ma nessun appoggio a von der Leyen a scatola chiusa”

Il vicepresidente di Ecr chiarisce la scelta di non votare: era un'iniziativa per fare rumore senza possibilità di successo. Ma su alcuni dossier, come il clima, daremo battaglia: il nostro sostegno a Fitto è totale

Senza categoria - di Stefania Campitelli - 11 Luglio 2025 alle 13:01

Un passaggio delicato ma anche un’operazione velleitaria, destinata all’insuccesso. La prima mozione di sfiducia contro Ursula von der Leyen sullo scandalo Pzifer, come ampiamente previsto, è stata bocciata dal Parlamento di Strasburgo. Un esito scontato anche se molti hanno giudicato il passaggio “un giro di boa”. Le opposizioni italiane si sono divise e, ancora una volta, il Pd di Elly Sclein ha votato in ordine sparso. Fratelli d’Italia, insieme alla grande maggioranza dei conservatori,  ha scelto il non voto. Una fuga? Tutt’altro. Carlo Fidanza, vicepresidente dell’Ecr e copresidente di FdI, spiega che si è trattato di un’iniziativa rumorosa, ma ” tutti sapevano che non sarebbe passata”.

Fidanza: la mozione di sfiducia solo un’iniziativa personale

Il fatto che la mozione sia stata presenta da un rappresentante romeno di Ecr non è indicativo. “È nata da un’iniziativa personale firmata soltanto da un terzo del nostro gruppo e votata da meno della metà”, dice Fidanza, intervistato da varie testate. “Può capitare. Bastano poche firme per presentare questo tipo di mozioni e per assurdo ogni mese questa situazione si potrebbe ripetere”. Non solo, ma non si chiedeva una sfiducia a von deLeyen ma all’intera commissione Ue, compreso il  commissario italiano Raffaele Fitto. Ragione in più per FdI di opporsi.

Appoggiamo Fitto ma il sostegno a von der Leyen non è a scatola chiusa

Il vicepresidente Ecr spiega la posizione del partito dei conservatori che un anno fa no votò per il secondo mandato di von der Leyen A novembre, invece, “abbiamo ovviamente sostenuto la nomina del nostro vicepresidente esecutivo, Raffaele Fitto, che sta facendo un ottimo lavoro. Con la nostra scelta di non votare ieri abbiamo ribadito la nostra distanza da questa iniziativa, ma anche questo duplice concetto. Nessun sostegno a scatola chiusa a Von der Leyen, piena fiducia a Fitto”.

La mission: fare da cerniera tra Ppe e destra

La mission di FdI e di Ecr non è cambiata. Fare da cerniera tra i Popolari e i gruppi a destra per modificare “insieme i tanti errori della scorsa legislatura”. Non sono rari i casi in cui la sinistra va sotto. È successo con i dossier climatici. La cosiddetta “maggioranza Venezuela (Ppe, Ecr, Patrioti e Sovranisti) – sottolinea l’europarlamentare – si è messa insieme sui nuovi obiettivi climatici al 2040, sulle norme sulla deforestazione e persino sui crimini delle bande comuniste del maresciallo Tito in Slovenia. E la sinistra? “Reagisce con isteria ogni volta che si creano maggioranze di centrodestra. Radicalizza le sue posizioni spingendo ancora di più il Ppe a lavorare con noi”.

“Dobbiamo essere compatti per rafforzare la Ue nel mondo”

Per Fidanza, in una stagione così eccezionale e delicata per l’Unione europea, è necessario essere compatti per rafforzare il ruolo di Bruxelles. Von der Leyen non esce fortissima da questo passaggio parlamentare, avendo preso soltanto 360 voti su 720. “Si tratta – sottolinea il vicepresidente di Ecr – di un segnale di cui tenere conto, in particolare ora che si appresta a riformare il bilancio Ue”. Sulla creazione di un fondo unico in cui assorbire e tagliare i fondi agricoli e quelli della coesione i conservatori sono pronti a dare battaglia. Lo stesso sulla riduzione delle missioni inquinanti del 90% al 2040. Uno errore “che minaccia le nostre imprese e le tasche dei nostri cittadini, perché si tradurrà in nuovi obblighi e nuove tasse”.

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di Stefania Campitelli - 11 Luglio 2025