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Corona

Sempre sulla cresta dell'onda

Fabrizio Corona, il ritratto di un uomo che da vent’anni tiene sotto scacco l’Italia e che vuole cancellare il giornalismo

Eternamente in bilico ma sempre con le luci della ribalta, anche nella vicenda di Raoul Bova è stato lui l'attore protagonista

Cronaca - di Mario Campanella - 28 Luglio 2025 alle 18:31

Non c’è un grande, per così dire, scandalo, derubricando alla cronachetta di flirt il sensazionalismo moderno, in cui alla fine non emerga il suo nome: Fabrizio Corona. E non c’è sociologo che abbia capito fino in fondo i segreti del successo di questo bellissimo ragazzo ormai maturo, dal nobile sangue siculo, che pare portare sul suo volto la profezia consumistica di Roger Waters e l’insolenza di un monopolista di chiacchiere mescolate a fatti. L’ultimo scoop è quello su Raoul Bova, ma Corona è un autocompattatore irrefrenabile.

Biografia di un paragnosta

Corona è una sorta di Califano venuto male, che non canta o segue la musica ma insegue ossessivamente lo scoop. Citando Andreotti, che non amava mai le cadute di stile, la versatilità di Corona è da..paragnosta, versione edulcorata del termine romanesco che indica furbizia, simulazione, perenne tendenza surrettizia e istrionica.

Nato artisticamente con Lele Mora, Corona ha sfruttato all’inizio proprio il suo aspetto fisico, anticipando l’era dei social. Aprendo poi la sua agenzia e portando a casa una serie di scoop sensazionali, tra i quali quello su Lapo Elkann e l’overdose che costò di rischiargli la vita, arrivando sino a brandizzare, come un necrofilo bulimico, qualsiasi notizia possibile: persino la strage di Erba.

La condanna a 12 anni

Fabrizio Corona vendeva le foto ai giornali oppure chiamava l’interessato e gli proponeva di cedergli ogni diritto in cambio di una somma. Per lui non era reato( la Fiat lo faceva abitualmente con gli scatti della famiglia) per la Procura di Milano era estorsione. In realtà l’inchiesta partì da Potenza e coinvolse diversi distretti giudiziari. Fino ad accumulare una pena di circa 12 anni che a tutti sembrò eccessiva. I giudici dissero che l’organizzazione di Corona era scientifica: appostamento, foto e ricatto con estorsione. Una tesi che l’influencer(guai a chiamarlo fotografo) ha sempre respinto.

Le perizie, le simulazioni, la libertà

Fabrizio, con il cipiglio trumaniano, nel frattempo non avrebbe accettato le disposizioni della magistratura. Fino a un tentato suicidio, a perizie psichiatriche, diagnosi smentite in sede terza che ne hanno confermato una sorta di ambivalenza indecifrabile. Per sua stessa ammissione ha consumato droga, nel mentre tra Nina Moric e Belen(alla quale scattò foto private per venderle) si alimentava di autocentrismo senza limiti.

Ecco, i limiti. Sono quelli che Fabrizio non vuole proprio avere. Come un cane da tartufo vuole estrarre solo il bianco d’Alba e avendo alle narici il profumo costante dei soldi. E del resto ci vuole anche un po’ di coraggio solo a pensare di andare ai funerali di un bambino morto ammazzato(Erba) mettendo il logo dell’agenzia sulla maglietta del papà ai funerali. Figuriamoci ad inventarsi relazioni inesistenti.

Il calcioscommesse

E così eccolo scoprire in anticipo il secondo filone di calciatori coinvolti nelle scommesse. Con una potenza mediatica che costringerà persino Luciano Spalletti, allora Ct, ad escludere dalla nazionale alcuni dei presunti scommettitori sulla base delle sue rivelazioni.

In fondo, la domanda chiave è proprio questa: un signore, ‘nu bell guaglione’, straccia nell’epoca social tutte le regole del giornalismo, lo supera, mortifica, lo considera inutile e ininfluente. Gli detta le regole di gioco, incurante di ogni deterrenza deontologica. Non è giornalista ma è il giornalista più importante per risonanza e ridondanza.

Un misto di strategia goebbelsiana e paraculista che gli procura visibilità. Come uno squalo bianco deglutisce tutto, pesci, ma anche detriti e ogni cosa che ingoia: trasformando ogni energia residuale in potenza.

Un border…niente

Ai tempi in cui spaccò un’ambulanza una famosa criminologa arrivò a dire, a reti unificate, che Fabrizio era un borderline-bipolare grave. Una innocente bugia che copre i lati veri della sua personalità senza freni. Corona’s non è un malato ma un furbo sagace che non si fermerebbe dinanzi al Diavolo. La sua rete di informatori sembra una sorta di parallelismo da servizi per quanto è ramificata. Raccoglie, accoglie, poi distribuisce. Al momento giusto. Con la mira precisa di un cecchino serbo. Forse proprio quel bellissimo volto gli fa perdonare colpe e responsabilità che sarebbero etiche. Ma alla parola etica, Fabrizio, si farà  certamente una grassa risata.

 

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di Mario Campanella - 28 Luglio 2025