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Ozzy Osbourne è morto, il cantante dei Black Sabbath aveva 76 anni

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È morto Ozzy Osbourne, la sua leggenda vive: l’esistenza rivoluzionaria e il testamento del “Principe delle tenebre”

Era malato da tempo. Il 5 luglio aveva dato l'addio alle scene al fianco dei Black Sabbath in un concerto che è già storia del rock. Le sue parole: “Finché ci saranno ragazzi che avranno bisogno di sfogare la loro rabbia, l'heavy metal sopravviverà”  

Cronaca - di Redazione - 22 Luglio 2025 alle 21:20

Ozzy Osbourne, il leggendario frontman di Black Sabbath, è morto oggi all’età di 76 anni. A darne l’annuncio è stata la sua famiglia in un comunicato. «Era con la sua famiglia e circondato dall’amore. Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della nostra famiglia in questo momento», si legge nella nota.

Il commiato di Ozzy Osbourne, dopo l’addio alle scene

Meno di 20 giorni fa, il 5 luglio, Ozzy Osbourne era salito sul palco di Birmingham con i Black Sabbath per il suo concerto d’addio, che da subito è stato riconosciuto come un evento che sarebbe entrato nella storia della musica. Il “Principe delle tenebre”, al secolo John Michael Osbourne, era nato il 3 dicembre del 1948 in un sobborgo operaio dell’Inghilterra postbellica, crescendo in mezzo alle ristrettezze e alla noia.

L’animo rivoluzionario forgiato da un’infanzia difficile

Quarto di sei figli (due fratelli: Paul e Tony; tre sorelle: Jean, Iris e Gillian), le sue condizioni familiari sono disagiate e ha problemi di linguaggio, essendo dislessico e balbuziente. Ma è dal disagio che germoglia il seme di una rivoluzione. Abbandonata la scuola, all’età di quindici anni comincia a praticare vari lavori: operaio edile di cantiere, idraulico, attrezzista, operaio in una fabbrica di auto e macellaio presso un mattatoio, ma non si sente portato per questi mestieri. E così, insieme a Tony Iommi (uno dei compagni di scuola che più detestava), Geezer Butler e Bill Ward fonda i Polka Tulk Blues Band che in futuro, dopo alcuni cambi di nome e di membri, si danno il nome di Black Sabbath, dal titolo americano del film di Mario Bava ‘I tre volti della paura’.

Musica e demoni: le mille rinascite del “Principe delle tenebre”

Con loro scrive pagine leggendarie dell’heavy metal: ‘Paranoid’, ‘War Pigs’, ‘Iron Man’. Suoni oscuri, riff inquietanti e testi che parlano di guerra, alienazione, incubi e stregoneria. Il 13 febbraio 1970, con l’omonimo album d’esordio, nasce il metal. E Ozzy ne diventa la voce più iconica. Il successo arriva a braccetto con i demoni. Ozzy li abbraccia e non si tira indietro. Diventa l’incarnazione stessa dell’eccesso: alcol, Lsd, cocaina, la sua vita è un trip continuo.

Cacciato dai Sabbath nel 1979 per abuso di sostanze, Ozzy colto da psicosi maniaco-depressiva, si rinchiude in una stanza d’albergo a Los Angeles e rimane lì per poco meno di un anno a bere e drogarsi, disperato per la fine della sua avventura con la band, riducendosi l’ombra di se stesso. Ripresosi, Ozzy, con il supporto della futura moglie Sharon Arden, figlia di Don, manager dei Black Sabbath, decide di formare nuovamente un progetto solista. Con lui, un giovane chitarrista destinato a diventare leggenda, Randy Rhoads. Anche dopo la tragica morte di Rhoads, scomparso prematuramente a 25 anni in un incidente aereo, Ozzy continua a incidere album fondamentali come ‘No More Tears’ e ‘Ozzmosis’, portando con sé una generazione di fan e un altro mitico chitarrista, Zakk Wylde. “Non mi sento davvero di essere il padre del metal o del rock, semmai più un fratello maggiore” dirà in più di un’occasione Ozzy ma quanto a musica e carisma come lui non ce n’è.

Nel 2011 circola la notizia di una reunion di Ozzy con i Black Sabbath nella formazione originaria, ma poi viene diagnosticato a Tony Iommi un linfoma nello stadio iniziale che compromette il normale svolgimento del tour. Vengono cancellate le date europee della formazione originale dei Black Sabbath, e al loro posto si esibiscono gli ‘Ozzy & friends’, con Ozzy, Zakk Wylde, Rob ‘Blasko’ Nicholson, Gus G., Geezer Butler, Adam Wakeman, Tommy Clufetos e Slash. Nel 2013 i Black Sabbath pubblicano ’13’, il primo album con Ozzy Osbourne alla voce, dai tempi di ‘Never Say Die’.

“The Osbournes”: Ozzy e la sua famiglia

Nella vita privata, il caos è solo leggermente più contenuto. Il matrimonio con Sharon Arden, sua manager e regina della sua rinascita commerciale, è una saga rock. Insieme crescono tre figli – Aimée Rachel, Kelly e Jack – e si trasformano in famiglia disfunzionale e iconica grazie a Mtv. Ma alle risate subentra il dolore. Le ricadute, le rehab, i tentativi di suicidio, le confessioni pubbliche. Negli ultimi anni il ‘Principe delle Tenebre’ ha dovuto piegarsi. Il morbo di Parkinson, diagnosticato nel 2020, e altri problemi di salute lo costringono ad annullare tour e a fare i conti con la propria mortalità. Nonostante ciò, pubblica due album eccellenti (‘Ordinary Man’ e ‘Patient Number 9’) che suonano come lettere d’amore e di addio. In mezzo, la pandemia, la convalescenza, l’attesa di un ultimo ritorno.

Una leggenda che non muore

Quel ritorno arriva il 5 luglio 2025 con ‘Back to the Beginning’, evento già passato agli annali del rock. La sua Birmingham accoglie il concerto d’addio dei Black Sabbath riuniti, per l’ultima volta, là dove tutto è cominciato. Un cerchio che si chiude tra le fiamme e le lacrime. Ozzy canta seduto su un trono, regge il microfono a fatica, ma la voce – straziante e inconfondibile – c’è ancora. E la leggenda può proseguire, insieme alla sua rassicurazione: “Finché ci saranno ragazzi che avranno bisogno di sfogare la loro rabbia, l’heavy metal sopravviverà”.

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di Redazione - 22 Luglio 2025