
Dalla corte di appello
Delitto di Giulia Tramontano, negata a Impagnatiello la giustizia riparativa: “Da lui comportamenti non consoni”
La "assunzione di responsabilità", "il rincrescimento esternato alla prima occasione di contraddittorio processuale" offerta dall'uomo, sono stati ritenuti "irrilevanti" dalla Corte per "una valutazione di ammissibilità" dell’ex barman alla misura
Delitto di Giulia Tramontano, arriva un’altra novità. La Corte d’Appello di Milano ha respinto la richiesta di accesso alla giustizia riparativa per Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo per il femminicidio della ragazza, avvenuto due anni fa. La Corte ha rigettato l’istanza presentata dalla difesa di Impagnatiello.
La decisione
La “assunzione di responsabilità”, “il rincrescimento esternato alla prima occasione di contraddittorio processuale” offerta a Impagnatiello, sono stati ritenuti “irrilevanti” dalla Corte d’appello per “una valutazione di ammissibilità” dell’ex barman alla giustizia riparativa”. La famiglia di Giulia Tramontano aveva evidenziato una propria indisponibilità a prendere parte al percorso della giustizia riparativa “per ora irretrattabile”, scrive la Corte. Alla luce della loro posizione, la Corte d’Appello ha ritenuto che “per affermare una effettiva utilità alla risoluzione delle questioni derivanti da reati commessi, fossero decisivi i moventi” alla base delitto commesso a Senago.
Il delitto di Giulia Tramontano
Il femminicidio di Giulia Tramontano nel maggio del 2023 scosse l’opinione pubblica nazionale. Per l’omicidio fu arrestato il compagno di Giulia, Alessandro Impagnatiello. Tra il 31 maggio e il 1º giugno, Impagnatiello dichiarò di essere il responsabile della morte di Giulia e fornì indicazioni agli inquirenti allo scopo di far ritrovare il suo cadavere. La donna risultò essere stata uccisa all’interno dell’abitazione in cui la coppia conviveva, con numerose coltellate. Inoltre furono effettuati da Impagnatiello due tentativi di bruciare il suo corpo: il primo nella vasca da bagno di casa utilizzando alcol etilico denaturato, il secondo fuori dall’appartamento con della benzina. Impagnatiello fu quindi incriminato per omicidio aggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Dalle analisi effettuate sul suo telefono, risultò anche che Impagnatiello effettuò ricerche sul web relative a come eliminare un corpo e come cancellare le tracce di sangue.
L’ergastolo e le polemiche sulla premeditazione
Il 25 novembre 2024 la Corte d’assise condanna Alessandro Impagnatiello all’ergastolo e a tre mesi di isolamento diurno per l’omicidio, tramite accoltellamento, di Giulia. Il 25 giugno 2025 la Corte d’assise d’appello di Milano ha parzialmente confermato la sentenza di primo grado, giudicando Impagnatiello colpevole e condannandolo all’ergastolo. Tuttavia è stata esclusa l’aggravante della premeditazione, una decisione che ha suscitato forti polemiche e l’indignazione della famiglia Tramontano.