
Soddisfatta Coldiretti
Decreto flussi, ecco cosa cambia su migranti e manodopera. Lollobrigida: facilitiamo imprese e integrazione
”Grande soddisfazione per l’approvazione del decreto flussi che garantisce presenza di immigrati regolari e garanzia alle imprese di poter impiegare forza lavoro regolare”. Lo dichiara Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, dopo il via libera del Cdm al provvedimento.
”Ci siamo impegnati per contrastare l’immigrazione irregolare e per garantire la possibilità a chi rispetta le regole di contribuire alla crescita economica dell’Italia così come dare la possibilità a chi arriva di avere una opportunità di integrazione e formazione. Con i flussi triennali, inoltre, si pone fine al caos preesistente durato troppi anni”.
“Col decreto flussi risposta chiara e pragmatica”
”Abbiamo lavorato con la collega Calderone, il ministro Piantedosi e il vicepremier Tajani e ancora una volta nel rispetto delle leggi puntiamo a garantire le nostre imprese e un modello civile di immigrazione”, sottolinea Lollobrigida. ”È una risposta chiara e pragmatica a chi per decenni non è stato in grado di fare lo stesso e tenta ancora oggi di ostacolare in ogni modo un modello che garantisca l’immigrazione regolare e finisce quindi per agevolare un modello utile solo alla criminalità che produceva danni alla nostra società e agli stessi immigrati irregolari. Abbiamo permesso a lavoratori stranieri di venire in Italia più di ogni passato governo ed è stato possibile proprio perché più di ogni altro governo abbiamo fermato immigrati irregolari”, conclude Lollobrigida.
Entrando nello specifico, dopo i 450mila del triennio 2023-2025, il governo Meloni autorizza l’ingresso in Italia di altri 500mila lavoratori stranieri dal 2026 al 2028.
“Manodopera indispensabile al sistema economico”
Il decreto flussi, informa Palazzo Chigi si riferisce a “manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile”. Nell’arco del triennio sono assegnate 230.550 quote per lavoro subordinato non stagionale e autonomo e 267mila per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico. Le quantità sono stabilite, viene sottolineato, “tenendo conto dei fabbisogni espressi dalle parti sociali e delle domande di nulla osta al lavoro effettivamente presentate negli anni scorsi, con l’obiettivo di una programmazione che recepisca le esigenze delle imprese e che sia anche realistica”.
Coldiretti: passo avanti importante per avere lavoratori nei campo
Per il governo, inoltre, “con la stabile individuazione di un meccanismo d’immigrazione legale e controllato, si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i Paesi di origine dei flussi migratori e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità nell’ingresso e permanenza nel nostro Paese, nella lotta contro il lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori”. C’è poi la volontà di superare il meccanismo del ‘click day’, incentivando gli ingressi fuori quota con “un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine”.
Soddisfatta Coldiretti, secondo cui il decreto “rappresenta un importante passo avanti per garantire la disponibilità di lavoratori nei campi e, con essa, la produzione alimentare nel Paese”. L’associazione auspica poi “il definitivo superamento del click day, permettendo alle imprese di presentare le richieste durante tutto l’anno, con il supporto delle associazioni agricole e in base alle reali esigenze stagionali”.