
No alle rappresaglie
Dazi, da Palazzo Chigi calma e gesso. La Ue pronta a trattare ma le opposizioni giocano allo sfascio
Dopo la lettera di Trump il governo continua a seguire "con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra Unione europea e Stati Uniti sostenendo pienamente gli sforzi di Bruxelles"
Le sinistre non si smentiscono. Neanche il tempo di leggere le agenzie sulla lettera del presidente Usa Donald Trump sui dati al 30% dal 1° agosto che scatta il refrain: e il governo Meloni che fa? Perché non si muove, perché non dice una parola? Dal Pd ad Avs, passando per i centristi Calenda e Renzi, è un coro unanime di denunce contro Palazzo Chigi che sarebbe nei guai, complice del tiranno Trump.
Dazi, le sinistre italiane giocano allo sfascio
“Alla fine l’ha fatto! Trump come un estorsore e dichiarando guerra al mondo intero, ha firmato la lettera, creando le condizioni per un disastro economico e sociale”. Così il pasdaran Angelo Bonelli con la sua ricetta ‘soft’. “Ora l’Europa deve reagire con contro-dazi sui prodotti americani e tassare i profitti delle Big Tech. Il governo Meloni blocchi subito la promessa di acquisti di Gnl e armi Usa fatta a Trump nell’incontro avuto a Washington lo scorso aprile”. Nicola Fratoianni non è da meno: “Trump fa il gangster. A nulla sono servite le vagonate di miliardi di euro che gli Stati europei stanno garantendo all’industria bellica americana, come per altro avevamo previsto”.
Schlein all’attacco: aspettiamo una parola da Meloni
Dal Nazareno rispondono con una gara a chi mostra la faccia più feroce davanti al presidente Usa e alla premier. “Trump – dice Francesco Boccia – ha sancito che l’Ue non è più un alleato strategico per gli Usa e alza i dazi al 30%. La sciagurata scelta di Giorgia Meloni di dimostrarsi accondiscendente nei confronti del governo americano si dimostra totalmente fallimentare”. Elly Schlein si precipita a dichiarare. “Ci aspettiamo una presa di posizione netta e forte, che fin qui non c’è stata da parte, del governo e di Giorgia Meloni. Perché non è che per le loro amicizie politiche possono danneggiare l’interesse nazionale e l’interesse europeo”.
Il governo sostiene la Ue nella trattativa con gli Usa
Ma la posizione del governo non solo è arrivata tempestiva ma è sempre la stessa improntata al realismo e alla calma. “Il governo italiano continua a seguire con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra Unione europea e Stati Uniti, sostenendo pienamente gli sforzi della Commissione europea che verranno intensificati ulteriormente nei prossimi giorni”. Così la nota ufficiale di Palazzo Chigi che conferma la politica di questi mesi sul dossier tariffe, niente rappresaglie.
Non ha senso innescare uno scontro commerciale
“Confidiamo nella buona volontà di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l’Occidente nel suo complesso. Atteso che – particolarmente nello scenario attuale – non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Ora è fondamentale rimanere focalizzati sui negoziati, evitando polarizzazioni che renderebbero più complesso il raggiungimento di un’intesa”.
Bruxelles al lavoro per un accordo
Senso di responsabilità che alle opposizioni non piace: i pasdaran anti-yankee vorrebbero elmetti e raid commerciali contro Washington. Bruxelles si guarda bene dal rincorrere le sinistre italiane.”Rimaniamo pronti a continuare a lavorare per raggiungere un accordo entro il 1° agosto. Allo stesso tempo, adotteremo tutte le misure necessarie per tutelare gli interessi dell’Ue, inclusa l’adozione di contromisure proporzionate se necessario”. Così il comunicato della Commissione europea in cui “prende nota” della lettera inviata dal presidente Usa. “Quel livello di aliquota tariffaria interromperebbe catene di approvvigionamento transatlantiche essenziali, a scapito di imprese, consumatori e pazienti su entrambe le sponde dell’Atlantico”, puntualizza l’esecutivo Ue. Occorre avere nervi saldi anche per il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, “non possiamo compromettere i nostri mercati finanziari. È ovvio che la lettera arrivata dagli Stati Uniti è una sgradevole volontà di trattare”.