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Da oggi in vigore la legge Brambilla a tutela degli animali che dalle multe al carcere inasprisce le pene per chi li maltratta

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Da oggi in vigore la legge Brambilla (con buona pace della sinistra che ha remato contro). Carcere, multe e pene severe per chi maltratta animali: le novità

Una riforma storica grazie alla quale gli animali diventano soggetti giuridici, che prevede pene inasprite per chi li maltratta, li abbandona, o peggio... Un provvedimento atteso da 20 anni, e un lavoro andato avanti per ben quattro legislature, che l'opposizione ha snobbato e contrastato solo perché è un successo che porta la firma del centrodestra

Politica - di Bianca Conte - 1 Luglio 2025 alle 18:13

Da oggi è in vigore la legge Brambilla: una riforma storica, un provvedimento che sancisce per legge l’obbligo al rispetto degli animali, inasprendo le pene per chi commette reati nei loro confronti. Oggi, dunque, il calendario segna la fine di un’epoca, e l’inizio di una nuova era di civiltà, che mette fine alla barbarie medievale agita da chi maltratta un animale: abbandonandolo, tenendolo a catena, seviziandolo, affamandolo, picchiandolo o, addirittura, uccidendolo selvaggiamente.

Carcere e multe per chi maltratta gli animali: da oggi in vigore la legge Brambilla

Unitamente a tutto quello che purtroppo conosciamo e potremmo aggiungere a lungo e drammatico elenco di violenze commesse su cani, gatti, animali da cortile, e chi più ne ha, più ne metta, e che fin qui ha riempito di colonne d’inchiostro pagine di carata stampata e digitale. Un orrore che, se ha indignato e scioccato i più, non ha certo scoraggiato chi di questa vergogna si è macchiato negli anni, impunemente.

Una riforma storica che mette fine alla vergogna dell’impunità

Ebbene sì, da oggi si cambia: divieto assoluto di tenere un cane a catena, con sanzioni tra i 500 e i 5 mila euro. Dai sei mesi ai due anni di reclusione per il maltrattamento di animali. E fino ai tre anni di carcere per chi li uccide, che arrivano a quattro se lo si fa con sevizie. Come anticipato in apertura, dunque, entra in vigore da oggi la “legge Brambilla”, e quel decalogo di norme a tutela dei nostri amici a quattro zampe.

«Una riforma storica che l’Italia attendeva da oltre vent’anni», ha giustamente rivendicato Michela Vittoria Brambilla presentando il provvedimento in una conferenza stampa a Palazzo Theodoli Bianchelli. Con la deputata di Noi moderati e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, era presente anche il generale Giorgio Maria Borrelli, comandante del raggruppamento Cites dei Carabinieri.

Un ribaltamento di prospettive: gli animali diventano soggetti di diritto

Una riforma che attua «un ribaltamento culturale totale della prospettiva che fino ad oggi esisteva in Italia: gli animali esseri senzienti, diventano soggetti giuridici, portatori di diritti, tutelati direttamente dalla legge, che finalmente rende loro giustizia, inasprendo le pene in maniera importante per tutti coloro che commettono reati nei loro confronti». Una legge che dà un giro di vite sul traffico illegale di cuccioli, e che prevede maggiori tutele per la fauna selvatica e protetta.

Carcere, multe, pene inasprite: ecco tutte le novità

Da oggi, insomma, si rischiano il carcere e multe salate se si commettono abusi e violenze contro gli animali. Tutti, non solo cani e gatti. Da oggi, finalmente, finisce finirà l’impunità diffusa che ha regnato per decenni a fronte di crimini terribili e crudeltà inaudite commesse da persone socialmente pericolose, che sapevano di poter contare proprio sulla non perseguibilità di illeciti inaccettabili.

«Chi uccide un animale rischierà fino a quattro anni di carcere e 60mila euro di multa sempre abbinata. Chi li maltratta fino a 2 anni di carcere e 30mila euro di multa, sempre abbinata con aggravanti generiche che aumentano anche di un terzo la pena, se il fatto è commesso innanzi a minori o diffuso in rete. Poi si inaspriscono anche tutte le altre pene per chi commette reati ai danni degli animali. Una in particolare la voglio ricordare: da oggi scatta il divieto di tenere il cane alla catena, una barbarie medievale, con 5mila euro di multa per chi non lo rispetta».

Brambilla: dalle opposizioni una guerra per impedire la riforma

Dunque, ecco a cosa si sono opposti gli esponenti di centrosinistra motivando astensione o contrarietà alla riforma con la necessità di ulteriori approfondimenti sul testo. O, in subordine, ecco tematiche, realtà e lacune giuridiche alla base di una battaglia culturale e sociale, prima ancora che politica, che la sinistra ha snobbato e a cui si è pretestuosamente contrapposta. Non a caso, allora, portato a casa il risultato, la Brambilla si dice «orgogliosa» di questa legge.

La deputata si toglie qualche sassolino dalla scarpa…

E non manca di puntare il dito contro le opposizioni. Ribadendo in sostanza quanto dichiarato in un’intervista di fine maggio: «Da quattro legislature porto avanti questa riforma con grande difficoltà. Nonostante sia una importante battaglia di civiltà quella per la tutela degli animali e dell’ambiente, le opposizioni hanno messo in campo una vera e propria guerra per impedire a questa riforma di arrivare in fondo. Ma non ce l’hanno fatta».

Lei, invece, ce l’ha fatta a realizzare quello di cui si sentiva il bisogno da molto, molto tempo: un provvedimento atteso da 20 anni, e un lavoro andato avanti per ben quattro legislature, che l’opposizione ha combattuto solo perché è un successo che porta la firma del centrodestra.

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di Bianca Conte - 1 Luglio 2025