
Delitti italiani/2
Crimini e misteri: Aldo Semerari, il luminare della psicopatologia, accusato di tutto ma morto incensurato
Criminologo e psichiatra di fama mondiale, fu decapitato dal boss della camorra Ammaturo. Il suo nome tirato in ballo in tanti procedimenti penali
Per tanti, ancora oggi, Aldo Semerari era il male assoluto. L’ideologo eversivo della destra, accusato finanche della strage di Bologna, il “nazista”, il consulente di bande e clan. Pochi, però, dimenticano, che mori incensurato e che è stato il più grande psicopatologo forense italiano. E che chi lo uccise, pur essendo un criminale di spessore autentico, non si è fatto un giorno di carcere.
Aldo Semerari e i suoi lavori, da Jaspers a Basaglia
Nato a Martinafranca, in provincia di Taranto, nel 1923, Semerari, professore ordinario di medicina criminologica all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, direttore dell’Istituto di psicopatologia forense e perito tra i più autorevoli e stimati nei tribunali italiani, Semerari divenne noto soprattutto come autore di perizie psichiatriche d’alta scuola e come consulente in molti dei casi giudiziari più rilevanti degli anni settanta.
Fu traduttore in Italia delle opere di Karl Jaspers, nel 1967 firmò con lo psichiatra Basaglia il manifesto italiano della antropofenomenologia di Karl Jaspers. Le sue opere più importanti sono quelle concernenti proprio la psicopatologia forense.
L’arresto per Bologna
Aldo Semerari viene considerato come un elemento legato ai gruppi eversivi neri. Accuse che egli stesso, in vita, respingerà sempre, affermando di avere avuto solo la tessera del Msi.
il 28 agosto 1980, la Procura di Bologna su segnalazione del Sisde e dell’Ucigos, emise un ordine di cattura a cui seguì il suo arresto per associazione sovversiva e concorso morale per la strage di Bologna.
Il mandato di cattura emesso verso Semerari, nelle primissime indagini, arriva insieme a quello per esponenti della destra eversiva, raccogliendo in parte il materiale di indagine del giudice Mario Amato. Il nome di Semerari è quello che fa più scalpore, essendo un criminologo di fama: il quotidiano Lotta Continua, il 14 novembre 1980, per primo scrive che Semerari è un massone, inserito nella loggia P2 (su cui ancora non sono avvenute le indagini della Guardia di Finanza). Piccolo particolare: il suo nome non comparirà mai, però, nell’elenco degli iscritti alla Loggia di Licio Gelli perquisito a villa Wanda da Gherardo Colombo.
Nella massa di arresti per Bologna finirono in mezzo anche persone completamente innocenti, come un cardiologo calabrese militante del Fuan, arrestato perché gli inquirenti cercavano un signore che aveva un’omonimia, e il medico Elio Gianlombardo. Entrambi furono prosciolti successivamente.
Le accuse di nazismo
Semerari rimarrà colpito dalla detenzione per Bologna, dicendosi estraneo completamente alla strage. In quel periodo usciranno articoli in cui lo si descriverà come nazista, adoratore del sole, mangiatore di fegato crudo, organizzatore di gruppi eversivi. Arriveranno poi altre testimonianze dopo la sua morte. La banda della Magliana, per la quale effettuò diverse consulenze di parte, lo accusò di essere l’organizzatore di incontri clandestini.
In realtà, senza intervenire nel merito del suo presunto filonazismo, le sue perizie erano cosi autorevoli che anche quelle di parte venivano considerate un dogma dai giudici.
La morte
Il 26 marzo 1982, Aldo Semerari scomparve misteriosamente dal Grand hotel Royal di Napoli, ove soggiornava da qualche tempo. Tre giorni dopo arrivarono due telefonate alla redazione del quotidiano Il Mattino, che ne rivendicavano il sequestro. Il 1º aprile 1982, in viale Elena, a Ottaviano, un passante notò uno strano liquido rossastro fuoriuscire dalla portiera di una Fiat 128. Era il corpo, decapitato, del criminologo.
Semerari, che aveva periziato Raffaele Cutolo, fu ucciso come una sorta di punizione dal rivale del capo della Nco, Umberto Ammaturo.
Il giorno dopo il ritrovamento del corpo di Semerari, a Roma, anche la sua collaboratrice e compagna Maria Fiorella Carraro, si tolse la vita (secondo gli investigatori) sparandosi in bocca con una pistola 357 Magnum. Pochi giorni dopo, una banda di scassinatori mai identificati ruppe i sigilli della mansarda della Carraro, sita in via Damiano Chiesa a Roma, mettendo a soqquadro tutte e dieci le stanze. A tutt’oggi si ritiene che la donna possa essere stata uccisa per nascondere una serie di informazioni riservate.
Ammaturo, un criminale in libertà
Chi gli tagliò la testa, Umberto Ammaturo, camorrista spietato, ha fatto una vita da lusso. Dopo avere accumulato ricchezze, scappò in Sudamerica. E tornò al momento giusto in Italia, per pentirsi di tutto. E al posto della catena di ergastoli che avrebbe dovuto prendersi per una serie infinita di omicidi, tuttora vive in una località protetta, ha una nuova identità e anche un nuovo lavoro. Come un tranquillo e onesto cittadino.
Semerari, oltre le luci e le ombre
Cosa rimane di Aldo Semerari? Le ombre delle simpatie naziste, ancora oggi inaccettabili ovviamente, e i collegamenti con le forze eversive da lui sempre rigettate in vita. La sua autorevolezza gli consentì di andare oltre ogni limite? Probabile. Quasi impossibile, però, che fosse legato a stragi e ad altri eventi violenti. Un altro aspetto è rilevante: tutte le accuse formulategli sono avvenute dopo la sua morte, senza che si sia mai potuto difendere. E ancora oggi viene tirato in ballo per vicende come il caso Moro, i servizi deviati e gran parte dei misteri degli anni 70. Le ombre non hanno nascosto le luci. I rapporti con la criminalità, per come raccontato dallo stesso Cutolo, non comprendevano alcuna corruzione giudiziaria. Semerari svolgeva perizie di parte, veniva pagato e consentiva, purtroppo, a questi “signori” di tornare in libertà. Le luci rimangono accese. Viene ancora tradotto in tutto il mondo, citato nelle letteratura scientifica. Il resto resta un mistero, anche se morì incensurato. Mentre chi lo uccise prospera come un qualsiasi borghese italiano nella libertà.