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Covid, la becera ironia di Burioni contro “Il Secolo”: non legge gli articoli e dimentica il suo “negazionismo” da Fazio

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Covid, la becera ironia di Burioni contro “Il Secolo”: non legge gli articoli e dimentica il suo “negazionismo” da Fazio

Il virologo ci attacca sui social estrapolando solo una frase di un articolo che riportava una pubblicazione scientifica, senza citare tutto l'articolo con un atteggiamento poco corretto

Cronaca - di Mario Campanella - 30 Luglio 2025 alle 13:48

Roberto Burioni, il famoso virologo che ha sentenziato negli anni del Covid ospite fisso di Fazio, ha preso in giro Il Secolo d’Italia per un articolo pubblicato nei giorni scorsi sui possibili effetti del Covid e dei vaccini nelle patologie cardiache. Un articolo equilibrato, che riportava una pubblicazione internazionale prestigiosa e che Burioni ha ritagliato su Facebook citandone il contenuto in una sola e infima parte e con poca, anzi nessuna, correttezza. Due righe, estrapolate, senza premessa e conclusione, per dire che noi abbiamo attribuito un ruolo negativo ai vaccini quando questi ancora non esistevano. Falso, perché nessuno ha mai parlato male dei vaccini. Doppiamente falso, perché quelle due righe erano parte di un ragionamento che comparava i vecchi dati con quelli successivi al Covid.

La polemica di Burioni

“Dopo tanti post tristi, facciamoci una bella risata sui geni del Secolo d’Italia Ci spieghino come uno studio che analizza i dati tra il 2001 e il 2020 può dimostrare qualcosa sui vaccini a mRNA, che abbiamo cominciato a usare nel 2021″, scrive il virologo su Facebook, concludendo con un altrettanto triste: “Eia Eia ahahah!“. Senza citare, come correttezza avrebbe voluto, per intero, il nostro articolo.

Quello che abbiamo scritto è invece facilmente leggibile: “Nel periodo pre-Covid,Il tasso di sopravvivenza è migliorato dal 14,7% al 18,9%, con miglioramenti ancora più significativi per i pazienti con ritmi defibrillabili, aumentati dal 35% al 47,5%.Questi progressi sono stati attribuiti a ingenti investimenti regionali nella formazione sulla rianimazione cardiopolmonare (RCP), a un migliore accesso ai defibrillatori esterni automatici (DEA), a servizi medici di emergenza (EMS) ottimizzati e a un miglioramento dell’assistenza post-arresto.

Tuttavia, dopo che i vaccini a base di mRNA per il Covid sono stati resi pubblici all’inizio del 2021, i decessi causati da arresti cardiaci sono aumentati vertiginosamente”.

Si tratta di uno studio scientifico relativo a una porzione di popolazione statunitense, come correttamente riportato. Basta aprire questo link.

Le bugie di Burioni

Nel sommario dell’articolo si legge, “La più importante rivista scientifica pubblica dati che possono essere preoccupanti ma che non devono generare allarmismi: nel quinquennio, nel mondo, i decessi cardiaci risultano in diminuzione”.

Si legge ancora (e Burioni non lo pubblica nel suo post in cui irride Il Secolo): “Seppure la fonte sia autorevole sarebbe sbagliato interpretare questo articolo scientifico, riferito alle fibrillazioni, come verità assoluta. Di contro, infatti, le statistiche degli ultimi anni ci dicono che la mortalità cardiaca, nel mondo, complessivamente, è diminuita”. Pubblicare un pezzo scrivendo che una testata analizza i dati dei vaccini riferendosi a quando non esisteva il Covid, senza integrarlo con il resto, significa fare ironia pessima e a basso costo.

Tanto che nell’articolo da noi pubblicato si legge ancora: “Tuttavia, solo nel 2022, nella contea di King si sono verificati 111 decessi in eccesso per arresto cardiaco, con un tasso di 4,9 decessi in eccesso ogni 100.000 persone in un solo anno”. 

Ma questo Burioni lo ha dimenticato trascinandoci in una furia no vax che non ci appartiene. Abbiamo il dovere di pubblicare articoli di rilevanza scientifica e lo abbiamo fatto senza alcuna posizione ideologica ma addirittura ribadendo che le morti improvvise sono calate nel periodo incriminato.

Anche questa è una fake?

Burioni dovrebbe dirci se anche il fatto che la Fda abbia aggiornato le avvertenze sul rischio miocardite sia una fake. La Food and Drug Administration (FDA) ha aggiornato le avvertenze sui vaccini a mRNA contro il COVID-19, riportando un’incidenza stimata di miocardite pari a circa 8 casi ogni milione di dosi somministrate nella settimana successiva alla vaccinazione nella popolazione tra 6 mesi e 64 anni, con un’incidenza osservata più elevata nei maschi tra i 12 e i 24 anni, pari a circa 27 casi per milione. Pubblicare il documento dell’agenzia del farmaco più importante del mondo significa essere no vax?

Un metodo inaccettabile da chi negò l’esistenza del Covid

Burioni ha pubblicato sul suo profilo social solo una frase del nostro pezzo, facendo capire a chi lo segue che in sostanza non sapevamo nemmeno che i vaccini esistono dal 2021. Mentre il resto del pezzo non lo ha citato. Un misto tra Goebbels e Fabrizio Corona, come metodo di comunicazione, condito da una “simpatica” citazione d’annunziana che rende di più il senso del ridicolo. “Eia eia ahahah”, scrive. Cerca di fa ridere, ma fa tristezza: un uomo di scienza che si propone in veste Bagaglino per strappare qualche like… Senza dire nulla sul resto della pubblicazione, senza citare che il Secolo chiude il pezzo parlando di, “calo della mortalità improvvisa nell’ultimo quinquennio”.

A questo punto, a proposito di fake news, è il caso di ricordare quando Roberto Burioni, all’inizio del Covid, il 2 febbraio 2020, a Fabio Fazio negò semplicemente che esistesse : ” “In Italia in questo momento il rischio di contrarre questo virus è zero. Il virus non circola”, furono le sue parole su cui Le Iene fecero tanta ironia.

Burioni fece anche lo spiritoso, quando Fazio gli chiese: “Come mai tanta gente circola con le mascherine?”. “Eh, non lo so, sarà per l’inquinamento!”. Il 16 febbraio, sempre da Fazio faceva l’ottimista e invitava ad andare a mangiare cinese… 

Eia, eia, bufalà, professore.

Poi Burioni si scusò. Nessuno gliene fece una colpa ma è anche necessario ricordarglielo. Comportarsi come un novello Vyšinskij, il grande inquisitore staliniano, facendo ironia su una frase decontestualizzata non fa onore a un uomo di scienza.

Le gaffe di Burioni

Roberto Burioni ha collezionato più gaffes di quanti slam abbia vinto Djokovic. Personaggio che letteralmente odia per la sola colpa di essersi rifiutato di fare i vaccini, al punto da definirlo “indegno” dopo l’oro olimpico di Parigi. Nel 2021 mise alla berlina un ristorante siciliano pubblicando una foto fake di avventori senza mascherina.  E il ristoratore gli rispose a tono, dicendo che, “il signore senza mascherina si è presentato due sere fa nel mio locale con altre 6-7 persone e, essendo sprovvisti di green pass, sono stati fatti accomodare nel gazebo fronte mare dove, per legge, il green pass non è obbligatorio”. Risultato? Il ristorante siciliano che aveva sempre rispettato gli obblighi del green pass, dovette subire una serie di critiche pubbliche sui social e tante disertazioni di prenotazione senza avere commesso alcun illecito.

La politica dell’insulto non appartiene al Secolo. Né la divisione categoriale tra destra e sinistra riguardo alla pandemia, né tantomeno l’esaltazione di temi antiscientifici. Nel tempo Burioni ha litigato con tutti, da Gianni Rivera a Gabriele Muccino. Legittimo che dica ciò che pensi. Meschino che utilizzi un articolo tagliandolo a fette. Chiamando in causa sarcasticamente chi, in una memorabile poesia, scrisse un incipit calzante: “Taci!”.

 

 

 

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