
Il partito nel caos
Congiura “albanese” contro la Schlein: a Pisa lo scandalo delle tessere Pd regalate agli operai “stranieri” per vincere il congresso
“Pacchetti di tessere comprati, iscritti albanesi di dubbia riconducibilità al Pd, guerra nelle correnti, maggiorenti locali che non ci stanno a non ricandidarsi. Il congresso dem di Pisa – alfine bloccato dal segretario regionale Emiliano Fossi – si è trasformato in tragicommedia” , scrive oggi “Il Fatto Quotidiano“, che entra a gamba tesa nel caos del Pd toscano, dove il congresso del circolo cittadino si è trasformato in una vera “battaglia interna” dopo il voto dello scorso 10 giugno nel circolo di S. Marco–S. Giusto. La discussione riguarda elenchi di iscritti contrastanti, tessere contestate (circa 60), urne riaperte e procedimenti non riconosciuti dai garanti. Il costituzionalista ex-parlamentare Stefano Ceccanti ha denunciato la procedura come irregolare, definendola “fuori dalle regole, prodromo nazionale?”. Il segretario provinciale Oreste Sabatino ha sospeso l’intero processo, dichiarando che nessuna operazione congressuale potrà considerarsi valida fino al chiarimento dell’anagrafe degli iscritti. E fioccano ricorsi ai garanti provinciali col rischio che l’elezione finisca in tribunale.
Schlein alle prese con il Pd di Pisa dilaniato
“La storia è intricatissima. Alla base ci sono le ambizioni di Antonio Mazzeo, vice presidente dell’assemblea regionale, di ricandidarsi. Lo statuto toscano vieta il terzo mandato. Per farlo serve una deroga: e allora, lui ha bisogno che il partito pisano lo sostenga in pieno. Il suo candidato è Mario Iannella, area Bonaccini, che per inciso, ha appena vinto un concorso all’Università di Bari come ricercatore a tempo determinato nel dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’impresa, lo stesso dove insegna Nicola Pignatelli, uno degli avvocati di Mazzeo. Iannella a un certo punto si spinge a anticipare i soldi per comprare alcune tessere con i soldi del circolo di cui è segretario. Lo ammette lui stesso, sostenendo che si trattava solo di un prestito. La variabile che fa saltare il banco è una lotta intestina alla minoranza: Marco Biondi, vicino a Dario Nardella, a un certo punto prende le distanze da Iannella e si candida pure lui. Con l’appoggio anche dell’area Schlein. È a quel punto che vengono notati, tra i suoi sostenitori, alcuni operai albanesi, che sarebbero stati tesserati nei suoi cantieri (lui fa l’ingegnere). Iannella denuncia le irregolarità nelle tessere. Peccato che ci siano anche le sue…”, ricostruisce oggi il quotidiano di Marco Travaglio, che annuncia l’arrivo di un commissario nazionale.