
Amichettismo
Cinema “rosso”, la denuncia di Franco Nero: “Mai fatto parte del circoletto giusto. Orbàn è un mio fan”
“Fortunatamente lavoro in tutto il mondo. L’altra settimana mi sono divertito a fare una partecipazione in un film francese con Marion Cotillard, una bravissima attrice. Poco prima ero sul set in America, prima ancora in Inghilterra… forse, non faccio parte del giro giusto per lavorare in Italia…”. Arrivano come una “bomba” le dichiarazioni di uno dei più popolari attori italiani, Franco Nero, nei giorni in cui destra e sinistra duellano sui fondi al cinema, la tax credit e i finanziamenti a film fantasma che per anni sono finite nelle casse di produttori legati al “giro giusto”, quello di un ministero della Cultura da sempre feudo della sinistra italiana. Il circoletto giusto esiste, chiedono a Nero sul Corriere della Sera”? “Si, ma a me non preoccupa. Ho interpretato personaggi di 30 nazionalità differenti.. Anni fa, quando un regista aveva un’idea per un film, andava da un produttore e cercava di convincerlo. Quando ci riusciva, scattavano le coproduzioni con la Francia, la Spagna e via dicendo. Si girava la pellicola e poi veniva venduta in tutto il mondo. Negli anni 60, 70, anche 80 si facevano 400 film l’anno, c’era posto per tutti… Ora non decidono più i produttori. Sono gli impiegati del ministero che decidono, capito? Leggono i copioni e dicono: ‘Questa scena è troppo forte, in televisione non va bene…’ Le grandi co produzioni non ci sono quasi più. Film se ne fanno pochissimi..”. O magari vengono finanziati, come quello dell’assassino di Villa Pamphili, ma non vanno mai in sala.
Franco Nero e le amicizie “scorrette”, come con Orbàn
“A me non piace mettermi in evidenza, sono una persona discreta. Ma fa parte del gioco. E poi è logico, se fai questo mestiere essere apprezzato ti fa piacere. Per esempio, sono appena rientrato dall’Ungheria dove mi hanno dedicato un omaggio. Ero in Parlamento e il Presidente, che era impegnato da un’altra parte, ha lasciato tutto per venire a salutarmi…”. E in Italia? “Lasciamo perdere la politica, a me non interessa. Però, fa piacere che un presidente venga a renderti omaggio. In Ungheria avevo interpretato Árpád, il loro eroe nazionale. Quel film ebbe un successo strepitoso, la prima fu 27 anni fa. E Orbán mi ha detto: ‘Noi ci siamo conosciuti già 25 anni fa’. Gli ho risposto: ‘Si sbaglia, 27’. Abbiamo chiacchierato un po’ e mi ha mostrato un quadro in un salone, un 10×20 metri, dove c’è un cavaliere a cavallo. E quel cavaliere sono io. Sono un privilegiato perché queste cose mi accadono di continuo, in tutto il mondo…”. La politica, dunque. Non a sinistra, spiega, come invece la sua storica compagna, Vanessa Redgrave. “Era molto di sinistra, naturalmente. Io un po’ l’ho seguita, però la politica mi ha deluso. Negli anni ’60, a un certo punto, ho dovuto decidere tra la politica e lo sport. Ho scelto lo sport. Sono diventato presidente del Baseball di Roma..”. E gioca a tennis, in doppio misto, a Roma, dove in tanti ancora lo amano.