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Chinatown è qui: boss cinese della droga fugge in manette dalla Questura di Prato

In fuga dopo la cattura

Chinatown è qui: boss cinese della droga fugge in manette dalla Questura di Prato

Cronaca - di Carlo Marini - 11 Luglio 2025 alle 16:15

Una cattura da film spettacolare, seguita da un’evasione non meno spettacolare e clamorosa, degna di un film con Jackie Chan o Bruce Lee. Non è accaduto a Chinatown o a Hong Kong, ma a Prato, dove il boss cinese della droga Jang Bobo, 38 anni, pregiudicato più volte condannato per traffico di stupefacenti, è riuscito a fuggire in maniera rocambolesca dagli uffici della Squadra Mobile dopo essere stato arrestato in flagranza di reato.

Prato come Chinatown: non solo l’inchiesta sulla giunta rossa

Il caso, che coinvolge una delle figure chiave del narcotraffico legato a una frangia della comunità cinese, sta facendo discutere per le falle emerse nella gestione della custodia. La notizia dell’evasione è stata resa nota dalla Procura di Prato, diretta dal procuratore Luca Tescaroli, che in un comunicato spiega che “la fuga è stata possibile anche in considerazione dell’inadeguatezza degli organici della pur efficiente Squadra Mobile pratese, impegnata in numerose investigazioni coordinate da quest’ufficio”. Bobo era già noto alle autorità giudiziarie di Prato e Milano per reati legati allo spaccio di stupefacenti.

Chi è il boss cinese della droga protagonista della clamorosa evasione

Il 2 febbraio 2024, mentre era sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, venne sorpreso in possesso di 20 grammi di metanfetamina, una pistola semiautomatica marca Amadini Sandro, modello Sentry, calibro .45 con cinque proiettili, un coltello a serramanico, numerose armi bianche tra cui due machete e un pugnale, nonché di strumenti da scasso e una fiamma ossidrica artigianale. Le indagini sui suoi telefoni avevano poi svelato un complesso sistema criminale: Bobo sarebbe stato un punto di riferimento per un’organizzazione dedita allo spaccio, alla produzione di documenti falsi e al commercio illecito di beni di lusso, presumibilmente rubati.

Nonostante la gravità dei fatti, il giudice per le indagini preliminari aveva inizialmente disposto per lui solo il divieto di dimora nelle province di Prato, Firenze e Pistoia. Una misura che la Procura pratese ha subito impugnato, ottenendo – dopo l’intervento del Tribunale del Riesame di Firenze e il rigetto del ricorso da parte della Cassazione – la custodia cautelare in carcere, diventata definitiva lo scorso 3 luglio. Il giorno successivo, Bobo è stato rintracciato e arrestato.

Il boss cinese aveva con sè 500 grammi tra shaboo e ketamina, un bilancino di precisione, migliaia di euro in contanti, un passaporto di Taiwan e due cellulari. Tutto è stato sequestrato. Ma il colpo di scena è arrivato poco dopo: condotto negli uffici della Squadra Mobile di Prato, Jang Bobo è riuscito – sebbene ammanettato – a liberarsi e a darsi alla fuga. Un’evasione che, come sottolineato dalla stessa Procura, evidenzia non solo le eccezionali capacità del soggetto nel sottrarsi ai controlli, ma anche le difficoltà operative dovute alla carenza di personale in un ufficio investigativo già fortemente impegnato su più fronti. Le ricerche dell’uomo sono in corso.

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di Carlo Marini - 11 Luglio 2025