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Sangiuliano

Chiuse le indagini

Caso Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia rischia il processo: stalking, diffamazione e falso al vaglio della Procura

L'imprenditrice campana è indagata, tra le altre cose, per la redazione di un curriculum non veritiero. A distanza di un anno nessuno della sinistra ha chiesto scusa all'ex ministro della cultura

Cronaca - di Sveva Ferri - 21 Luglio 2025 alle 19:09

Caso Sangiuliano a una svolta. Rischio processo per l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, accusata dalla Procura di Roma di stalking, lesioni, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione ai danni dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. I Pm di piazzale Clodio hanno notificato all’indagata la chiusura delle indagini, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio un giudizio. A Boccia è contestato anche il reato di false dichiarazioni nel curriculum redatto per l’organizzazione di eventi. Nel procedimento risultano parti offese Sangiuliano, sua moglie e l’ex capo di gabinetto del dicastero, Francesco Gilioli. 

La vicenda Sangiuliano e i reati della Boccia

L’inchiesta, avviata dopo un esposto presentato nell’estate del 2024 dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, è coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dalle Pm Giulia Guccione e Barbara Trotta. A settembre scorso i carabinieri del nucleo investigativo avevano perquisito l’abitazione della donna, sequestrando materiale informatico, tra cui telefoni cellulari. Nel marzo 2025 Boccia è stata interrogata dai magistrati titolari del fascicolo. Il ministro della cultura si dimise dopo le rivelazioni dell’imprenditrice su una relazione privata e dopo che fu, ingiustamente accusato, di avere favorito la donna.

Sangiuliano, vittima mediatica e reale

Gennaro Sangiuliano fu vittima, lo scorso agosto, di una campagna mediatica massacrante che durò diverse settimane e lo indusse alle dimissioni. Accusato di avere dato soldi pubblici a Maria Rosaria Boccia e di averne utilizzato altri per viaggi e trasferte. Tutte falsità. La sinistra si schierò da subito contro il ministro dipingendo l’imprenditrice campana come la classica, “donna soggiogata e sfruttata dal potere“. Senza considerare le alternative possibili e cioè che la vera vittima fosse proprio il titolare del dicastero della cultura. Derubato di ogni privacy familiare e considerato come un uomo aduso al peculato.  A distanza di un anno sta per emergere una possibile verità. L’altra, quella più importante, è stata già acclarata: Sangiuliano non commise alcun reato. Ma nessuno gli ha chiesto scusa.

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di Sveva Ferri - 21 Luglio 2025