CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Audio rubati a Bova, il pr indagato svela: “Martina Ceretti voleva diventare famosa, ma non ho chiesto soldi”

Il tradimento divulgato

Audio rubati a Bova, il pr indagato svela: “Martina Ceretti voleva diventare famosa, ma non ho chiesto soldi”

Cronaca - di Monica Pucci - 28 Luglio 2025 alle 08:50

“Non ho ricattato Raoul Bova ma è vero che io e Martina Ceretti lo abbiamo contattato: lei voleva diventare famosa“. C’è un indagato, Federico Monzino (nella foto cerchiata in alto) nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura di Roma per tentata estorsione ai danni di Raoul Bova: si tratterebbe di un pr milanese amico della modella e influencer Martina Ceretti, a cui l’attore avrebbe inviato alcuni messaggi audio che sono arrivati poi a una terza persona e che, secondo le ipotesi, avrebbe poi contattato l’attore lasciando intendere una richiesta. Audio poi divulgati da Fabrizio Corona.

Gli audio rubati a Raoul Bova e il ruolo dell’amico di Martina Ceretti

A condurre le indagini è la polizia postale che ha acquisito e ha avviato gli accertamenti sul traffico telefonico della modella.  Il diretto interessato, però, chiarisce: “Prendo le distanze dalla ricostruzione sui fatti accaduti nella vicenda ‘Raoul Bova/Martina Ceretti’. Prendo le distanze anche dalla sua accusa nei miei confronti di una presunta estorsione. Ci tengo anche a precisare che non sono indagato, ma semplicemente come Corona e Martina sono una persona informata sui fatti. Ho già informato i miei legali di quanto pubblicato dal medesimo e dai giornali”. Lo scrive in una ‘storia’ su Instagram Federico Monzino, in merito all’indagine della procura di Roma sulla presunta tentata estorsione ai danni di Raoul BOVA. I giornali di oggi riportano ulteriori dettagli.

Monzino, 29enne imprenditore milanese, erede della famiglia che opera nel settore della nautica e in passato fondatrice del colosso Standa, è considerato una sorta di pr noto negli ambienti vip milanesi ed è un conoscente della influencer. Sarebbe stato lui, secondo le testimonianze raccolte, a girare i file a Fabrizio Corona e dalle prime ipotesi avrebbe precedentemente inviato gli sms per i quali Bova ha denunciato i presunti ricatti: messaggi per i quali si ipotizzerebbe il tentativo estorsivo. Intanto gli investigatori hanno sequestrato anche il cellulare della modella: quello smartphone è stato il primo destinatario di quegli audio privati ed è per questo in corso l’analisi del traffico telefonico sull’apparecchio.

Prima della denuncia alle autorità da parte dell’attore, più di un messaggio era giunto al suo cellulare da un numero di telefono che lui non conosceva: sono messaggi in cui si fa riferimento a quegli audio con richieste diventate gradualmente “nemmeno troppo velate”. Il caso è scoppiato il 21 luglio, quando le chat audio sono state divulgate da Fabrizio Corona, nel suo podcast Falsissimo. Subito dopo la procura ha aperto un’inchiesta affidando le indagini alla polizia postale coordinate dal pm Eliana Dolce. Corona, già condannato in passato per estorsioni, non è indagato ma i pm valutano anche l’ipotesi della ricettazione.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Monica Pucci - 28 Luglio 2025