
Il corteo di Napoli
Apocalypse Pride: i gay litigano con i transessuali, pro Pal contro i filo-israeliani e le femministe si “arrevutano”
Oltre “200mila” persone hanno preso parte al Napoli Pride, comunica trionfante Antonello Sannino Presidente Antinoo Arcigay Napoli. Peccato che non dica che in quella fiumana umana la pace fosse solo uno slogan, così come i diritti condivisi, visto che la manifestazione che si è svolta oggi a Napoli è stata devastata dalle polemiche interne tra le varie sigle. Tutti contro tutti, con tanto di contro-manifestazione delle femministe di “Arrevutammo”, sigla vicina ai centri sociali e alla sinistra anarchica “La maturità politica del Napoli pride, soprattutto in questo delicatissimo momento storico, ha ulteriormente consolidato la forza delle associazioni LGBTQIA+ e la solidità del messaggio politico del pride stesso. Questo nonostante i tentativi, sia esterni che interni, di chi ha provato a snaturarne l’essenza del pride, magari per altre finalità politiche”. Tentativi esterni ed interni, ma di chi?
Il Napoli Pride devastato dalle polemiche
Nei giorni scorsi l’ATN (Associazione Transessuale Napoli) aveva deciso di uscire dal comitato organizzativo e di non partecipare al corteo ufficiale, sostenendo che la piattaforma sia diventata «irrimediabilmente inquinata». La causa principale: la presenza – da loro considerata «pinkwashing» – del presidente di Arcigay Napoli, Antonello Sannino, in Israele per il Tel Aviv Pride, e il rifiuto di inserire nello statuto del Pride lo slogan «Basta genocidio, Palestina libera». Idem per I‑Ken, realtà simile per impostazione pacifista e critica delle violazioni dei diritti umani, che aveva annunciato il boicottaggio, stigmatizzando il legame con Israele e la mancata condanna esplicita del conflitto. In reazione alle defezioni, un gruppo di attiviste femministe aveva organizzato un Pride alternativo chiamato Arrevutamm Pride, svoltosi il 28 giugno.
Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, ha giustificato la sua presenza in Israele come un tentativo di comprendere dal vivo lo stato dei diritti civili e di combattere l’“pinkwashing”. Ha ribadito che rifarebbe lo stesso gesto, accusando i critici di usare il conflitto mediatico per polarizzare e conquistare consensi Da parte sua, Arcigay Nazionale ha espresso disappunto per le defezioni, sollecitando una riflessione più unitaria e meno conflittuale all’interno del movimento. “Pride significa anche essere liberi di esprimere idee diverse, proprio in nome della diversità che riguarda tutti” aveva detto Antonello Sannino intervenuto a sorpresa durante la conferenza stampa in Sala giunta. E meno male che si tratta di uno spazio di pace e di libertà…